martedì 20 luglio 2010

POI UNO DICE CHE DIVENTA GHEI...





















Certo che se uno si ritrova una madre del genere che sembra uscita da un film di Pietro Germi sui delitti d’onore negli anni ’50 in Sicilia come minimo diventa ghei, se non decide proprio di arruolarsi nel PKK.
Ma quale madre di famigli si vorrebbe mai identificare con questa specie di Mamma Ebe? Prevedo linee silenti per questo servizio altrimenti utilissimo.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

oh...ma sempre pronti a giudicare però. Ma non dovremmo andare oltre le apparenze? Lo dicono sempre ogni volta che si criticano alcune colorate baracconate del Pride, no?

Ominona

SCRAPPY ha detto...

anonimo..è una questione di target...è vero un genitore non si identifica in questa gotica signora...diciamo che la comunicazione sia in un verso sia nell'altro non è il loro forte

Michele ha detto...

l'idea è perfetta, il messaggio pure ma la signora, non me ne voglia, poteva essere ben più contemporanea

Anonimo ha detto...

oh,beh, scusa. Errore mio. Dimenticavo che per i gay autoctoni è sempre e solo una questione di target. I contenuti magari dopo. A noi ci piace il pacco! Mica quello che contiene.

INSY LOAN E LO STATO DELLE COSE ha detto...

senti anonimo, non è come dici tu, ai finocchi piace la polemica per la polemica. nessuno ha criticato il servizio (e l'ho anche scritto ma evidentemente il post era troppo lungo e ti sarò sfuggito) ma l'annuncio che è francamente scadente, realizzato male e con un'immagine materna davvero inquietante. Tutto qui. io faccio il pubblicitario da 12 anni e la mia è una critica professionale. quindi per favore, se devi dire qualcosa bene sennò puoi anche evitare di fare la solita frocia stile giovanna d'arco. non vi si sopporta più...

Anonimo ha detto...

Si INSY, il post l'ho letto tutto. Una frasettina - ovvia - non ti ripulisce dal resto. E mi spiace ma non sei come il vino: gli anni non fanno la qualità. ma in linea di massima siamo d'accordo: non vi si sopporta davvero più.

Ominona

INSY LOAN E LO STATO DELLE COSE ha detto...

meno male che abbiamo almeno un punto in comune. buona giornata

Anonimo ha detto...

ma siamo poi così sicuri che l'immagine offerta della madre tipo sia tanto lontana dalla contemporaneità?
Sergio

SCRAPPY ha detto...

bisognerebbe mettere al centro i genitori e parlare anche di lesbiche..io vedo una retorica in questa figura che va a colpire più l'immaginario collettivo gay, madre castrante e indurita dalla vita, un pò come Luca Di Tolve giudica la madre...ecco cè un pregiudizio iconografico e quindi moralista ,insito in questa immagine. i genitori che non accettano i figli gay ,saranno anche così , ma non vorrebbero mai e dico mai identificarsi nel loro peggior nemico, in un momento della loro vita così delicato, non vorrebbero ma identificarsi in se stessi..ecco perchè sta pubblicità è brutta

Anonimo ha detto...

Si,in effetti si poteva trovare un viso migliore,non c'e' dubbio. Vero che occorre vedere prima di tutto il contenuto,ma e' anche vero che la pubblicita' vada fatta anche in maniera azzeccata e in questo trovo che abbia ragione Alessandro,per quanto,quando l'ho vista,non piu' tardi di due giorni fa, ho notato sinceramente piu' il contenuto,ma riconosco che forse con un po' di accorgimento il messaggio poteva essere anche piu' gradevole. Il vecchio Pier

Mr. Blunt ha detto...

Sembra il killer di Omicidio a Luci Rosse :)

Portinaio ha detto...

Sembra la saponificatrice di Correggio :-)

gianna ha detto...

Inoltre non vi siete accorti dell'accento sbagliato? Cavolo, si scrive "è" con l'accento grave e non "é"! Che nervi...

Anonimo ha detto...

Io studio pubblicità. Quest'anno abbiamo prodotto delle campagne contro l'omofobia per l'Arcigay di Roma (che ovviamente non sono state minimamente considerate, ma non è di questo che dobbiamo parlare) e il visual di questa campagna è tragicamente simile a quello di un gruppo di miei compagni. A prescindere dalla qualità, c'è un problema di fondo, la creatività. A mio MODESTISSIMO parere.

Elena