
È ormai ufficialmente aperta la stagione estiva. In effetti qui a Roma, vuoi per le conseguenze del Niño, vuoi perché è a Sud vuoi perché le finocchie c'hanno sempre le fregole, è praticamente partita a fine marzo. E se per il resto del mondo con 18° non si esce di casa se non con piumino e sciarpa, per i gay basta non si scateni una bufera di neve e che un timido raggio di sole faccia breccia tra la coltre di nubi per scendere in spiaggia.
Il resto, se vi va, lo trovate qui.
Spietato ma vero. Lo stesso avviene anche ai Pride, soprattutto quelli di provincia. Se sei nuovo ma non particolarmente giovane né particolarmente fico, puoi stramazzare al suolo e i giovani fichi ti calpesteranno con tacchi e zoccoli senza neanche accorgersene. La stessa omissione c'è anche nei video, diciamo così militanti: tutti giovani, belli e fortogenici con le loro bandierine arcobaleno sulla guancia o sulla fronte. L'unico maturetto che eventualment appare per un lampo è il babbo o il collega etero-solidale. Evidentemente la frociaggine è una malattia che guarisce da sola dopo i trenta...
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