giovedì 28 gennaio 2010

ANCHE I GHEI PAGANO I BIGLIETTI


Facciamo preventivamente una mappa della questione.
“Sono contraria (ai matrimoni gay, ndr). Bisogna regolamentare le unioni ma il matrimonio deve essere tra un uomo e una donna. Vale lo stesso anche per le adozioni: un bimbo ha bisogno di una madre e di un padre”.
Binetti? No. Mussolini? Troppo facile, non è neppure lei. A dichiarare invece una cosa del genere è Lorella Cuccarini, una che sulla devozione dei ricchioni c’ha costruita una carriera. Ecco, la Cuccarini, invece che essere fischiata per un’esternazione del genere, lecita, ma offensiva e pregiudizievole nei confronti di questo pubblico, venerdì sera verrà addirittura invitata a presentare il suo musical a Muccassassina.
Altro punto da fissare sulla mappa: Muccassassina è una propaggine del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli il quale, per come lo ricordavo io, avrebbe messo in atto una protesta formale conto dichiarazioni del genere.
Delineato questo scenario, quello che ne esce è totale sbigottimento.
La Cuccarini, premettiamolo subito, può avere qualsiasi tipo di opinione, per quel che mi riguarda potrebbe anche pensare che i ghei sono stati creati solo per truccarla e farle delle coreografie e nulla di più, ma che qualcuno con questi convincimenti venga addirittura ospitata per cantare le canzoni del suo spettacolo ad una festa ghei io lo trovo scandaloso.
E così in cerca del solo pubblico che potrebbe riempire il teatro (dal momento che dubito che i ragazzi del FUAN abbiano già il biglietto in tasca) si rivolge al bacino di ricchioni che ancora la osannano come icona. Ma mi correggo subito: più che con i suoi imperterriti fan (del resto il masochismo si manifesta attraverso vie spesso insondabili), il mio sdegno è rivolto agli organizzatori di Mucca che le permettono di venire a rimpinguare sacche di pubblico proprio tra coloro ai quali lei ha mancato di rispetto.
Mi è anche giunta voce che Lorella verrà per rettificare quanto pubblicato da Vaniti Fer. Sarò formale ma non è certo una discoteca il luogo più adatto per trattare o ritrattare quanto detto. Non è di sicuro una pista da ballo l’arena più adatta per un confronto. Perchè non lo ha fatto piuttosto all’indomani dell’intervista? Perché non mandare un comunicato stampa in cui si discostasse dal solito malizioso fraintendimento dell’intervistatore?
Ma la Cuccarini in tutto questo, poco c’entra, maggior colpa, ribadisco, hanno in primis gli organizzatori di mucca e poi il direttivo del Mieli.
Sono francamente deluso e sconcertato e l’evidenza dei fatti da poco spazio a strenue difese o giustificazioni.
Ho pensato a lungo se boicottare la serata o andare con canestri di pomodori da lanciare equamente agli uni e all’altra ma alla fine ho scelto di non andare. E non tanto per non vedere l’opportunismo di Lorella ma piuttosto per evitarmi il patetico teatrino di quanti sul palco la idolatreranno facendole scegliere quale pezza a colori sia più intonata con il suo tentativo di riabilitazione e quanti finocchi tra il pubblico saranno lì a gridarle “quanto sei bella!!!”, dimentichi, o forse mai stati consapevoli, di cosa sia la dignità, il senso di indignazione e, soprattutto, la coscienza di appartenere ad una comunità.

mercoledì 27 gennaio 2010

27 GENNAIO




















Eravamo ebrei, disabili, zingari, dissidenti, omosessuali, testimoni di Geova. Eravamo esseri umani, ma non per loro. Contro tutti i nazismi, quelli che furono e quelli che inesorabilmente ancora ci affliggono.
Contro il pericolo del revisionismo e la tendenza a credere che quel che accade non succederà più.
Un giorno per celebrare la memoria ma tutta la vita per combattere l’odio e l’intolleranza.

lunedì 25 gennaio 2010

E' LUNEDI' MATTINA


















E' lunedì mattina e si vede. Arrivo davanti l'ufficio. Parcheggio il motorino. Ho gli auricolari conficcati nelle orecchie e sto sentendo una canzone a caso tra quelle che mi ricordano ancora il sabato sera in discoteca. Della grinta con cui affronto la giornata, non ne voglio neppure parlare. Automaticamente alzo il sellino, metto dentro il casco e in cambio estraggo il bloccadisco.
Ho parcheggiato praticamente nella fessura di una buca da lettera e per scivolare fuori tra il mio e lo scuter parcheggiato accanto mi ispiro alla grande tradizione del contorsionismo circense bulgaro.
Poi, sempre con una certa flessuosità, mi chino per mettere il bloccadisco e me ne vado.
Mezz’ora dopo scendo per recuperare il pranzo che avevo dimenticato nel portapacchi: petto di pollo e broccoli, un piatto che ridonda la tristezza dell’inizio settimana. Provo ad aprire il bauletto ma la chiave non entra nella toppa. Provo a forzarlo un po’. Niente. Controllo meglio. SH150, grigio, il bauletto è quello. Anche il blocca dischi è il mio. Poi, l’occhio mi cade sull’SH150, grigio, parcheggiato accanto e dopo uno sguardo più attento e solo adesso, mi accorgo che è quello il mio scuter e che la ganascia antifurto l’ho messa a quello sbagliato.

giovedì 21 gennaio 2010

E UN'ALTRA ICONA SE NE VA



Certo sentir parlare di politica una vestita come la versione coatta di Anna Bez già dovrebbe screditare la persona anche se avesse in mano la soluzione definitiva per la cessazione degli scontri tra israeliani e palestinesi. Se poi però questa è la Ferilli (quella che ha dato il volto e l'accento di Frosinone alla Dalidà televisiva, quella che telefona alla madre per dirle quanto la tinta fatta in casa sia migliore di quella del parrucchiere, quella che si è fatta impiantare due antistress in gommapiuma e poi li ha ribattezzati “zigomi”) e vuole dire la sua su immigrati e coppie ghei allora ti rendi conto che il concetto di libertà di parola andrebbe un po' rivisto. Dopo la Cuccarini, ecco un'altra icona omoricchiona che deve per forza esprimere un concetto su cose di cui non sa nulla criticando una comunità, la sola, che ancora le da retta (escludendo quella dei camionisti che ancora tengono il suo calendario nel tir per trarre ispirazione durante le loro solitarie perlustrazioni autoerotiche lungo le piazzole del Brennero). Ma possibile che nessuna di queste a domanda possa mai rispondere: "spiacente, ma di questo argomento non sono informata a sufficienza per esprimere un giudizio"?

lunedì 18 gennaio 2010

A BRUNE', MAVAFF****O!



Già il lunedì mattina non è esattamente il giorno ideale con cui cominciare una settimana ma poi, se ti imbatti nell'articolo di Repubblica sull'ennesima boiata di Brunetta, come fai a non farti andare di traverso anche l'aria che respiri?
In 2 parole e uno sbocco di bile, il microministro pare stia invocando una legge per far uscire i giovani dal nido familiare, a partire già dai 18 anni.
Qualcuno, di grazia, gli spiega però che se si resta in famiglia anche oltre i 30 anni è anche perché gli affitti, soprattutto nelle grandi città, sono vergognosamente alti e il precariato lavorativo nel quale ci hanno gettati non permette di affrontare serenamente la vita?
Io non mi sento una vittima ma, come migliaia di altri precari, mi faccio il culo a spicchi per affrontare questo periodo infernale fatto di contratti che scadono più in fretta del latte e ogni mattina metto la lancia in resta, mi faccio il segno della croce e mi dico che presto tutto questo migliorerà con nel cuore il magone di chi teme invece non accadrà mai ma se oltre a tutto questo poi devo anche leggere cazzate del genere, non riesco più a resistere ad un irrefrenabile desiderio di randellate e mi chiedo se quel nano di Brunetta non dica ‘ste stronzate anche perché ha il cervello troppo vicino al buco del culo.

giovedì 14 gennaio 2010

HAITI

"Oltre centomila vittime nel terremoto del grado 7 Richter che ha colpito il Paese più povero del mondo occidentale. Rasa al suolo la capitale Port-au-Prince".
E' una considerazione che rischia d'esser bollata come qualunquista ma mi chiedo a cosa serva un Dio se interviene nel mondo per far sanguinare stigmate dalle mani di frati barbuti o lacrime di sangue dagli occhi di gesso di statuine della Vergine ma poi, davanti a catastrofi del genere, volge lo sguardo da un'altra parte.
E non posso non temere che dio non esista. E non posso non pensare che se invece c'è, anche lui è un essere impotente quanto noi.

martedì 12 gennaio 2010

FAME DI GIUSTIZIA.



Manuel e Francesco. Due nomi, una coppia. E’ chiarissimo che non debba essere una legge a sancire l’amore e l’unione tra due persone ma tra averla e non averla, sarebbe meglio che ne venisse varata una per i soliti 10mila motivi che ormai anche le monache di clausura del monastero di Santa Chiara conoscono benissimo. Dal 4 gennaio, Manuel e Francesco, stanno portando avanti uno sciopero della fame ad oltranza davanti Montecitorio. Una forma di protesta per porre di nuovo la questione all’attenzione del nostro parlamento che però li sta bellamente ignorando. Anche i mezzi d’informazione pare abbiano altro a cui pensare (oggi Repubblica.it ha tra le sue notizie d’apertura una fondamentale intervista a Laura Chiatti che dichiara: "Io, bella ma piena di difetti. Sono insicura, mi metto i tacchi perché ho il complesso dell'altezza", quindi capite che spazio per queste facezie non ce ne sia).
La cosa che possiamo fare è quanto meno diffondere la notizia in rete sperando di smuovere le coscienze e stasera, chi vorrà, potrà portare il proprio sostegno partecipando al sit-in che si terrà stasera, alle 21, proprio a Montecitorio.
Facendo diete che rasentano il digiuno praticamente dai tempi del mio battesimo, io gli sono doppiamente vicino ma spero che a sostenerli ci siano anche quelli con il metabolismo che va alla velocità della luce.

domenica 10 gennaio 2010

STRANE RICERCHE.




















Sulle note di Mozart i neonati crescono meglio.
Uno studio dell'università di Tel Aviv mostra che bimbi nati prematuri sono aumentati di peso con la musica del compositore.
Ora tutto sta a capire se lo sviluppo del neonato è dovuto alle frequenze della musica o più semplicemente è l'organismo che si impone uno sviluppo formidabile per mettere il più in fretta possibile fine a questo supplizio.
La ricerca purtroppo è lacunosa riguardo l'ipotesi di usare le composizioni di altri artisti ma non mi sembrerebbe strano se, sottoponendo i prematuri all'ascolto di Emi Uainaus, rischiassero di passare dalla sala prenatale a quella di rianimazione.
Suggerirei alle neomamme di evitare qualsiasi album di Mina a meno che, dopo neppure 18 anni, non fossero disposte a sentirsi dire che le orge con soli uomini trovate per caso sul pc del figlio sono una ricerca per l'interrogazione di scienze sui caratteri recessivi dei piselli di Mendel.
Non sarò certo uno scienziato ma se non volete ritrovarvi un palo da lap dens nella cameretta di vostra figlia, proverei con altre artiste che non siano la Spirs o Lil Kim.
Ma soprattutto, no tassativo alle canzoni di Masini. Già solo il fatto di averle composte quelle canzoni gli ha causato la caduta dei capelli e l’agghiacciante scelta di compensarli con un parrucchino alla Elton Gion quindi, non oso immaginare cosa potrebbero causare a quei piccoli sventurati.

sabato 9 gennaio 2010

DOPO IL FANALINO DI CODA NON C'E' NULLA E POI ARRIVIAMO NOI.















Bene, ora siamo ufficialmente nel girone degli sfigati europei insieme a Cipro, la Grecia e la repubblica dei lupini.
Anche il Portogallo ha legalizzato le nozze tra persone dello stesso sesso. Dopo Belgio, Svezia, Norvegia, Spagna e Olanda, anche il Parlamento portoghese ha approvato un disegno di legge del governo socialista che legalizza l'unione tra omosessuali, ma ha invece respinto la proposta di permettere l'adozione tra coppie dello stesso sesso. Il provvedimento ha potuto contare sull'appoggio di tutta la sinistra.
In caso di ratifica presidenziale, il primo matrimonio gay potrebbe essere celebrato ad aprile, un mese prima della visita ufficiale di Papa Benedetto XVI che questa volta potrebbe perdere l'equilibrio e cadere dall'incazzo e non per l'assalto di una fan.
Intoniamo tutti un tristissimo fado per la povera Italia.

lunedì 4 gennaio 2010

IL PESO DELLA VERITA'














Regola fondamentale per evitare pericolosi contraccolpi emotivi o travasi di bile: mai e poi mai pubblicare su un social netuorc, un blog o anche solo sulla posta del cuore di Cioè una considerazione negativa o una lamentela sul proprio aspetto a meno che non si abbia un carattere tanto coriaceo come quello di un guerriero spartano sopravvissuto alla battaglia delle Termopili in grado di sopportare critiche feroci o giudizi obiettivi.
Stamattina pubblico sul mio profilo di Feisbuc uno statu: “sono talmente ingrassato che per mettere la cinta ho dovuto usare un bumerang”.
Ora gli amici, quelli che mi conoscono davvero, letto questo si sono affrettati ad applicare il protocollo Insy 2/bis che recita: “di fronte ad un calo di stima di Alessandro, rispondere prontamente confortandolo, anche se questo dovesse implicare la totale negazione della realtà”.
Si è levato quindi un coro di fedelissimi che, con diversi gradi di persuasione, hanno spergiurato che “non è vero!”, che “la bilancia è rotta” e che “probabilmente oggi l’aria pesa di più”. E per un po’ ho realmente creduto che un gruppo di folletti nella notte avesse dispettosamente ristretto con ago e filo tutti miei pantaloni.
Poi un certo XXX, ignaro di quello che avrebbe scatenato, ha creduto bene di aggiungere anche lui un commento: “sai ti ho intravisto sabato all'alpheus, certo sei molto fotogenico ma sei caruccio, dicimo che le foto ti sfinano e ti allungano un pochino”.
“Dunque, un conto è che IO mi do addosso, un conto è che TU confermi la cosa. Ma insomma, nessuno ti ha mai spiegato che ci si denigra per farsi consolare, adulare, coccolare!?!??!”.
Ma questo me lo sono tenuto per me e, nonostante si mi fosse gonfiata l’aorta carotidea e avessi già evocato Pasubu, il demone dell’Esorcista promettendogli la mia anima in cambio della morte per autocombustione dell’avventato commentatore, non ho replicato perché se decidi di metterti sdraiato sulla linea di mezzeria di un’autostrada non puoi poi lamentarti di restare travolto da un tir. Perciò mi sono limitato a dare un cazzotto al muro per calmarmi cambiando poi semplicemente lo status.
Poco dopo, arriva la telefonata del mio miglior amico per confortarmi ancora del fatto che “quello non capisce un cazzo” e che “non è per niente vero che mi sono ingrassato” ma ormai avevo già aperto la scatola di Ferrero Roscié, ultimi superstiti di un cesto natalizio, al grido di “visto che mi dicono che sono grasso, tanto vale squintalare”. Ma il mio migliore amico, conclude la conversazione aggiungendo con un tono affilato come la lama di rasoio: “ e comunque, di quello non ti devo più preoccupare, non ti scriverà mai più”.
Il conforto che sa regalarti il cibo non eguaglierà mai quello che può garantirti un amico vero.