giovedì 10 maggio 2012

Obama, L'Alabama e i matrimoni gay.

Il North Carolina qualche giorno fa ha ribadito che di matrimoni tra persone dello stesso non se ne parla proprio. In realtà a deciderlo sono stati i suoi abitanti con quella forma di democrazia diretta che è il referendum. Si dice che in una repubblica sia il popolo l’unico sovrano e che spetti a lui soltanto la decisione di ciò che è bene per se stesso. A questo punto il ruolo del legislatore dovrebbe limitarsi semplicemente a registrare le decisioni prese dai cittadini. Esiste però qualcosa che è giusta nella sua essenza e che prescinderebbe anche l’avversione del 99% della popolazione terrestre i cui giudizi purtroppo sono, spesse volte, frutto di mera ignoranza. Il matrimonio è uno di quei diritti appunto che non dovrebbero essere attribuiti all’individuo sulla base di una decisione popolare ma dovrebbe appartenere all’essere umano per la sua sola peculiarità di essere tale e, per questo, non dovrebbe rischiare di essere sindacato da parte dei suoi simili. Se si fosse fatto scegliere ai cittadini dell’Alabama l’integrazione nelle università americane degli studenti di colore forse oggi ancora avrebbero bus distinti per bianchi e neri e avrebbero dovuto aspettare ancora chissà quanto prima che un afro-americano anche solo aspirare alla corsa presidenziale. L’evoluzione sociale e politica sono un processo poco lineare che non segue mai delle leggi stabilite. A volte gli stimoli arrivano dal popolo altre volte invece dai governanti. Per questo motivo, all’indomani della sconfitta referendaria del diritto di matrimonio per gli omosessuali (l’ennesimo in uno stato della confederazione a fronte di, per ora, solo 6 che lo hanno invece introdotto costituzionalmente), il presidente degli Stati Uniti ha sentito il bisogno o, forse meglio, il dovere di schierarsi apertamente e definitivamente a favore del matrimonio gay. Ora dietro a questa decisione potremmo trovare più di una motivazione politica ma questa è di fatto una questione politica e cosa ben più rilevante è che finalmente Obama abbia preso una posizione che non rischia interpretazioni di sorta. La sua dichiarazione diventa quindi un passo decisivo verso la risoluzione da parte del congresso federale di una lacuna gravissima che non può essere deferita al popolo, anche se sovrano, perché si tratta di fare una scelta dalla quale dipendono le vite di milioni di americani e il loro diritto costituzionale alla felicità.

8 commenti:

Alahambra ha detto...

Sai che c'è? Faccio realmentr fatica a comprendere l'arroganza per cui si debba decidere che una cosa è giusta a prescindere, anche di fronte alla collettiva volontà popolare che sostiene il contrario. Come dire che, trattandosi di opinioni personali, il parere di uno vale esattamente tanto quello dell'altro.
E non è una questione di diritti.

condemi ha detto...

Il referendum,tanto amato da De Gaulle, è sempre stato la manifestazione della volontà della maggioranza ,ovvio mai di tutto il popolo.Ma oggi, grazie alla carta delle Nazioni Unite,anche le minoranze vanno rispettate e non sterminate (cuius regio,eius religio).Il trattato di Westfalia che ha creato i nazionalismi è del tutto superato. Comunque alle volte anche noi Italiani abbiamo capito il valore sociale di alcune leggi(divorzio,interruzione di gravidanza,ecc.) e ce le siamo tenute ben strette.Continuo a pensare che alle volte una buona,giusta legge muta il comune sentire.Scusate il pistolotto e cerchiamo di essere più uniti :siamo tanti,non dimentichiamolo.Luigi43

Anonimo ha detto...

e noi ancora fermi... soffocati dalle cosce della Binetti. Prigionieri di una vagina mai usata. Sic!

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con AlHambra,nessuno ha la verità rivelata ; ma questo è il prezzo che si deve pagare alla convivenza.Non conosco migliore sistema della democrazia,ed è questa la base il "demos" =la più parte,detta la via,la verità ed il modo di vivere.Luigi43

Matteo ha detto...

No, mi spiace, il matrimonio non è materia federale e né il Congresso né il presidente ci possono fare nulla tranne forse rimuovere il Defense of Marriage Act, che cmq Obama ha già detto di non voler supportare nei tribunali.
Mi sa che saremo ancora in balìa di referendum e governatori repubblicani per qualche anno (la maggioranza dei giovani americani sono senza riserve a favore del matrimonio omosex).

Matteo ha detto...

Purtroppo il matrimonio non è materia federale e né il Congresso né il presidente ci possono fare nulla - tranne abolire il Defense of Marriage Act, che Obama si è già impegnato a non difendere se venisse impugnato nei tribunali.

Ancora per qualche anno saremo in balia di governatori repubblicani e referendum, temo (la nuova generazione di giovani americani sono in netta maggioranza a favore del matrimonio omosex).

condemi ha detto...

Comprendo che il tema riguardi i "matrimoni" in USA,ma cerchiamo di concertrarci su quello che potrebbe succedere DA NOI,Qualcuno conosce i tanto decantati testi di legge depositati nel NOSTRO Parlamento? Con il vecchio governo, addirittura Rotondi ne aveva depositata una:chi batte un colpo ?Luigi43

mauro ha detto...

E così in America sta cadendo anche il DOMA!
http://bostonherald.com/news/regional/view.bg?articleid=1061135721