lunedì 8 agosto 2011

IL GAY VILLAGE E' ANCORA UN GAY VILLAGE?


















Sento amici e conoscenti lamentarsi sempre più di come il Gay Village sia ormai diventato il set di Tamarreide e di quanto moltissimi etero ospiti non si facciano più nessuno scrupolo ad uscirsene con frasi omofobe e atteggiamenti ostili. Io sono andato solo 2 volte e credo bastino perché l’atmosfera che ho respirato non era più quella degli scorsi anni e in un climax decrescente dal 2001 a oggi la qualità del pubblico è andato progressivamente deteriorandosi fino a farmi sentire furi luogo in casa mia.
La situazione è paradossale.
Il concetto bellissimo e che tutti accogliamo della condivisione trasversale del pubblico va bene ma sono sempre di più i gay delusi che hanno giurato di non mettere più piede al “qualcosa” Village.
Sì perché di gay quel posto ormai ha ben poco.
Ora molti diranno che siamo noi a essere intolleranti, con la puzza sotto il naso e ghettizzanti. Ma è mai possibile che appena uno si lamenta del fatto che una coatta gli si avvicini e gli dica: “ma è vero che tu lo prendi al culo?” (accaduto realmente ad un amico) o che una coppia di mie amiche lesbiche abbiano giurato “mai più” a seguito di pesanti apprezzamenti di un branco di burini si venga poi accusati di volere la segregazione dagli etero?
Credo che tutti noi che ci lamentiamo vorremmo solo un ambiente che ci somigli, dove essere liberi di essere quel che siamo senza temere che un coatto ci gridi “a froci!”. Un posto che sia un luogo rassicurante soprattutto per quelle persone fragili che qui possano essere quel che sono con la serenità che il mondo esterno non sempre garantisce.
Il Gay Village, è vero, è un evento a scopo di lucro dove la politica potrebbe anche non entrare ma un minimo di coerenza e rigore etico, quanto meno nel rispetto di quel “gay” che identifica la serata andrebbe garantito.
Stamattina poi, per curiosità, sono andato a vedere sulla pagina FaceBook del Village se ci fossero commenti di critica su quanto sta accadendo. Nulla. Solo pubblicazioni di status entusiastici (del gestore) sulle mirabili serata passate. Alcuni dicono che questi vengono prontamente cancellati o forse dovremmo dire censurati. Se così fosse sarebbe molto grave. Fatto sta comunque che io non ci vado, tutti i miei amici non ci vanno (e dire che ne ho davvero parecchi) e tutti per lo stesso motivo. Mi auguro che gli organizzatori prendano atto delle lamentele quanto meno per ridefinire il posizionamento della serata altrimenti farebbero tanto presto a cambiare il nome da Gay Village in Tammarro Night.
E voi che ci siete andati che impressione avete avuto?

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Insy, sono la ragazza che non ha avuto il coraggio di salutarti al Gran Buffet ;-P
Io ed i miei amici siamo stati al Village giovedì scorso ed abbiamo tratto le tue identiche conclusioni tanto da coniare un nuovo slogan: 'Gay Village..poco Gay e molto Village'.
Le due piste erano palesemente 'a tema', ovvero quella con la musica pop era per i gay e quella con la musica house e le luci pichedeliche per gli etero coatti.
Verso le due di notte poi, quando tutti erano ubriachi, la situazione è diventata insostenibile, con gli etero che insultavano i gay e ci provavano pesantemente e volgarmente con le lesbiche.
Il fatto è che oramai tutto è a scopo di lucro e nulla a scopo politico, le associazioni invece di coalizzarsi per cercare di ottenere qualche straccio di diritto, si fanno la guerra a chi incassa di più!
Ormai per far vedere che un evento è di stampo GLBT basta che ci buttano in mezzo due Drag che ballano ed hanno la coscienza a posto. Non che abia qualcosa contro le Drag ci mancherebbe,ma devo ammetere che noi stessi stiamo trasformando la nostra causa in un enorme circo dei quali non siamo nemmeno spettatori ma (in)consapevoli pagliacci.

Anonimo ha detto...

E' una casa circondariale..... ormai sono perfino disinteressati a lanciare messaggi anti omofobia per non disturbare i coatti in sala....

Anonimo ha detto...

Io quest'anno non ci sono stato. Il programma della "prima serata", quello non discotecaro, mi è sembrato poco interessante rispetto agli altri anni.

Anonimo ha detto...

É uno schifo .. Pur di guadagnare fanno entrare chiunque . Ho anche sentito Che imma battaglia ha detto Che noi gay siamo diventati eterofobici .. Ma se io vado al gay village e devo aver paura di uscire da li, paura di essere insultato da dei tamarri romani, paura anche della sicurezza ( ahime un mio carissimo amico é stato ammazzato di botte dalla sicurezza perche gay e si stava baciando con un ragazzo ) fate qualcosa ... Io ho moltissimi amici gay .. E credetemi nn ci va piu nessuno .. Il sabato será c'é il coming pieno di gente ;)

Luca ha detto...

Che dire? Io ci sono andato già 3-4 volte, e a parte ragazzini ubriachi ed etero coatti non ho visto molto altro. Risse, scippi e quant'altro ormai si sprecano. Forse è diventato un posto come tanti, ma poniamo anche l'accento sul fatto che a Roma non c'è altro e che comunque 18 euro d'ingresso mi sembrano francamente troppi. Ormai di serate gay estive non ne esistono quasi più, e il Village è l'unico posto grande dove si può stare e ballare all'aperto senza crepare di caldo. Ci vado, fondamentalmente, per stare con i miei amici. Ma se chiudesse domani non mi strapperei i capelli (che non ho)

Nanà Lanuit ha detto...

Spesso...
capita una "situazione" che tu descrivi con tanta "rabbia" nelle tue parole, sopratutto in quei locali che "...diventano di moda" ovviamente diventando in questo caso "out".
L'animazione si scatena, lo staff si ingrugna, alla biglietteria si fan passare tutti così si incassa...e il locale lentamente va a rotoli a discapito dell'ottimo clima che si respirava e della "bella gente" che c'era prima...
Anni fa sono venuto...ma francamente non mi ha fatto impazzire, manco fossi Lady Gaga!!!

for you.

Anonimo ha detto...

Chi è il signore ritratto (e nasopinocchiato) nella foto?

Anonimo ha detto...

in Italia tutto si sacrifica per amore del soldo facile. Un paese così dove andrà a finire? Il mondo gay ovviamente segue l'andazzo generale. Fanno male i gay romani a foraggiare ancora sti " imprenditori ", che poi a Roma sono sempre gli stessi, una volta si facevano concorrenza, adesso hanno capito che unendo le loro forze, riescono a spennare ancora + polli.

Anonimo ha detto...

concordo pienamente! Aggiungo altro tema: il costo del biglietto! Con 18 euro mi aspetto di entrare in un posto di "un certo livello", almeno rispetto alla media. La gente che ho visto sabato scorso è da incubo! ragazze etero con gli abitini dello struscio della domenica di paese, con borselli e borsette sotto il braccio, ragazzi vestiti alla meno peggio, etc...la consumazione ha dimensioni ridicole, i bicchieri sono degli "ordinari" monouso. Oltre alla bruttezza estetica, si aggiunge la sgradevolezza dei personaggi. Nella pista commerciale mi è capitato di sentire due ragazzi completamente ubriachi dire:"non stiamo su questa pista, è piena di froci di merda". Per la signora battaglia questo non importa perchè i ragazzi rappresentano due biglietti pagati più tante consumazioni ("nane") e quindi tanti "pippi", come dite voi romani...Poco dopo, altri due tipi, questi sobri, come se fossero allo zoo, guardavano due ragazze lesbiche ballare e l'uno fa all'altro: che peccato, te fanno rosicà! Preciso che non sono eterofobico. Attendo, come tanti, un'alternativa al "tamarVILLAGE".
Enzo