Non credo di essermi
svegliato oltre le 9 del mattino da almeno 5 anni. Dormo poco e se ho i
pensieri, ancora di meno. Ma non vivo la cosa come un problema (o meglio, se
potessi eliminare le cause delle preoccupazioni, sì, ma il fatto di svegliarmi
senza una buana causa alle 6, no, non mi disturba).
Soprattutto la domenica.
Mi piace aprire le finestre e
dare il benvenuto in casa al fresco, al cinguettio degli uccelli e al rumore
delle auto che passano in piazza con una cadenza che aumenta sempre di più con
il passare dei minuti, come le gocce di pioggia di un acquazzone che si fanno
via via più intense.
Mi piace muovermi nel
silenzio della casa, mentre gli altri dormono, fare colazione con calma e
starmene in bagno a schiacciarmi i punti neri senza l’ansia che qualcun altro
debba entrare.
Mi diverte leggere gli status
su Facebook di chi è appena rientrato ubriaco e maledice la serata trascorsa o,
se gli ha preso bene, che augura la “buona notte” mentre fuori il sole è sorto
da un pezzo.
Ascolto la cascata fragorosa
dei vetri scaricati dai raccoglitori nelle cisterne dell’AMA e mi chiedo quante
maledizioni si attirino questi poveracci per aver fatto così tanto rumore la
domenica mattina.
Nel palazzo di fronte le serrande delle finestre si alzano, prima una, poi un altra, lente, come enormi palpebre che faticosamente si aprono alla luce del mattino.
Mi affaccio sul balconcino,
guardo sotto e vedo i poliziotti di fine turno che fanno colazione nel bar
sotto i portici accanto ai vecchi che, come me, passano sempre meno tempo
sdraiati sul materasso. Me li immagino svegli già dalle 5 che aspettano un
orario decente per uscire a prendersi un cappuccino e un cornetto.
I padroni dei cani con gli
occhi a fessura incitano i loro animali a cacare in fretta per poter tornare a
dormire ancora un po’ mentre le famiglie “corri che sennò troviamo traffico”
caricano borsoni da mare e figli (gia in costume da bagno), usando per gli uni
e per gli altri lo stesso vigore nel pressarli in auto.
Questo è il momento della
giornata che preferisco, quando ancora tutto può essere, quando hai così tante
ore davanti e il lusso di disporne come vuoi, anche di sprecarle guardando la
televisione o chattando con sconosciuti acefali su Grindr che alla domanda “hai
una foto del viso” ti rispondono “si”, ma non la spediscono.