lunedì 6 giugno 2011

Gaga, la salvatrice del pride, ma a dirla tutta...





















A meno che tu non sia ricoverato nel reparto comatosi da almeno 24 ore a questo punto saprai che Lady Gaga, la santa protettrice dei gay di tutto il mondo, l’avvocatessa nostra, la paladina indefessa degli invertiti per la quale persino l’ambasciatore americano si è dato da fare (!) arriverà a Roma per chiudere il corteo del pride de Noantri, e praticamente gratis.
Probabilmente avessero scoperto il vaccino per l’AIDS avrei visto meno entusiasmo di quanto la notizia abbia suscitato tra i gay, almeno a leggere gli status su facebook.
Non che uno voglia fare il critico a tutti i costi ma siccome le dita per digitare ce le ho io qualche perplessità la nutro e anche se condividerle potrebbe costarmi la messa sotto scorta come quel disgraziato di Saviano, io qualche appunto lo voglio fare nonostante già sia stato da molti ripreso per le mie critiche.
Pare infatti che siccome Gaga verrà tutti debbano che essere giubilanti e ogni forma di critica suona ora come una blasfemia, un disfattismo fuori luogo, un’eresia disfattista.
Senza essere troppo specifico però ci sono state a tutt’ora delle lacune organizzative piuttosto gravi dal mio punto di vista.
Dico subito che io sono al 101% felice che venga. Dal punto di vista mediatico porta acqua al nostro mulino dando alla manifestazione un lancio internazionale che per il resto non aveva proprio.

1)
Il programma del pride park allestito a piazza Vittorio è eufemisticamente “non all’altezza”. Ha un calendario di eventi dove ci fosse una cosa e dico una che possa essere condivisa con un pubblico internazionale. Si chiama EURO-pride e fa dibattiti, spettacoli e incontri solo in italiano.

2)
Il programma di questi 10 giorni sono apparsi sul sito troppo tardi per permettere ai turisti di pianificare un viaggio a Roma (non è insomma che uno che vive a Sydney prende il primo volo e viene al pride di Roma se non sa affatto che cosa offrirà la manifestazione).

3)
le feste, anche queste sono state stilate a mio avviso con troppo ritardo. Sempre per il suddetto motivo bisogna dare il tempo a persone che vivono anche più lontano di Velletri di organizzarsi. Del resto, si sa molto bene, lo zoccolo duro è formato da migliaia di gay che si spostano in base a un semplice criterio: dove c’è più gente io vado. E benché i convegni sull’omogenitorialità e le identità di genere siano appuntamenti nobili e necessari, non fanno correre nessuno su intenret a comprare un biglietto per Roma.
Cinico? Forse. Ma guardate Circuit e Pride madrileni: il finocchio è come la cavalletta, se non c’è grano, non salta e per fare un buon lavoro c’è bisogno dei loro soldi.
Dal punto di vista meramente pubblicitario si poteva e doveva fare quindi meglio e con una tempistica adatta.

4)
Sono costernato che gli sponsor non abbiano aderito e che gli “artisti” nostrani siano i primi a fare video di supporto non sognano però di fare performance sul palco ma da un punto di vista mediatico al mondo non interessa. Se non c’erano i soldi non era necessario fare un euro pride.
Ora c’ha detto culo che è scesa santa Gaga ma se non fosse stato per lei, sabato chi mettevamo sul palco?
E torno quindi al focus del giorno: la sua apparizione.
Lei porterà almeno una mezza milionata in più di persone pronte come pellegrini medievali ad affrontare intemperie e sacrifici per vederla. E io mi chiedo, che valore politico ha sapere che ci saranno così tante persone del tutto disinteressate ai veri problemi della comunità e che interverranno con lo spirito di una 14 enne al concerto dei jona’s brother?
Io di gay così non so che farmene, anzi, li disprezzo e me ne vergogno. Sono infatti pronto a scommettere che molti di loro sabato salteranno il corteo per piazzarsi “ai meglio posti” in adorazione davanti al sacro altare della Germanotta.
E’ vero, Machiavelli diceva che era il fine a giustificare i mezzi. Quindi più gay=più visibilità=più soldi per fare domani sempre meglio, ma si può non essere avviliti se questo mezzo diventa l’unico fine?

PS: non rispondete: “allora fallo te il pride”. Ognuno ha il suo lavoro e le critiche vanno fatte e accettate con civiltà. Io mi vedo offrire un prodotto, se non mi soddisfa, non posso fingere che sia una bomba solo per il suo alto valore “morale”. Un Europride è innanzitutto un evento ludico non un concilio religioso o una missione in Africa.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

E' doloroso e spiacevole rendermi conto che sono d'accordo al mille per mille. E' triste pensare che, benchè fosse chiarissimo l'intento del post, tu abbia sentito la necessità di specificare che sei contento dell'intervento di Lady Gaga, che tu stesso definisci "santa", al 101%. Sicuramente hai previsto che c'è chi leggerà e non capirà niente altro che questo: Insy non è contento della partecipazione di Miss Germanotta, ma allora che vuole? (Tutto il tuo post vuole asserire tranne che questo). L'immagine dell'accaparramento dei posti sotto il palco a scapito del corteo, purtroppo è la prima che mi è venuta in mente. Forse è anche e soprattutto per questo che qualunque nostro Pride, pure fosse uno "Space-Pride", rimarrà sempre la solita sagra della salsiccia.
Simone.

Unknown ha detto...

come dici questa trovata porta acqua al nostro mulino e la cosa ci rallegra tutti.
perchè richiama gente, e il numero ci serve (tanto i giornalisti di certo non fanno questioni di lana caprina, tra chi c'era prima e chi solo dopo) e perchè richiama attenzione internazionale.
il pride per come la vedo io è la festa di tutti, ivi compresi quelli che staranno asserragliati per avere un posto in prima fila al circo, per poi sentirsi una canzone e 4 chiacchiere (per quanto mi pare di aver capito). ma sai cosa c'è? sono loro che si perdono la bella sensazione che si prova a camminare in quel fiume di colori a testa alta.
per quanto dici dell'organizzazione, il villaggio a me sembra il gay village dell'eur. ho assistito ad una proiezione cinematografica in inglese sottotilato e ho visto uno spettacolo di drag tradotto in inglese. quindi uno sforzo lo riconosco. sui tempi organizzativi, direi che siamo italiani e i nostri eventi si contraddistinguono sempre per la caciara organizzativa. qualche anno fa andai all'europride di stoccolma. lì, che te lo dico a fa, precisione al secondo. speriamo di riprenderci con l'altro stereotipo associato alla disorganizzazione: la creatività.

Anonimo ha detto...

che le tue parole salgano al cielo e redimano i gay superficiali! ainoi stiamo facendo una finaccia in italia e lo sappiamo tutti... culturalmente parlando c'è una trascesa da brividi e l'involuzione la seguo da quando ha chiuso la libreria babele di via dei banchi vecchi... per trovare un libro a tematica devo imbattermi in tutte le prefazioni possibili e ne ho piene le palle...
ragazzi o la defilippi ha fatto piu' danni celebrali del popper e dell'extasi messi assieme o l'elastico delle mutande aussiebum impedisce che il sangue irrighi le cellule del cervello... non ho altra spiegazione.
maxmondoconv

Fabio holodeck ha detto...

Concordo in pieno su tutto.
Io stesso me ne sbatto di Lady Gaga, ma trovo la sua presenza fondamentale per dare risalto ad un Europride che altrimenti secondo me sarebbe stato molto scadente.
Negli articoli di oggi ho letto che si sono dati da fare in tanti per far si che lei ci fosse, ma nessuna parola da parte del governo, niente di niente, probabilmente non commentano perchè davanti ad un artista che di fama mondiale se ne guardano bene ma la loro puzza sotto il naso nei nostri confronti è stata comunque bene evidente nel loro silenzio.
Io sfilerò, perchè penso che sarà la parte più bella di tutta la giornata e poi, da lontano, magari vicino alle macchine in doppia fila, mangiando un panino e ridendo con gli amici, se avanza ascolterò anche lei, ma il meglio sarà gia passato.