mercoledì 30 gennaio 2008

"SCUSA, MA CI CONOSCIAMO?"



La festa è una di quelle in cui non si capisce chi l’ha fatta e perché. Si sa solo che c’è l’“open bar” e queste due parole insieme riuscirebbero a smuovere anche il più imboscato dei capi della ‘ndragheta rintanato in una grotta sull’altopiano della Sila.
Se sei uno in gamba, non sbrachi e, dopo il terzo drinc capisci che è il momento di fermarti. Ecco, io non sono uno in gamba.
In un angolo accanto al terrazzo panoramico c’è anche un delizioso banchetto dove preparano crep alla nutella che sono l’ideale per assorbire la pozzanghera di negroni che ti si forma nello stomaco in queste occasioni.
A prepararle però hanno messo un povero disgraziato che le prepara con la maestria con cui un focomelico suona una sonata di Betoven al pianoforte al punto che prendo in mano la situazione, gli strappo la cuccumella (ndr: termine romanesco che descrive un attrezzo da cucina con cucchiara fonda che, se come penso, non vi viene ancora in mente, ritrovate anche sulla copertina del celeberrimo “Talismano della felicità”) e inizio a versare io la crema sulla piastra. Mi giro e vedo un ragazzo che a me piace molto e da molto tempo e che, per motivi di privasi, chiameremo con il nome di fantasia: Quellochemipiace.
Lo guardo, lo saluto e vedo nei suoi occhi quell’inconfondibile espressine che ormai sono abituato a vedere negli occhi di centinaia di altri uomini. E’ l’espressione che descriverei, con un sottile gioco di metafora: “machicazzosei?”, che, oltretutto, quando ad averla è uno che ti interessa, non sai che piacere ti faccia vederla.
Ora è vero che la memoria è selettiva e che si tende a ricordare chi ci interessa (e già questo non depone a mio favore) ma il ragazzo in questione lo conosco di vista da almeno 10 anni.
Ad ogni modo, mi rigiro verso il mago delle crep, sorrido e gli dico “la prossima è per Quellochemipiace”, dissimulando quella disinvoltura che in genere anticipa di pochi minuti il coma etilico.
Quellochemipiace mi fa “ma ci conosciamo?”, daje! Ma secondo te, oltre a fare le crep, ho anche il potere di indovinare i nomi degli sconosciuti? Certo che ci conosciamo!
“Dove ci siamo visti?”, mi chiede. Di certo non ad un corso di apprendimento mnemonico veloce.
Insomma, io un po’ ci marcio: “Se non te lo ricordi, non te lo dico…” (o qualcosa del genere visto che ho ricordi della serata vaghi e obnubilati, soprattutto da quel momento in poi).
D’accordo, mi dirai che non sono uno che quando passa si ferma il traffico per guardarlo, e questo lo posso accettare, ma alla fine anche un palo della luce se lo vedi in tutti i locali, a tutte le feste, a tutte le cene in piedi e pure al tuo compleanno come imbucato d’onore (facendogli anche gli auguri) alla fine lo ricordi.
La cosa che mi sorprende è anche il fatto che Quellochemipiace faccia l’attore. E quelli la memoria dovrebbero avercela buona.
Ora non voglio credere che abbia bisogno di “gobbi” con i cartelloni in mano a ricordargli anche monologhi della portata di: “Buona sera, mi chiamo Mario”, perché in questo caso io a cambiare professione ci penserei.
Dicono che a volte la perdita di memoria di un episodio avvenga, oltre che per l’assunzione di ettolitri di campari e gin, come nel mio caso, anche a seguito di fatti traumatici ma non mi sembra che le altre volte che ci siamo presentati contemporaneamente accanto a me ci fosse stato un attentato dinamitardo di alcheda.
Comunque voglio vedere il lato positivo della cosa. C’è un film delizioso, leggero ma molto divertente e romantico. Si intitola “50 volte il primo bacio” (in due parole: lei perde la memoria breve quindi ogni giorno rincontra il suo spasimante e se ne rinnamora ogni volta, poi comunque andatevelo a vedere che capite meglio). Ecco mettiamola così, se mai un giorno, io e Quellochemipiace dovessimo fidanzarci, non mi sarà difficile credergli quando, andandolo a prendere sotto casa, lui mi guarderà con occhi sognanti e mi sussurrerà: “sai ogni volta che ti vedo, è come fosse la prima volta”.

lunedì 28 gennaio 2008

NON INDOVINERETE MAI.


Una di queste notizie è assolutamente impossibile:
1) Fabrizio Corona interpreta la parte di un poliziotto in un film;
2) La Santanché ha inciso un duetto con Valdimir Luxuria in cui canta “Bandiera Rossa” insieme al coro polifonico mussulmano di Biella;
3) Gli ufo sono tornati sulla terra a riprendersi Malgioglio e, dal led della carlinga dell’astronave, hanno mandato a ripetizione la scritta: “SCUSATE!!”.
Vabbè ve lo dico io perché potrebbero passare settimane prima che vi decidiate: Fabrizio Corona interpreta un ispettore nel film “Tieni a me”.
E’ vero che negli anni ottanta c’era la Fenec che faceva “La dottoressa del distretto militare” ma che questo, dopo aver sputato sulle forze dell’ordine, si metta a fare il poliziotto lo trovo davvero diabolico. Del resto aveva detto che si sarebbe vendicato e mi pare che così ci sia riuscito.
In fondo quando hai un ministro della giustizia che attacca la magistratura perché osa inquisirlo e dei parlamentari, seppur dell’opposizione, brindano stappando sciampagn e mangiando mortadella nelle Camere per la caduta di un governo (che è comunque una sconfitta per entrambi), vuoi stupirti che un guitto di quarta categoria interpreti un poliziotto?
A questo punto, peccato che lo hanno già girato, altrimenti proporrei Rosa Bezzi (quella che a Erba ha regolato a modo suo i tipici dissapori tra vicini di casa) come protagonista per lo sceneggiato sulla vita della Montessori.

giovedì 24 gennaio 2008

2008: L'ANNO DEL BONONE


Io il calendario lo uso esclusivamente per segnare il peso perché, sì, sono uno di quelli che si pesa tutti i giorni, volendo anche più volte al giorno.
Ed è per questo che da anni il suo luogo deputato non è in cucina, come fa mia nonna con quello di Frate Indovino, ma in bagno. Ognuno ha le sue manie, c'è chi prima di uscire controlla venti volte se la manopola del gas è chiusa, io invece, mi peso.
Con la fine del 2007, si era esaurito anche il servizio reso valorosamente dal calendario dei pompieri di Niu Iorc, un’infilata di 12 manzi a torso nudo talmente boni che solo ad aprile mi sono accorto che quello che avevano dietro di loro come sfondo erano scorci della grande mela.
Si richiedeva quindi un immediato e degno sostituto.
I candidati di quest’anno erano: il calendario di Max con Debora Salvalagio (ndr: una secca dell’Isola dei famosi restata in gara per 5 minuti) che però aveva un grosso difetto: ritraeva una donna per 12 mesi di seguito; il calendario della pizzeria sotto casa “Antica Roma”, con dossetto in cartoncino e fasi lunari (come se io facessi l’agricoltore e avessi bisogno di conoscerle per regolarmi con la semina) o il calendario di Dolce&Gabbana cone Devid Gandi (ndr: quello dello spot del profumo in cui, nonostante sia lui ad essere sdraiato sui flutti su una barchetta a remi, sei tu che lo vedi da casa che hai il mal di mare) che un amico milanese ben introdotto mi ha spedito bell’apposta qualche giorno fa.
Diciamocelo pure, ‘sto modello non è tanto bello quanto semmai un tipo, di quelli che può piacere come no, e le pose poi non sono neppure così originali visto che si alternano scatti in cui è nudo ad altri in cui è solo spogliato. Quindi nulla che non si sia già visto.
Ad ogni modo, la decisione di eleggere quest’ultimo come calendario da bagno è stata lunga e sofferta.
Il concistoro degli inquilini della casa si è protratto per una nottata intera durante la quale il calendario è stato sottoposto a lunghe disamine soprattutto da parte della Peruviana (ndr: è uno dei miei coinquilini, un immigrato sudamericano al quale ho sequestrato il passaporto e che tengo in pugno con lo spauracchio di una bambola vudù, superstizione alla quale, essendo di una cultura primitiva, crede moltissimo) che per approvarlo ha voluto chiudersi in bagno con “lui” per più di mezzora uscendone poi con un’espressione maliziosamente distesa.
Alla fine, fumata bianca. Da ieri Devid campeggia sulla parete di fronte alla tazza.
Altre caratteristiche degne di nota di questo calendario sono:
i mesi sono sì 12, come per il resto del mondo, ma gli scatti sono 24, quindi il 2008 è l’anno mondiale del piacere raddoppiato;
effettivamente lui è semplicemente da dare la testa al muro fino a che i vicini non scendono in strada temendo si tratti di un terremoto, quindi credo che resterà appeso almeno fino al 2019;
novembre è il mese delle castagne e anche quello in cui gli si vede un pezzo di pacco quindi per noi il 2008 finirà li.
Ricordiamo per quanti volessero ammirare l’opera per intera che le visite si effettuano sette giorni su sette dalle 10 alle 19. Sabato e domenica dalle 12 alle 24. Ci sono sconti per gruppi e audio guide all’ingresso. Il prezzo è di 5 euro per i maggiorenni ed è gratuito per i portatori d’endicap e le lesbiche. Nel coffisciop allestito in cucina è possibile acquistare tazze e cartoline e, all’occorrenza, viene assicurato un servizio di rianimazione a base di pepe tritato e popper.

martedì 22 gennaio 2008

GF8: LA TRANZ E' DENTRO!


Assistente di studio: “Cori Ale’, sta a comincià!?”
Alessia: “Ma sono ancora sulla tazza! A me sto bifidus attivo me sta a rovina’!”
Assistente di studio: “Daje movite che sennò richiamamo la Bignardi che nu je la fa più a fa l’intellettuale su la sette”.
Quindi afferra al volo il vestito ma solo arrivata in studio si accorge di aver sbagliato e di aver indossato un asciugamano bianco. Si gira allora verso la costumista che, scuotendo la testa, le conferma essere quello l’abito preparato per lei dallo sponsor. A quel punto, in diretta, davanti milioni di spettatori, rotea su se stessa e si butta in ginocchio gridando: “Perché la Ventura l’ha vestita Valentino e a me la Bassetti!?”
La seconda cosa che si nota è che quest’anno Liorni, dopo aver fatto il portinaio al freddo per 7 anni ha ottenuto finalmente il 100% di invalidità ed è stato ricoverato al reparto di geriatria del Policlinico per una forma cronica di osteoporosi e artrite deformante.
Quindi a sostituirlo quest’anno sarà Ascanio Pacelli, ex concorrente del GF…boh: anche se c’ha papi e principi come antenati sembra un riscossore crediti di quelli che se non paghi ti spezza le dita una a una.
A questo punto iniziano ad esser sparati uno ad uno i 345 concorrenti di quest’anno.
Roberto, Milanese, 26 anni, ne dimostra 75 e sembra Tonon, solo più antipatico. No so se sia non un attore ma io mi rifiuto di credere che esita gente del genere. E menomale che quest’anno dovevano essere veri come mai prima.
Si definisce plaiboi figlio di papà che sono solitamente due aggettivi che attirano il gentil sesso come l’acqua attira i gatti.
A 6 anni andava in giacca e cravatta e libretto degli assegni nel taschino (e se ne fa pure un vanto).
Parla come Zampetti il padre di Sciaron de “i ragazzi della terza c”.
E’ talmente insopportabile che se lo mettono in ballottaggio con Bin Laden, tengono il terrorista.
Lina, una medica napoletana bona esperta in ortodontia. Pare che pur di farsi curare da lei, tutta la popolazione maschile partenopea da anni si ostini a spaccare le noci con i denti.
La casa quest’anno sembra il set de i “5 del quinto piano” (ndr: una sit com degli anni ottanta con Gian di Ric e Gian che mandavano solo tra le 4 e le 6 del mattino a canale cinque fino a tutti gli anni ’90: programma culto per tutti gli insonni cronici dell’epoca).
Da studio commentano Alfonso Signorini che credo abbia dei debiti con la mala perché va ovunque pur di raccattare gettoni presenza.
Accanto a lui una poltrona di Poltrone&Sofà intitolata: “Catia Riccarelli”.
Dal cannone posto sul tetto dello studio continuano a fiottare concorrenti.
Finalmente qualcuno, dopo le polemiche sul discorso all’Università, ha dato ascolto al Santopadre che insiste continuamente sulla figura della famiglia come base della nostra società, ed ecco apparirne una che incarna quella tipica italiana: la mamma è una femmina di razza umanoide ridotta in schiavitù con delle mescs fatte in casa, papà è uno all’antica bello come Stefano Zecchi e vestito come il claun di It di Stiven Ching. I 3 figli maschi, ovviamente vivono a casa a scrocco e non sanno neppure come si avvita una moca. Mai fatta una vacanza, si presentano con i cestini dei prodotti tipici siciliani con, in sottofondo una tarantella. Poi uno si stupisce se gli americano ci chiedono ancora se in Italia abbiamo la luce elettrica in casa. Questa famiglia non può che essere stata messa lì dalla potente lobbi ghei per dimostrare che la famiglia tradizionale è la morte. Anche perché mostrare questa famiglia e spacciarla per esemplare sperando magari in una impennata dei matrimoni è come far leggere la biografia di Monsignor Milingo per stimolare l’aumento delle vocazioni.
La Ricciarelli a questo punto, con aria distaccata e un po’ schifata si chiede: “cosa porta una famiglia intera ad andare ad un programma del televisivo?” Più o meno quello che ha spinto una cantate lirica di fama mondiale a mungere vacche insieme a Mastelloni alla Fattoria: i soldi.
A quanto pare poi quest’anno i concorrenti verranno chiamati a lavorare per terminare la costruzione del condominio nel quale vivranno.
Ma a questo punto, visto che, come al solito, entreranno in un numero superiore a quello usato per le scene di massa di Spartacus, perché non gli diamo una bella pala a testa e li mandiamo a Napoli a ripulire a’ mmonnez?
Andrea ha 28 anni di Bologna, studia qualcosa che non ho capito ma roba di veterinaria. Segni particolari: è il mio tipo, così per darvi un’idea di chi mi piace a me (l’ho detto anche di Vittorio dell’Isola dei famosi ma ho 34 anni e non vado più tanto per il sottile).
Crsitin 28 anni fa la vj, la modella, è magra, è bona e mi pare più che sufficiente per odiarla (ricordate: quest’anno solo persone vere…).
A questo punto c’è il primo ballottaggio tra 4 ragazze con evidenti scompensi neurovegetativi che, per questo, vengono portate al centro dello studio in barella. Pare che i medici, disperati, abbiano detto di provare facendogli provare lo scioc del ballottaggio per cercare di riavviare i neuroni.
Vince Alice, una pugile romana che ha una filosofia semplice ma efficace: “se non invadi il mio spazio, bene, sennò te rompo”, una al cui confronto Floriana sembra una educanda delle Orsoline. Comunque l’hanno sverminata, vaccinata contro la rabbia e, prima dell’ingresso, le hanno anche fatto il tatuaggio di riconoscimento all’interno zampa.
Con lei Nadia 27 anni, andata via di casa a 19 anni vive ad Arezzo mai suoi non l’hanno mai reclamata.
Per fare una cosa semplice quest’anno buttano tutti ‘sti poveri derelitti in una specie di bosco in stile “de bler uic progect” dove Carmela, la mamma di famiglia, appena arrivata ha un incidente e perde una gamba. Alessia preoccupata chiede come stia ma i familiari della schiava, temendo l’eliminazione le cauterizzano la ferita con del limoncello a 98° minimizzando l’accaduto.
Altra tornata di 4 ragazzi.
Entra un certo Gian Filippo. Non so chi sia, benché si vede che è ricco sfondato, fa tiro al piattello non mi piace quindi è come fosse entrata una donna o un cinese.
Mario 30 anni, muratore si definisce liberale anzi “liberti”, sì come lo stile dei palazzi Coppedè a Roma…
Altra concorrente: Raffaella, 19 anni, bella come poche mai viste in vita mia. Una di quelle che mia madre direbbe: “una bella morona”. Segni particolari: farebbe diventare lesbica anche Eva Enger.
Ecco io lo sapevo che un immigrato dovevano mettercelo e chi ti piazzano a sto punto? Un brasiliano. E’ in studio con la moglie e, siccome devono incarnare il cliscè della coppia di giovani innamorati di fresco, la produzione li ha incollati con “cento chiodi” della Pattex su un divano disegnato da Peiné e se solo provano a staccarsi li prendono a colpi di machete.
Signorini, vedendo il brasiliano, ripete la cosa che ormai dice a chiunque, compreso l’autista di 58 anni, abbrutito dalla dodicesima ora di servizio alla guida del 541 (ndr: linea che passa davanti agli studi di Cinecittà): “è un gran bono!”.
La perfidia fatta Grande Fratello, a questo punto, fa decidere alla coppietta chi tra i due deve entrare nella casa. Ciago s’è fatto un mazzo tanto per scappare dalle favelas quindi col cavolo che fa entrare la moglie e,così, diventa l’ennesimo concorrente. Questo tempo 6 mesi la molla, si becca 3000 euro a serata per far vedere il culo in discoteca e la moglie, che sembra un tipo per niente geloso, finisce in un certo d’igiene mentale a pettinare bambole e intrecciare canestri di vimini.
Francesco, 25 anni, rappresentante, di Roma, logorroico, invadente e con una mamma che sembra Cesira, la moglie del tassinaro di Alberto Sordi (ma possibile che i romani che reclutano sembrano sempre usciti dai film di Citti e Pasolini?).
Teresa molisana, 26 anni, voleva farsi suora ma, visti i modi, io direi più prete.
In due non ne fanno mezzo e sono interessanti come il bugiardino della Novalgina.
E’ il momento di Ali Ayach, 28 anni, libico laureato in ingegneria meccanica alla Sapienza di Roma. E’ uno dei tre sbattuti dentro una palla trasparente su ponte Milvio e che da tre giorni viene preso per il culo dagli amantini di Moccia che vanno li a incatenare lucchetti. Io mi immagino la famiglia di questo che speravano nel figlio per un riscatto familiare che magari hanno dovuto fare anni di sacrifici in Libia per mandare il figlio a studiare all’estero e questo che fa? Invece di progettare aerei e navi va a fare il buffone in televisione. E come glielo spiegano adesso i genitori ai parenti e vicini di casa? Poi dice che uno sbrocca e si mette a sostenere la Jiad Islamica contro l’occidente corruttore.
A questo punto io avrei suggerito anche una coppia di gemelli siamesi attaccati per la testa da mettere subito al televoto per poi eliminarne uno e cacciarlo solo dopo averli separati in diretta.
Ma invece, a quanto pare, quest’anno canale 5 ha fatto il grande balzo mediatico! No, non sostituiranno Verissimo della spumeggiante Toffanin fituring Alfonso “è un bono!” Signorini con un programma d’approfondimento giornalistico degno di esser chiamato tale (il che quindi esclude immediatamente la rubrica “Gusto” condotto da Bonsignore, un mistero umano prima che un giornalista) ma entrerà nella casa del GF “Il Trans” che letto come l’ho letto su i giornali in questi giorni, più che un essere umano, sembra una figura mitologica come lo Jeti.
Lei è Silvia, ormai donna, 29 anni, bella. Certo l’occhio esperto non lo freghi ma se consideri che la maggior parte dei maschi lì dentro non distinguerebbero una vagina da una coltellata, credo che farà strage di cuori.
Diciamo che ci sono esseri umani che campano meno di quanto sia durata questa prima puntata del Grande Fratello 8 visto che a mezzanotte e 45 la Marcuzi si aggirava ancora per lo studio con l’asciugamano in vita ed è anche vero che per leggere per intero sto post bisogna prendersi 2 giorni di ferie ma è il primo e l’ultimo che scriverò sul GF visto che mi annoia e che di boni ce ne sono pochini quest’anno.

venerdì 18 gennaio 2008

COSI' FAN TUTTI: opera buffa in 2 atti di C. Mastella



















“Solidarietà al Papa”, “Solidarietà al Papa, anche a te”.
Da oggi è questo il nuovo saluto che sostituisce il “buon giorno” classico perché, pare che Mastella, dopo un’attenta ricerca bibliografica, abbia scoperto sul “Mallus Diboli” (un testo satanista del 1600) che era questo il saluto adoperato dalle streghe durante i riti sabbatici.
Altrimenti, non si spigherebbe perché alla conferenza stampa nella roccaforte dell’Udeur, Clemente avrebbe esordito così alla presentazione dell’adattamento del “Così fan tutti”, rivisitazione comica dell’opera di Mozart.
La storia è per sommi capi questa: il protagonista, Pacifico Matichella (interpretato da cantante Clemente Mastella), viene sorpreso mentre piazza dei medici di sua fiducia, selezionati in base alla sua decennale competenza in campo clinico, in posto di lavoro, soprassedendo ad inutili leggi ormai superate che vorrebbero si ottenessero tali impieghi per merito e non per conoscenza. Ma alle sue spalle si ordisce una tremenda congiura che fa tra le sue vittime anche la moglie, Sara (interpretata dalla soprano Sandra Mastella). A questo punto parte forse l’aria più commovente di tutta l’opera: “Perché mirate sol la donna mia?”, in cui Pacifico, al chiarore della luna grida la sua rabbia contro i detrattori della moglie e si chiede perché mai non prendano di mira anche le mogli degli altri.
L’opera si conclude con un coro muto forse dei più toccanti nella storia della musica (interpretato dagli uomini e dalle donne dell’Udeur) che accompagna il nostro protagonista verso la rivelazione finale: “può essere deplorevole quel che feci ma: così fan tutti”.
Lo spettacolo presentato alla stampa ha sollevato numerose polemiche per la spregiudicatezza con la quale è stato rivisitato il testo ma ha avuto il beneplacito di illustri critici musicali come il Cardinal Ruini (“Ha tutto il mio appoggio!! Fantastico!!) e la signora De Mita (“Sono senza fiato, mi ha commosso”). Univoci quasi tutti i parlamentari che hanno dichiarato: “E’ una storia in cui possiamo immedesimarci tutti, forse è per questo che c’ha commossi”.
Domenica debutto a Piazza San Pietro dove l’autore andrà a presentare l’opera al Santo Padre che, dopo le polemiche sul suo mancato pic nic fuori porta a L’università, si dice anche in questo caso “senza parole”.
Le date del 20 e 21 gennaio sono tutte esaurite ma non è esclusa una terza replica presso la sala Paolo IV, libera dopo il forfé degli Airon Meiden.
Pare comunque che il maestro Mastella stia già lavorando ad un’ennesima rivisitazione di un’altra celebre opera “La maschera di ferro” di Dumà. Per ora le sole indiscrezioni trapelate riguardano il titolo che pare sarà: “La faccia di bronzo”.

UN OCCASIONE IRRIPETIBILE.














Purtroppo il pabbaccio sotto casa è ancora lì e, anche stamattina, verso le 4, il proprietario che a quell’ora è zuppo di alcol non meno di un babbà napoletano ci ha deliziati con “Pensiero Stupendo” e la it delle grandi occasioni: “Ai uona bi lov bai u” di quella povera disgraziata della Monro’ che dal disgusto si sta rivoltando nella tomba come il pallottoliere del Lotto alle otto.
Assodato quindi che su di lui il dvd con effetto “De Ring” incorporato non funziona (vedi link), a chi possiamo spedirlo?
Avete ex amanti che volete veder esplodere come un nemico di “Chen il guerriero” colpito da una mossa di Ocuto?
Amanti dei vostri possibili amanti che si frappongono tra voi e il coronamento dei vostri sogni?
Monarchi di minuscoli stati con una passione sfrenata per gli abiti bianchi e lo zibellino, convinti di avere un filo diretto con Lui (a rigor di logica due forze del male a confronto dovrebbero annullarsi a vicenda)?
Colleghi che entrano fischiettando ogni mattina e che vi salutano come se foste il loro miglior amico, con un sorriso sempre stampato sul viso, che vedono sempre il lato positivo delle cose anche di fronte all’eruzione del Pinatubo e che voi salutate con un ghigno (e un attacco di ulcera) che lui interpreta come una calorosa risposta mentre vorreste solo che una voragine si aprisse sotto la sua sedia risucchiando lui, la sua scrivania e il suo compiuter con tutti quei cazzo di emoticon (uno per ogni stato d’animo capace di esser provato da esseri umani, animali e vegetali) e che siete costretti a interpretare ogni volta che vi manda una mail di lavoro?
Vi ricordo che la spedizione del succitato dvd arriverà comodamente a casa vostra pagando un piccolissimo contributo di spese postali.
Diritto di recessione dall’acquisto entro e non oltre 48 ore dalla consegna.
Aut. Min. con. E’ un presidio malefico, tenere lontano dai bambini. Gli effetti non sono garantiti sui non vedenti, e le lesbiche.

giovedì 17 gennaio 2008

NON TUTTO IL MALE VIENE PER NUOCERE.

Sto chiudendo l’acqua in cucina quando sento uno “stocc” e quando senti uno “stocc” non è mai una cosa buona soprattutto se viene dal rubinetto.
Infatti mi rimane in mano la manopola mentre l’acqua che va a “tutta callara” (ndr: un modo di dire romano per descrivere lo straripamento dello Ian Se in Cina, io quando vedo il 71 che sta per arrivare e sono a 200 metri dalla fermata e, appunto quando l’acqua esce dal bocchettone in maniera assai copiosa).
Quindi io che invece del liceo ho conseguito il diploma per corrispondenza alla Scuola Radio Elettra cerco di ricacciare a forza la manopola nel tubo. Contemporaneamente non mi accorgo che la frittata di chiare d’uovo (sto facendo una dieta iperproteica, per favore non dirte niente, fa già schifo da sola) che avevo messo sul fuoco,ormai è un blocco di lava incandescente ed esala un fumo tossico come il grisù e tutto questo mentre in tv c’era una tribuna polpettone in cui si parla de: la moglie di Mastella, le morti bianche, il governo ladro, Carla bruni e Sarcosì e il ritorno di un uomo più sobrio sulle passerelle di Milano uomo.
Siccome sono figlio dell’illuminismo e un materialista convinto inizio a pregare Dio di farmi la grazia e parto mentalmente con una serie di fioretti tra i quali la promessa di non fare più foto abiette come quella che vedete qui riportata














impegnandomi inoltre nel volontariato impegnandomi una volta a settimana a transumare le lesbiche nell’agro pontino.
Ma è tutto inutile perché “Quello” ormai non ce lo frego più. Ed è quando ormai sono rassegnato a chiudere la manopola centrale dell’acqua (vista la disponibilità degli idraulici sarò costretto per tre settimane ad andare a prendere l’acqua alla fontanella e a lavarmi nelle pozzanghere come gli uccellini) che accade il miracolo laico: parte la pubblicità, riesco a riavvitare la manopola e il flusso si blocca.
Io che, ripeto sono per natura uno scientista, ravviso subito in questo una connessione causa-effetto: nessuno infatti mi toglie dalla mente che il mischione mediatico che veniva trasmesso in tv fosse la causa della sciagura. Corro quindi a registrare il seguito della puntata nella camera del mio coinquilino, curandomi di spegnere la tv in cucina per evitare altri fenomeni di poltergaist, alla peggio la sfiga rimane in camera sua.
Quindi io ora c’ho sta specie di dvd in pieno stile De Ring. Basta infilarlo nel lettore e, oltre a venire sfocato nelle foto, ti si abbattono sciagure al cui confronto le 7 piaghe d’Egitto sono una puntura di zanzara. Adesso faccio un esperimento, provo a lasciarlo impacchettato davanti alla saracinesca del PabSottocasa che è sempre presente nelle mie maledizioni dal momento che è l’unico bar after auar con la chiusura invariabile alle 6 del mattino anche di lunedì, con la musica alta come stessimo al concerto di Vasco Rossi a San Siro e che termina sempre le sue serate con il proprietario (una vecchia frociona etilicodipendente) che canta dal vivo Pensiero Stupendo e aspetto.
Se il dvd non tradirà le mie aspettative verso le 3 di stanotte dovrei vedere le fiamme divorare quel localaccio e allora domattina sarò io a cantare Pensiero Stupendo mentre spargo del sale grosso sulle ceneri di questa bettola.

lunedì 14 gennaio 2008

BENNI XVI, UORLD TUR 2008


Benni XVI è la sua bend vi aspettano:
lunedì 14 gennaio ore 21 al Palalottomatica di Roma, dj set di Ruini MC;
martedì 15 su rai2 a “La prova del cuoco” dove proverà a battere la squadra del peperone preparando uno strudel bavarese di pastafrolla e frutti di bosco;
mercoledì 16 doppio appuntamento: alle 18 consegnerà il primo premio alla gara ciclistica delle 5 terre in Liguria poi di corsa, a bordo della papamobil, verso gli studi di “Porta a porta” dove, con l’ausilio di un plastico realizzato dalle monache di clausura del convento dei Santissimi Quattro, ci rivelerà il nome dell’omicida di Garlasco suggeritogli da quello che lui stesso ha definito “colui che tutto vede e sa”;
giovedì 17 poi tutto alla Sapienza dove Benni XVI inaugurerà il 705° anno accademico dell’università più antica d’Europa con un illuminante discorso nel quale, speriamo, ripeta stralci del suo ultimo hit “Spe Salvi” nella quale ci ricorda che se la scienza contrasta la Verità rivelata, deve fare pippa e retrocedere.
Voglio anche io entrare nella scuderia dell’agente di Benni perché deve essere davvero uno in gamba e sono convinto che, se continua così, la conduzione della prossima edizione de “I fatti vostri” è sua.
Francamente non riesco a capire molto il motivo per cui il Papa, che tra l’altro è anche capo di uno stato Straniero, venga chiamato ad inaugurare l’anno accademico di un’istituzione che per sua natura dovrebbe essere laica, tanto più visto che non si limiterà a tagliare il nastro rosso o a lanciare una bottiglia di Cristal sulla statua bronzea della povera Minerva ma molto probabilmente ribadirà la concezione cattolica della sapienza (che a tratti mi sembra essere una contraddizione in termini).
Per l’occasione ci sarà anche il solito parter composto dalla frangia più estrema per partito del Lecca Lecca che spesso va in giro con falce e il martello nel culo e il breviario tra le mani e che vede in Uolter Veltroni l’esponente di spicco (anche lui esempio di talento poliedrico infatti, ricordiamo suoi: la creazione di un festival cinematografico, l’edizione di un libro di critica musicale e del romanzo: “La scoperta dell’alba” e, prossimamente la regia del nuovo video di Ana Betz).
Ma la cosa che invece ci dovrebbe riempire di orgoglio e farci tirare un sospiro di sollievo in questo delirio neocattolico è la reazione indignata di 67 docenti e di moltissimi studenti (per lo più di facoltà scientifiche) pronti a organizzare un sit in e altre manifestazioni contro la presenza del Papa giovedì prossimo.
Ovviamente il rettore ha cercato subito di giustificare invece la presenza di Benni XVI il quale ha dichiarato che “al di là delle divergenze d’opinione bisogna accogliere il Papa come uomo di grande cultura e profondo pensiero filosofico, come messaggero di pace e di tutti quei valori che tutti condividiamo” che, detto così mi chiedo allora perché non invitare il prossimo anno anche il fondatore di Scentologi visto che, del resto, la religione di Tom Cruis si basa sugli stessi principi.
In fondo che importa se nel ’90 Gio’ dichiarò che “il processo a Galileo fu ragionevole e giusto” ,che poi sarebbe come dire che, per la concezione dell’epoca, l’eccidio dei cristiani nei circhi romani era una cosa comprensibile (e in effetti, con questa storiella del relativismo storico-culturale, direi proprio di sì).
Io il 17, se posso vado a manifestare sotto la statua della dea della sapienza che già immagino abbia già lo scudo davanti al viso per nascondere l’espressione di vergogna davanti all’ennesimo tentativo di ingerenza clericale da parte della Chiesa, già pronta a sostituire i testi di scienza con una più veridica Bibbia.

venerdì 11 gennaio 2008

STOLTO E' IL FINOCCHIO CHE NON CAMBIA IDEA.



Si è vero, forse ha ragione Mastelloni.
Ci sono cose che si possono dire ed altre che vanno tenute nascoste a costo della vita. Tanto più ai propri genitori.
Quindi se fossi in voi, negherei anche se vi trovassero il dvd dall’inequivocabile titolo “Il glande blu” tra la collezione di film Disnei o persino se veniste beccati a letto con un uomo. Semmai direi: “Non è come pensate!”, del resto, tu che hai studiato potrai benissimo fargli capire che troppo sodio nella dieta causa ipertensione e, nel loro caso, allucinazioni.
Quindi, terrei la cosa per me ma, se proprio sentite impellente questo bisogno, assicuratevi: che nessuno dei due abbia delle cardiopatie e che, se siete orfani di uno dei due, che almeno voi siate eredi universali di una cospicua fortuna di famiglia. Se invece proprio non potete tenervi "il cecio in bocca", mi senti di darvi qualche consiglio.
Io eviterei poi tutte quelle ampollose introduzioni sulla diversità come valore, sul fatto che l’amore non conosce distinzioni di genere, come anche non andrei a scomodare Alessandro il grande, Leonardo Da Vinci o Michelangelo portando avanti esempi di illustri antenati visto che gli state dicendo che andate a letto con gli uomini e la sola cosa che verrà loro in mente siete voi nella posizione della quaglia mentre un altro maschio è intento a farvi una rettoscopia (e non fa il medico).
Eviterei la frase da manuale: “Se sono così però non è colpa vostra! Voi siete dei genitori fantastici. Ci si nasce. E poi le ultime ricerche genetiche dicono che si eredita dal nonno materno”. Procurereste solo un doppio dolore per vostra madre che oltre ad avere il figlio frocio inizierà a sospettare di averci avuto pure il padre così.
Divieto assoluto di fare comparative: dire che è meglio essere gay che drogati non è certo un sollievo. Sarebbe come se Pacciani avesse cercato clemenza dalla Corte dicendo che Vlad l’impalatore face di peggio con i propri nemici.
Diffidate del loro iniziale atteggiamento di apertura e accettazione perché la vostra inclinazione per la finzione recitativa da qualcuno l’avrete pur dovuta prendere e assicuratevi semmai che in casa non ci siano i seguenti oggetti: coltelli, forchette, seghe (da quelle elettriche a quelle usate per abbattere abeti in Finlandia), sonniferi e tranquillanti, solventi di vario tipo ma, soprattutto, se abitate ad un piano superiore al secondo, fateli scendere nel cortile con la scusa di aver sentito una scossa di terremoto. Meglio una notte all’addiaccio che un genitore sulla coscienza.

martedì 8 gennaio 2008

OMOSESSUALITA' O EMORROIDI?


Liberissimi di dire la stessa cosa anche a me. Ma sono sempre più convinto che la possibilità d’esprimere le proprie opinioni non possa essere un diritto di tutti.
Su Vaniti Fer di questa settimana, al posto di 4 belle pagine in più di pubblicità, hanno pensato bene di pubblicare un’intervista a Leopoldo Mastelloni.
Nella noia dell’intervista però c’è un una sua affermazione che m’ha fatto sobbalzare offendendomi per la volgarità dei contenuti e per la grettezza con cui è stata espressa.
Riporto testualmente il passaggio:
Domanda: “E’ sempre contrario alle manifestazione tipo Ghei Praid?”
Risposta: “trovo anacronistico che il movimento omosessuale debba far capo a carrozzoni di uomini che si mettono il dito in bocca e mostrano il culo. L’idea che uno vada dai genitori a dire “sono ghei” mi fa girare le palle. Mia madre non veniva a raccontarci se faceva i pompini a suo marito”.
Al di là del fatto che se io avessi parlato di mia madre in questi termini sarebbero state anche le mie ultime parole prima di essere colpito da un’ascia bipenne ma, la cosa che mi indigna profondamente è come gli stessi froci abbiano introiettato a tal punto il loro senso di inadeguatezza da ridurre la loro omosessualità al mero atto sessuale.
Mastelloni come altri ricchioni che fino a qualche anno fa avevano delle porte girevoli al posto delle chiappe, ad un certo punto, non so se per reclamare consensi che artisticamente non avrebbero mai potuto ottenere, se ne escono con queste considerazioni.
Io penso che l’omosessualità non siano emorroidi che, se ce le hai, non devi necessariamente dirlo a tutti.
L’omosessualità prima di essere una pratica sessuale è un’inclinazione dell’anima.
Di conseguenza condividere la propria essenza omosessuale con i nostri cari (se ci sono davvero cari) diventa una scelta necessaria.
Con chi infatti potremmo condividere la gioia di un amore che inizia o da chi potremmo farci consolare per un altro che finisce se non con le persone a cui vogliamo bene?
Perché ridurre l’affettività a mero atto sessuale?
Sarebbe triste pensare che Mastelloni (come moti altri) abbiano vissuto una vita credendo che il modo di relazionarsi con altri uomini fosse quello unico di scopare.
Se fosse così, mi vergognerei anche io a parlarne con mia madre.

lunedì 7 gennaio 2008

UNA NUOVA ICONA GHEI


Tratto dalle intercettazioni telefoniche tra Anna Tatangelo e Gigi D’Alessio (fonte: Procura della Repubblica di Napoli).

*A.T: “A Gi’, teng’ lo scuorn!”
G.D.A.: “Pecchè amo’, t’aggia fatt’anna n’coppa a tutti i magazzin, aggio lasciat’muliere’ma comm’ na strunz per sta cu te e tu tien o scuorn?!”
A.T: “Gigì appart’o fatt che pari nu muor e famm…”
G.D.A.: “Amò, ma se song vestit DeGG da ped a ccopp…”.
A.T: “Ma In copp a te pare robb e bancarell. E’ ca tienn’a ffaccia è ppovr. Ma lo scuorn è pecchè ancora nun so ddiventat un Icon ppi ricchuin!! So’ rimast solo ij e chilla stpec’è travestit de la Moratti la n’gopp a Milan”.
G.D.A.: “Amò e che ce vvò?! Tanto chilli abbocan a tutt’. Sto su la tazza do ccess e tieng cinq minut libbberi. Mo te scriv na canzone pe San Rem su nu ricchion ca campp è mmerd e vedi te si nun divient l’icona dell’icone de li ricchiun e vinc pure lu premio dda ggiuria!!”
A.T: “Gigi’, si na bbellezz!”
Non chiedetemi chi mi ha fornito questo preziosissimo reperto ma i fatti sono andati realmente così.
Potete scaricare il fail audio da Ai Insy mettendo la parola chiave: “Tantanghei”.
Insomma Giggino e Annarella si saranno detti: se l’anno scorso quello ha vinto con una canzone sui matti, vuoi che quest’anno non facciamo il botto parlando dei froci?
Sanremo quindi quest’anno stupisce tutti portando agli onori del dell’Ariston una storia di “amori diversi” (che poi era il titolo della canzone Della Casale e della Di Michele e, visto che una adesso canta solo quando fa la doccia e l’altra è finita a insegnare canto nella scuola di Amici, fossi nella Tatangelo, la cambierei piuttosto con una canzone a favore della giad Islamica).
Ma non voglio fare il solito ghei in piena sindrome da minoranza vessata, né sono di quelli che crede che le storie debbano essere raccontate solo da chi ne ha esperienza diretta (o preferite che cantino, a scelta, Malgioglio o Cattaneo?), sarebbe come criticare la Chiesa quando fa esternazioni sulla famiglia e il sesso non avendo nessuno dei suoi esponenti principali alcuna esperienza diretta di questi argomenti.
Fatto sta che alla Tatangelo quest’anno il carro di apertura del ghei praid, legata sul muso del camion come la polena di un galeone spagnolo del ‘600, non glielo toglie nessuno.


*
A.T: “Caro Gigi, sono un po’ seccata!”
G.D.A.: “Pecchè amore, sei sulle copertine di tutti i magazine e per te ho lasciato anche la mia adorata moglie. Cos’è che ti tedia?!”
A.T: “Gigi, a parte il fatto che disapprovo il tuo look…”
G.D.A.: “Amore, ma se indosso solo capi D&G…”.
A.T: “Ma indosso a te non rendono. Hai il viso troppo “vissuto”. E poi sono giù perché vorrei tanto essere un’icona ghei!! A non esserlo siamo rimaste soli io e la signora Letiza Moratti di Milano”.
G.D.A.: “Amore come posso allora io aiutarti?! I ghei sono persone di buon cuore che credono nelle favole. Ora mi concentro e scrivo una bella canzone per Sanremo su di loro, tu la canterai e diverrai icona ghei anche tu e chissà che non vinca anche il premio della giuria!!”
A.T: “Gigi, ti adoro!”

traduzione di Isy Loan

venerdì 4 gennaio 2008

LE VIE MISTERIOSE DELLA RICOMPENSA DIVINA.


Io ce la metto tutta per credere che tu esista caro Dio.
Ma pure te fai di tutto per smentirmi.
Per mostrarti la mia buona volontà quest’anno l’ho anche cominciato all’insegna della carità e dell’altruismo.
Non solo la notte di capodanno ho invitato a casa una delle persone che in assoluto detesto di più, commosso dal fatto che non sapeva dove passare la mezzanotte.
Non solo uscendo di casa il giorno dopo ho raccolto un barbone da terra, che puzzava come la discarica di Pianura di Napoli, l’ho adagiandolo su una panchina e gli ho dato gli ultimi cinque euro che avevo in tasca. Ma ieri, ho anche aiutato uno a spingere la sua auto rimasta senza benzina. E non era uno qualsiasi: era un negro.
Ora non è che uno fa tutto questo per avere una ricompensa ma neppure è giusto che stamattina prenda il motorino, vada all’appuntamento per pagare l’affitto, senta una puzza di merda da togliere il respiro e solo dopo essere arrivato all’appuntamento con il padrone di casa m’accorga di essermi seduto sul sellino sporco di escrementi di cane (almeno spero fosse un cane).
Come nel caso del ladro del mio aipod, io invoco i soliti spiriti degli inferi affinché questo rifiuto umano, che presumibilmente si è pulito le scarpe sporche sul mio sellino, vada presto a far compagnia ai vermi sotto i soliti sei metri di terra.
Oltre l’imbarazzo di aver dato i soldi dell’affitto con la velocità con cui si paga il riscatto di un sequestrato (per evitare a lui di far sentire la puzza di merda e a me l’imbarazzo di giustificare il fatto che non fosse mia), mi sono fatto il tragitto del ritorno senza poggiare il culo sul sellino, come un pilota di motocross. Ora ho due quadricipiti femorali come il campione mondiale di sollevamento pesi e un paio di gins da far esorcizzare.
Ho provato già a cospargere il sellino di diavolina dandogli fuoco ma tracce di merda sono ancora sul sellino.
Adesso però corro a comprare un biglietto della lotteria Italia perché, caro Dio, solo ora ho capito come vuoi ricompensare la mia generosità: a rigor di logica, se acciaccare la merda porta bene, sedercisi sopra come minimo mi farà conquistare il montepremi della lotteria della befana.