
Per far capire quanto i ghei siano interessati al calcio, ieri sera vado a vedere la partita a casa di un mio amico. L’incontro inizia alle 20,30. Io avendo solitamente l’agenda fitta di impegni come la novizia di un convento di clausura, non posso credere di avere finalmente qualcosa da fare che non sia vedere le repliche di SOS Tata e alle 20 sono già lì.
Alle 20, 30 siamo ancora in tre. I primi arrivano quando ormai la partita è iniziata da un pezzo e alcuni chiedono addirittura: “cosa state vedendo?”.
Certo io non posso parlare dal momento che vedo il calcio ogni 4 anni (motivo per cui ogni volta devo farmi rispiegare le regole base del calcio, compreso il fuorigioco e il perché non si possa anche ricevere il pallone con il bacher) ma devo ammettere che ieri, eccezion fatta per un paio di omotifosi ferrati sull’argomento, ero in buona compagnia.
Sulla tavola, il mio ospite ha riversato quintali di cibo, il 95% del quale precluso causa dieta e il restante 5% causa alito (c’erano degli ottimi pomodori coperti però da una piantagione d’aglio). Così, per evitare di avventarmi sul cibo, mi sono gonfiato lo stomaco con un ettolitro di Coca Zero che oltre a conferirmi a fine serata un addome gonfio che solo sulla strada del ritorno ha ritrovato le sue dimensioni originali a seguito di un rutto da 5 minuti e da 12 allarmi d’auto attivati, ha fatto sì che stanotte abbia passato più tempo in bagno a pisciare che sul materasso a dormire. In oltre, sempre per distrarmi dal cibo, mi sono gioco forza dovuto concentrare sulla partita (vedi: giocatori). Diciamo che il Paraguai non è certo la risposta sudamericana ai Die du Stad ma, come nell’ultima settimana di saldi, se ravani bene e ti accontenti un po’, alla fine qualche affare lo fai.
È inutile però dire quanto la mia attenzione sia stata catturata maggiormente dagli azzurri che nel complesso, dove ti lanci cadi bene confortato dal fatto che dove di viso non si possa avere il massimo, sai che quei milioni di chilometri macinati lungo le fasce hanno forgiato dei corpi niente male.
L’incontro è finito con un discreto 1-1. I commenti degli esperti erano piuttosto clementi. Stamattina La Repubblica assegnava un glorioso 6 e a seguire le solite pagelle, giocatore per giocatore ma siccome a noi della capacita dei calciatori di stoppare, dribblare e andare a rete ce ne frega più o meno come sapere il menù del pranzo di battesimo di Natan Falco Briatore ecco una mia personale pagella basata su ben altri talenti.
Pepe: piccolo, compatto e scattante come una siti car e in più con un bel viso. Comodo e me lo farei.
Camoranesi: è il quinto fratello Farias, siccome però non armonizzava con gli atri fratelli, ha preferito la via del calcio. Non me lo farei neppure minacciassero di sterminare la mia famiglia.
Zambrotta: avete presente i ritratti sui sarcofaghi del Faium o le sculture dell’isola di Pasqua? Non me lo farei se però non avessi visto una vecchia campagna di Dolce&Gabbana mutande, quindi, ripescaggio: me lo faccio comunque.
Marchisio: “Roma ladrona”. Mi sta sul cazzo, lo avrei mandato a giocare ad un torneo di bic vollei in un campo fatto di guano di piccioni. Per motivi patriottici: infattibile.
Montolivo: finalmente un nuovo aggettivo da alternare a “insipido”. Non me lo farei.
Iaquinta: nonostante ieri un temporale si fosse abbattuto su Città del Capo, sradicando alberi, sgretolando ponti e devastando foreste, la sua cresta è rimasta impennata per 90 minuti. Sospetto si tratti di un callo osseo. A parte questo, me lo farei.
Giardino: potrebbe far gola a un prete. A me, no.
Criscito: ma non è il trans F tu M del grande fratello 10?
De Rossi: prima era bello, adesso con questo luc un po’ ciancicato è pure secsi.
Cannavaro: è bello da sempre e con ogni luc: capelli lunghi, rasato, con la barba con le piaghe della peste bubbonica. Come lo metti, sta bene. Ovvio, me lo faccio.
Chiellini: condanno la perfidia di Lippi nell’averlo schierato durante i primi piani dell’inno accanto a De Rossi. Diciamo che inizi a smettere di trasalire dallo spavento ad almeno 70 metri di distanza. Ma magari gioca bene…No, grazi, direi che posso evitare.
Buffon: una pietra miliare. Ieri mi ha fatto una tenerezza con la calzamaglia sotto i pantaloncini per ripararsi dal freddo, lui che proprio di primo pelo non è. No, è troppo alto e a me l’idea di sembrare il ciuaua che fa sesso con l’alano mi imbarazza.
Di Natale: non sapevo chi cazzo fosse fino a quando non è entrato in campo sostituendo Gilardinino. Ci siamo guardati attraverso lo schermo ed è stato amore al primo colpo. Io stasera lo raggiungo in ritiro e domenica mi vedrò la partita in tribuna accanto alla Seredova e alle altre mogli dei calciatori. 10 sulla maglia, 10 nel mio cuore.
Concludo con una menzione speciale per il panchinista Gattuso.
Per me può anche parlarci con il pallone e può anche essere un genio del calcio ma mi ricordo benissimo le sue dichiarazioni omofobe tempo fa. Premettendo che non si deve per forza rispondere sempre a tute le domande ma spesso è meglio evitare di esprimere giudizi, voglio ricordare al calabrotto che qualche decennio fa, se il signor Lombroso lo avesse visto, lo avrebbe catalogato come morfotipo incline all’omicidio e, come niente, lo avrebbero sbattuto in un sanatorio. Per fortuna sua però i pregiudizi tendono a sparire con l’evoluzione della cultura. Ecco, si evolvesse anche lui.