Qualche settimana
fa, non ricordo più chi, conoscendo il mio amore per la lettura (almeno spero
l’abbia fatto solo per “quel” tipo lì di passione) mi ha segnalato l’esistenza
di un libro intitolato: Natural Harvest: A collection of semen-based recipes, che tradotto si
legge più o meno: Il raccolto naturale: una collezione di ricette a base di
“seme” (e non parliamo certo di quello di sesamo o di melone). Ora, senza
fingerci ipocriti, credo che
tutti noi l’abbiamo provato, almeno una vota in vita nostra, e se non quello
altrui, almeno il proprio, per quella sana forma di curiosità da cui non sono
esenti neppure gli eterosessuali o per quell’imprinting generato da nostra
madre ci ripeteva: “si deve assaggiare tutto nella vita”, ogni volta che ci
infilava a forza una forchettata di broccoli con la foga con cui un minatore
infila un candelotto di dinamite nella fenditura di una miniera.
Cucinare con
lo sperma (tante volte non fosse stato chiaro il titolo del ricettario) può
sembrare una provocazione, forse una volgarità eppure, in un momento come
questo, dove si sta attenti anche al centesimo quando si va a fare spesa, l’idea
di usarlo in cucina risulta una soluzione economica e autocratica quanto quella
del cammello di cibarsi della propria gobba.
Praticamente a impatto zero, non occorre
disboscare ettari di foreste per farne pascolo per la carne, non serve
aspettare la maturazione delle messi (semmai solo un tempo refrattario
congruamente accettabile) e si rispetterebbero tutte quelle cazzate neo
ecologiche del biologico (cosa può esserlo di più?) e del “Km 0” (ditemi quale
alimento possa arrivare da una distanza inferiore). Oltretutto non è di quegli
ingredienti che mentre cucini dici: “cavolo, mi sono scordato di prenderlo al
market”. E’ sempre lì, disponibile e fresco più delle uova del pollaio di cui
un contadino può disporre.
Sarò
pecoreccio nelle mie fantasie ma mi immagino una cena alla quale qualche
convitato (che non abbia l’esperienza nel settore di Milly D’Abbraccio) inizia
a schioccare le labbra con espressione assorta mentre fa passare il boccone da
un lato all’altro della lingua cercando di intuire quale sia quell’ingrediente
che conosce ma non riconosce fino a quando, arrendendosi, chiede al suo ospite:
“c’è qualcosa qui dentro che ha un sapore familiare, ma non saprei dire cos’è”.
Ora, la
crisi del libro in Italia è cosa nota e se gli unici media che non conoscono
crisi sono i libri di ricette (la Parodi ha venduto più di Dio con La Bibbia) e
le cliccate su YouPorn, ecco che questo libro rappresenta la pietra
filosofale dell’editoria. Il libro non non è stato ancora tradotto ma se
volete, potete trovarlo su Amazon a prezzo scontato: 22.45$ (meno di 20 euro),
un prezzo con cui oggi da noi non ci mangi manco più una pizza al ristorante e
men che mai trovi un professionista del settore pronto a soddisfare le tue esuberanze erotiche.
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