venerdì 7 gennaio 2011

SOLAMENTE INSIEME.




















Ne hanno parlato già molti. Leavitt addirittura dice di averci scritto un intero libro negli Starbucks quindi probabilmente non aggiungo nulla di nuovo quando parlo della fenomenologia dell’intimità condivisa dei bar di New York.
In questi giorni mi è capitato di passare tantissimi giorni da solo ed essendo un animale molto sociale e socievole inizialmente ho provato un opprimente senso di abbandono. Del resto essere totalmente padrone e responsabile del proprio tempo è una cosa che ci da una responsabilità enorme della quale preferiamo responsabilizzare gli impegni e le persone altre che la condizionano.
Nonostante scrivere sia una pratica assolutamente solitaria, dopo un po’ ho iniziato comunque a sentire il bisogno di avere intorno a me altra gente, come i bambini che vogliono dormire rassicurati da una luce accesa che non protegge da nulla ma rassicura.
E ho notato che in qualsiasi caffetteria andassi eravamo tanti soli che senza dirselo esplicitamente si facevano compagnia. Ogni tanto ci si lanciava qualche sguardo sorridente, un cenno con il capo, forse addirittura un saluto e 4 chiacchiere, consapevoli del proprio individualismo ma che non era mai un muro invalicabile.
Forse a causa delle case che qui sono spesso davvero dei buchi, tanta gente vive le caffetterie come propaggine del loro soggiorno, tanto più che ce ne dono 5 ogni metro quadrato diventando non un posto dove andare ma uno dove stare. Ho visto ragazze truccarsi, altri compravendere oggetti, altri entrare in pigiama e soprabito come se davvero fossero passati da una stanza all’altra di casa loro, anche in questo caso allargando al “fuori” in concetto di intimità domestica.
Ovviamente per noi italiani che abbiamo invece un alto senso del decoro casalingo la cosa può sembrare inconcepibile ma vi assicuro che l’abitudine anche di pochi giorni può cambiare parecchio la concezione di privacy.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

interessante... e' una cosa che mi ha sempre incuriosito molto. sara' anche per il mio esagerato senso di disagio che non mi fa star tranquilla nei luoghi pubblici perche' penso sempre "bisogna liberare il tavolo, gli sto in mezzo ai piedi, poverini non ho quasi consumato nulla" e via andare.
racconta, racconta....
hai visto mai dovessi tranquillizzarmi per osmosi
:o)

Anonimo ha detto...

ops, pardon.
non mi sono firmata:
silvia

Anonimo ha detto...

Allora sei vivo...pensavamo ti avessero rapito...
Baci e buon anno e non ti fare troppi Frappuccini
G&F

Anonimo ha detto...

Uhm uhm relazionarsi sempre con gli altri non è facile, ma non lo è altrettanto star da soli. Interessante questa cosa del trovarsi da soli nelle caffetterie, qui è alquanto insolito e ci si sente a disagio ma è sicuramente come dici tu: questione di abitudine, però quanto sarebbe strano vedere uno in pigiama in un bar in centro a Roma o anche nell'apatica Fe, lo prenderemmo di sicuro per pazzo. Siamo indietro anni luce? Usi e costumi diversi?
Ehiiiiiiiii ma quando torni? :) Oggettivamente che tu sia a Roma, Camaldoli o a Kyōto non mi cambia molto, perchè ti leggo sempre qui ma bho, manco ti conosco, manco sei il mio vicino di casa, ma ti sento lontano, (che sruffianata scheccosa)
XD
Ciau
AlexFe

Anonimo ha detto...

.. però stare un po' soli è un bene prezioso, siamo sempre troppo in mezzo a correnti di interazioni reali e virtuali (anche se però il cuore e la nostra più interna essenza solo raramente sono coinvolti). sarà che tempo per me e me solo ne ho pochissimo, praticamente niente, che apprezzo molto i momenti di solitario pensiero, la sensazione di "foglio bianco" che una giornata senza impegni può dare, insieme ad una leggera vertigine.
ciao
Carlo

Anonimo ha detto...

essere soli e uno stato mentale, più che fisico...ma capisco, io ho spesso la sensazione..o meglio colgo nello sguardo degli altri, seduti accanto a me in un bar, al tavolo di un ristorante, a correre, in auto...la parola Sola? si sola, che è diverso da essere in solitudine. la solitudine la puoi provare anche col proprio compagno al tavolo di un ristorante, in un imbarazzante silenzio....ecco lì si è soli davvero.
ff

Anonimo ha detto...

essere soli e uno stato mentale, più che fisico...ma capisco, io ho spesso la sensazione..o meglio colgo nello sguardo degli altri, seduti accanto a me in un bar, al tavolo di un ristorante, a correre, in auto...la parola Sola? si sola, che è diverso da essere in solitudine. la solitudine la puoi provare anche col proprio compagno al tavolo di un ristorante, in un imbarazzante silenzio....ecco lì si è soli davvero.
ff

pollywantsacracker ha detto...

quello che dici mi piace tantissimo, io adoro la solitudine. e adoro stare in un caffè a osservare la solitudine degli altri. che poi quoto in pieno il commento sopra al mio.