
Giovedì ero tutto preso dal mio passatempo preferito: il tentativo di fondermi in un’unica entità con il mio divano quando mi arriva un sms. Solitamente si tratta della Vodafon che mi aggiorna sui punti ottenuti con l’ultimo ricarica o il solito mms che mi arriva settimanalmente proponendomi di sostituire il trillo del cellulare con alcuni tra i remix più coatti della stagione e invece no, è un messaggio in inglese. E’ un certo Americanino che, per farla più breve del suo sms, mi dice che ci siamo conosciuto l’estate scorso qui a Roma, che sta tornando e gli farebbe piacere rivedermi. Subito la faccende assume i contorni da triller fantascientifico per una serie di elementi:
1) io non mi ricordo assolutamente di aver conosciuto tale Americanino;
2) nonostante non abbia ala minima idea di chi sia ho però il suo numero registrato, quindi non può trattarsi di un errore di persona;
3) cosa, più inquietante di tutte che mi fa subito temere che si tratti di uno squilibrato, mi ha conosciuto e vuole rivedermi.
Provo per 10 minuto a concentrarmi, immetto nel mio compiuter il codice segreto e procedo con la lettura della cornea per accedere al mio AFIS personale dove ho diviso gli statunitensi non più ormai per stati, ma addirittura per distretti quando non ancora zone della città e quello che molti chiamerebbero con un’eccessiva superficialità “mignottagine” io preferisco definirla “un mio irresistibile ascendente sugli statunitensi”.
Digito le parole chiave: americano, 2009, disturbi comportamentali. Ovviamente escono fuori troppi profili. Arriva allora il colpo di genio.
Decido di rispondergli chiedendogli il suo profilo FB per poterci scrivere più comodamente.
“Bip, bip. Bip, bip”. La sua risposta: “non ha feisbuc”, ma mi manda il suo indirizzo meil.
Cazzo! M’ha fregato! L’unico americano senza FB lo dovevo beccare io!
Quella che prima era solo curiosità inizia a trasformarsi in ansia montante perché mi conosco: se gli ho dato il numero e ho preso il suo sono quasi certo che quando ci siamo conosciuti non abbiamo passato la serata guardando le stelle e raccontandoci aneddoti d’infanzia. Come dire, non so che cosa c’ho fatto ma di certo c’ho fatto qualcosa. E non ricordarmelo mi preoccupa un po’.
Prima di rispondergli chiamo nell’ordine: La peruviana, che in quanto mio ex coinquilino, conosce benissimo il flusso di pellegrini che sono passati per casa nostra. “Si, mi sembra di ricordare vagamente….”, ma “vagamente” no mi fa tornare nessuno alla mente. Provo con Silvy: una memoria d’acciaio, un databeis vivente che sta alle mie vicissitudini come Rustichello alle avventure di Marco Polo: “Tesoro, si mi ricordo di alcuni americani l’estate scorsa, non di uno in particolare (certo, io sotto casa del resto ho il parcheggio dei pulman come quello prospicente Piazza San Pietro…). Ci penso e ti faccio sapere”. A seguire senti il Mio miglior amico, PJ e ci manca poco che dalla disperazione non senta anche mia madre.
Insomma, la questione non è tanto non ricordarmi di qualcuno, ma temere di aver fatto sesso con qualcuno senza ricordarmene!
Alla fine getto la spugna e a costo di sembrare una puttana da salun gli scrivo: “scusa ma non mi ricordo chi sei. Puoi aiutarmi?”.
Nei 10 minuti successivi non arriva nessun messaggio. Si sarà offeso, io mi ci sarei sentito. Mi spremo così tanto le meningi che nel cercare di ricordarmi di lui riaffiorano persino scampoli di memoria della mai vita precedente ma di questo americanino: niente. Poi un lampo! Certo potrebbe essere Americanino di Bufalo! Quello che in preda all’estasi amorosa riuscii a convincerlo a rinviare il suo volo di ritorno facendogli pagare un miliardo di euro come penale! Certo è lui! Bufalo è nello stato di NY e si chiamava Americanino, ameno mi pare…
Prendo il cellulare e tutto soddisfatto dei prodigi della mia mente scrivo: “Ho capito finalmente, sei Americanino di Bufalo!!”.
Stavolta non passano neppure 2 minuti e mi risponde: “No, NY Siti!! Ti mando le mie foto…”.
Raramente mi sono sentito tanto umiliato e confuso ma almeno adesso, foto alla mano, un lampo squarcerà le nubi che occludono la mia memoria e potrò esclamare: “Certo! Che idiota, come ho fatto a non ricordarmi!”.
Arrivano le foto. Le apro. Probabilmente mi avesse mandato la foto di un pastore di capre tibetano avrei avuto maggior sentore di conoscerlo. Niente. Assolutamente niente.
Chi cazzo è questo!?
Il disorientamento però lascia subito il passo a una considerazione: è bono! Pensiero che, sempre a sua volta, apre la porta allo sconcerto: non è possibile non mi ricordi di uno così carina con cui per giunta è pure probabile ci sia anche finiti a letto.
Inizia quindi un fitto carteggio tra di noi per cercare d capire meglio gli avvenimenti di quella notte d’estate durante i quali risono anche spinto elegantemente a chiedergli direttamente se abbiamo fatto sesso ottenendo come risposta dei divertiti “no comment”.
Adesso siccome immagino che non tutti voi siate costretti su una sedia a rotelle mossa grazie a un cursore conficcato in bocca e che quindi abbiate altro da fare che leggere tutta ‘sta storia che poi si è sviluppata in un fantastico incontro, una serata pazzesca, la scoperta di esserci sì conosciuti ma non in quell’accezione biblica e quindi, subito rimediato svegliandoci poi la domenica avvinghiati l’uno all’altro, con la stanza inondata dalla luce bianca del sole, colazione a letto, pranzo a Monti e pomeriggio abbracciati in piscina. No, tranquilli, non vi tedierò.
Siamo però arrivati a oggi e al dubbio dei dubbi che voglio condividere con tutti gli esperti di impicci amorosi presenti: Americanino sta scendendo ad Amalfi con la madre. Tornerà venerdì per restare un ultimo fine settimana e mi ha chiesto se sono a Roma. Il dio delle sfighe vorrebbe però che sabato e domenica in teoria, debba andare in Abruzzo a celebrare il genetliaco di mio padre con il quale già so che per rispetto delle tradizioni finirò a male parole davanti a tutto il parentado. Io con Americanino sono stato bene, e, incredibilmente vuole rivedermi. Quindi: invento una scusa per mio padre tipo “devo andare a Milano per lavoro non posso venire magari faccio un salto settimana prossima”, sorbendomi per 5 minuti almeno il suo tono afflitto come se gli stessi dando una pugnalata in petto, facendomi così affiorare un senso di colpa che neppure Giuda con Gesù Cristo ha provato mai oppure dico a Americanino che non ci vediamo poi lui sabato sera esce, rimorchia un altro, domenica torno, lo chiamo e mi dice “attaccate al cazzo” (in inglese, ovviamente) e io mi mangio le mani fino ai gomiti per essere partito, considerando che mi piace davvero parecchio pur, si lo so per carità, farmi strane idee che questo poi parte e io resto a Roma e io manco ci voglio pensare a relazioni a distanza ( mi da già noia frequentare uno che vive all’EUR, figurati se devo pure fare 8 ore di aereo, in economica, no Signore per carità) e lo so che forse è solo bisogno di conferme ma comunque anche per qualche giorno potrebbe essere una storiella carina da viversi e raccontare all’infermiera che mi sta togliendo la padella quando tra non molto diventerò ospite fisso di un ospizio di periferia?
Lo so che le tracce dei tema specifici del classico sono meno articolate e anche meno contorte ma io davvero mi sto consumando nell’indecisione…