martedì 9 giugno 2009
PRAID O PARTI?
La passione per l’America noi ce l’abbiamo nel sangue. E’ dai tempi della liberazione dal nazifascismo che subiamo il fascino di tutto ciò che arriva da quel paese. Abbiamo cominciato con le gomme da masticare lanciate dai carrarmati agli scugnizzi napoletani, per arrivare ai fast fud negli anni ’80. Persino la festa di Allouin, la più lontana dalle nostre usanze, è diventata negli ultimi tempi addirittura più sentita del nostro locale carnevale.
Non stupisce quindi che anche il Ghei Praid sia diventato per i finocchi italiani un appuntamento irrinunciabile. Una ricorrenza che celebra l’emancipazione degli omosessuali da millenni di soprusi, le lotte per raggiungere la parità, il riconoscimento dei diritti e l’impegno fortissimo e costante che, tutt’oggi, le associazioni ghei continuano a profondere. Quindi noi finocchi italiani che c’entriamo con tutto questo? Abbiamo qualcosa da festeggiare?
Noi non siamo che degli imbucati. E ci presentiamo alla festa anche senza regalo. Infatti ci intromettiamo nelle celebrazioni che si fanno in tutto il mondo senza aver apportato neppure un minimo progresso alla causa comune.
Abbiamo ottenuto più tutele rispetto allo scorso anno? Rispetto allo scorso decennio o addirittura lo scorso secolo? Sembra paradossale ma se parliamo di diritti e leggi a salvaguardia di noi ghei le cose rispetto al tempo in cui il papa era re, non sono poi così cambiate a meno che qualcuno non voglia trovare emancipazione sociale nelle ospitate dei soliti noti ricchioni a “La vita in diretta” per discutere del culo di Belen o sull’annosa questione se gli abiti viola possano essere indossati alle prime a teatro.
Per anni ho sostenuto il praid e continuo a farlo ma mi chiedo se abbia senso oggi, alla luce delle sberle che continuiamo a farci dare da sinistra e da destra senza reagire, celebrare una festa che non c’è. Forse ce la caveremmo semplicemente sustituendi al termine “praid” quello più appropriato di “parti”.
Per me la parola “orgoglio”, ha una valenza di dignità, fierezza e consapevolezza di sé che francamente mal si adatta alla nostra situazione.
E mi rifiuto di imputare colpe alla solita Chiesa. Cosa mai vorremmo aspettaci da lei? Questa svolge la sua “missione” e sono i nostri politici quelli che dovrebbero garantire che le aspirazioni del Cielo non intralcino le necessità della terra. Ma non lo fanno. Ne noi, persone comuni o associazioni politiche, sembriamo avere il coraggio ti tirare loro le orecchie riportandoli all’assoluzione del loro ruolo rappresentativo di tutti gli italiani. Finocchi compresi.
La politica applicata da molte rappresentanze ghei che negli ultimi anni hanno creduto nella mediazione con l’interlocutore politico non ci ha portato ad alcun risultato sensibile. Mi chiedo dunque: è forse arrivato il tempo di cambiare strategia? Non è forse il momento che si alzi la voce e si sbatta il pugno sul tavolo?
Qui stiamo parlando di diritti sacrosanti. Di limiti posti alla realizzazione della nostra felicità. E noi, ancora ad aspettare che qualcuno dall’alto della sua poltrona ci elargisca magnanimamente qualcosa che dovrebbe essere di nostra proprietà per il solo fatto di essere persone.
Anche quando si tratta di froci la situazione italiana è anomala. Non siamo abbastanza sottosviluppati in termini di diritti civili tale per cui, anche il solo fatto di sfilare per le città sarebbe comunque un atto politici di visibilità e di affermazione esistenziale (come inizia timidamente ad accadere in alcuni paesi mediorientali) né siamo così emancipati da poterci permettere di celebrare dei traguardi politici che siano veramente nostri. Quindi sabato a Roma scenderemo in piazza (sapessimo quale, visto che l’autorizzazione ancora non ce l’hanno data), sfileremo tra carri e Carrà come dei pecoroni leopardati ma per dire che? Starnazzeremo rivendicando diritti che non sappiamo prenderci. Tra bandiere di associazioni senza artigli nell’indifferenza delle istituzioni.
Per poche ore giornali e televisioni ci regaleranno un’attenzione più attratta dal folclore che dalla politica.
I giornali di sinistra parleranno retoricamente di giusta rivendicazione dei diritti. Quelli di destra pubblicheranno le foto delle trans sulle limusin spalleggiati dai soliti servizi del tg4 e Studio Aperto che intervisteranno qualche frocetta idiota che non sa comporre una frase che non sia “a me me piace Madonna. E’ il mio mito!!” e con buona pace di tutti, poi si andrà a ballare tornando l’indomani esattamente nella stessa misera condizione di sempre.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
39 commenti:
insy la frocetta idiota c'e' in tutti noi...forse dovremmo fare i conti con i residui della nostra omofobia interiorizzata...in un mondo dove "tu sei piu' frocio di me"...bhe la vedo dura ad acquisire quel SACROSANTO DIRITTO ALLA LIBERTA' DI ESSERE SE STESSI ANCHE FUORI DALLA CAMERA DA LETTO...!non sono mai stato ad un pride...lo ammetto,forse ci andro',non lo so...apprezzo molto l'impegno politico e civile delle associazioni,ma la frocetta al tg4 forse fa crollare tutto questo impegno e ci riporta alla frivolezza a cui che spesso ci condannano?baci
Penso tu sia troppo negativo nella tua critica. Si chiama Pride perchè chi ci va è orgoglioso, come me e te, di essere quello che è. Non confondere l'inettitudine di chi ci "amministra" sotto le varie sigle del rapresentativismo militante con il sacrosanto diritto della massa di scendere a testa alta in piazza.
si ma siccome ci saranno fior fiore di associazioni organizzatrici, ma quelle, che devono dire? di cosa devono andare orgogliose?
beh io vado per me, mica per gli altri, vado a rappresentare me stesso... ed io ho tutto il diritto di essere orgoglioso di come sono!
sottoscrivo in pieno il tuo post.
sinceramente mi sembra che in italia l'unica forma di sdoganamento del gay sia avvenuta attraverso macchiette e personaggi di avanspettacolo che vengono accettati cme tali. credo sia sinceramente più facile x l'uomo comune accettare un personaggio come Luxuria (senza nulla togliere alla sua intelligenza) che viene cmq percepito come distante anni luce dalla propria quotidianità piuttosto che un frocio che nn vada in giro cn boa d struzzo rosa ascoltando madonna a palla. il fatto è che dà più sicurezza il poter inserire una persona in una determinata categoria che la separi dalla nostra condotta e dal nostro sistema di valori. il problema nasce quando ci si rende conto che queste persone fanno parte di quello stesso sistema e che tutela le famiglie alla mulino bianco e che rivendicano pari diritti... ora mi chiedo se il pride sia in grado di rappresenatare qste realtà o se anche qsta manifestazione non si limiti a riproporre sempre i soliti stereotipi di cui già i media ci assillano.
scusate se sno stato prolisso ma sno un verginello di qsto blog ;)
R
sottoscrivo in pieno il tuo post.
sinceramente mi sembra che in italia l'unica forma di sdoganamento del gay sia avvenuta attraverso macchiette e personaggi di avanspettacolo che vengono accettati cme tali. credo sia sinceramente più facile x l'uomo comune accettare un personaggio come Luxuria (senza nulla togliere alla sua intelligenza) che viene cmq percepito come distante anni luce dalla propria quotidianità piuttosto che un frocio che nn vada in giro cn boa d struzzo rosa ascoltando madonna a palla. il fatto è che dà più sicurezza il poter inserire una persona in una determinata categoria che la separi dalla nostra condotta e dal nostro sistema di valori. il problema nasce quando ci si rende conto che queste persone fanno parte di quello stesso sistema e che tutela le famiglie alla mulino bianco e che rivendicano pari diritti... ora mi chiedo se il pride sia in grado di rappresenatare qste realtà o se anche qsta manifestazione non si limiti a riproporre sempre i soliti stereotipi di cui già i media ci assillano.
scusate se sno stato prolisso ma sno un verginello di qsto blog ;)
R
voglio chiarire: io sono a favore della molteplicità di forme d'espressione e di essenze che popolano tutti i praid del mondo. non faccio una questione di pubblico. tutti hanno diritto di scendere a sfilare come vogliono. se qui iniziamo pure a fare razzismo interno, siamo finiti. mi interrogo solo sul senso di una celebrazione in un contesto di sconfitta.
Grazie della precisazione insy... mi pare che si stia prendendo una china pericolosa in certi commenti su come è lecito o no essere gay..mah..
Più che "celebrazione" in un contesto di sconfitta, io parlerei di "manifestazione" (il contesto, purtroppo, non cambia). Il problema non è il Pride, ma quello che (non) si fa tra un Pride e l'altro.
Tutto molto triste ma vero...
Hai pienamente ragione!! l'analisi che hai fatto è corretta!! noi ghei non reagiamo ai soprusi, le associazioni non ci rappresentano a pieno e gli unici partiti che ci dovrebbero tutelare contano come il 2 a briscola!!!
Il pride viene fatto una volta all'anno...i media si interessano alla manifestazione solo dedicandoci 5 minuti di servizio.Dopo il nulla...torniamo nei nostri locali,discoteche,spiagge e l'appuntamento con i diritti civili passa all'anno successivo...senza una classe politica adeguata che si interessi del tema non puo' accadere nulla di buono...in altri contesti europei i pride sono una festa perche' i diritti sono stati elargiti...in Italia il pride e' una festa che ahime' assume i contorni della protesta perche' i diritti sono negati...l'olandese o lo spagnolo festeggiano con gusto,l'italiano deve ancora incazzarsi...!
Car* tutt*,
la soluzione ha una formula semplice: una volta fatti i gay pride bisogna fare i gay.
Secondo me il Pride è sempre ben accetto, appunto perché porta l'attenzione su tutto il mondo GLBT(QI), anche sulla frocetta stupida del Tg4...
Il problema, come già detto, è che le stesse organizzazioni che organizzano il Pride poi non fanno niente altro!!
Il Pride per come lo vivo io è un momento di lotta, non una festa.
Ed è per questo che sabato prossimo sarò di nuovo e ancora una volta in piazza. Perché i tempi sono durissimi, perché non c'è stato un seppur minimo avanzamento, perché è manifesta la debolezza di certe rappresentanze...
Insy, tu che sei un personaggio pubblico, dotato di larghissimo seguito... ti prego: metti da parte l'amarezza e CHIAMA la gente a scendere in piazza proprio per TUTTI I MOTIVI che hai elencato nel tuo splendido post.
Ti voglio bene e se non ti schifi troppo sabato se ti incontro ti stampo un bacio
Tua devota
Whity
secondo me il pride dovrebbe essere uno dei momenti di lotta verso quei riconoscimenti e non un momento di celebrazione di un risultato raggiunto. quindi ben venga la sua organizzazzione. certo si dovrebbe fare di più, ma cosa? il nostro mondo scivola a destra, in periodi di crisi parlare di diritti dei gay viene visto riduttivo rispetto, ad esempio, al diritto alla sopravvivenza di chi non ha un lavoro o rischia di perderlo.. insomma, non c'è gente che ascolta ma nemmeno gente che parla.. e che si dovrebbe fare? suggerite. se è una cosa "sana" io mi ci metto per farla.
Ecco mi unisco a Paolinobonaparte... E allora? Suggerimenti? idee? Le associazioni non fanno nulla tra un Pride e un altro? Chiedo ai suddetit signori, quanto le sosteniamo? Le associazioni italiane (ancor più quelle romane, ahimè) sono a volte fotocopie dei peggiori partiti del '900, piccole e litigiose. Ma quanti di noi partecipano a tutte le altre manifestazioni? QUanti di noi scendono in piazza quando si organizza qualcosa per dire "non c'è solo la frocetta paillettata"? Quanti, come me, stanchi della litigiosità inoperosa e inconcludente dei pochi rappresentanti delle diverse associazioni, cerca, partecipando sempre, di creare qualcosa di trasversale? Il pride no, e allora? Cosa e come fare per non perdere visibilità, rispetto e non consegnare all'oblio le nostre rivendicazioni?
Riccardo Camilleri controverso
RICCARDO: non ho affatto detto che il praid non vada fatto. anzi. io ci vado. perchè partite in tromba quando nessuno ha detto di non fare la manifestazione? eppure mi pare italiano quello che scrivo...
Ciao a tutti.
Credo sia un diritto insindacabile poter partecipare ad una manifestazione come il gaypride sia che lo si intenda come festa liberatoria che come momento di lotta per una rivendicazione legittima.
Personalmente da qualche anno non vi partecipo più, perchè ho scelto di lottare quotidianamente, nella vita, nel lavoro, negli affetti, mostrandomi nella mia quotidiana normalità di uomo omosessuale.
Una cosa mi lascia perplesso e considero, talvolta, un po' ipocrita: molti partecipanti al gaypride, poi vivono la propria omosessualità solo rinchiudendosi in locali gay, saune gay, chat gay, villaggi gay...
Per poi decidere di nascondersi nella vita quotidiana.
Finchè non saremo noi stessi liberi nelle nostre scelte di vita, come pretendiamo lo facciano gli altri?
bravo INSY, l'hai detta proprio per com'è. E come vedi non manca chi fraintende anche tra chi dovrebbe essere più solidale. Il Pride va fatto, sempre e comunque. Certo avrebbe maggior valore - anche individualmente - se fosse ben conosciuta la sua storia e se poi ci si ricordasse di avere dell'orgoglio anche negli altri 364 giorni dell'anno. E come già sai, credo che il tempo di battere i pugni sul tavolo ed alzare la voce - fuori dalle solite rappresentanze - e da un poco che è arrivato. Temo pure che stia passando.
rocco
Bah, qualche parola a difesa delle associazioni... Il Pride di Roma quest'anno si farà grazie alla caparbietà di un'associazione (il MArio Mieli di Roma)e delle altre associazioni presenti nel Comitato Pride che, nonostante la Questura non desse l'autorizzazione e Alemanno facesse lo gnorri lo hanno indetto alle 16 in Piazza della Repubblica, rischiando anche qualcosina. L'anno scorso un collettivo (Facciamo Breccia) per protestare contro il divieto di sfilare in Piazza San Giovanni HA OCCUPATO PIZZA SAN PIETRO per qualche minuto, beccandosi anche varie denunce... I media, anche quelli glbt, hanno censurato l'evento, perché non venisse in mente ad altri/e che si può trattare il VAticano, quando fa politica, come un soggetto politico qualsiasi, contestabilissimo. Ci sono ancora tante associazioni DI BASE che si fanno un mazzo tanto a creare socialità gaylesbicablabla, a fare visibilità, a "occupare" il territorio. Certamente altre (pseudo)associazioni, magari (pseudo) nazionali si sono limitate a fare da braccio gay di partiti di (pseudo) sinistra, ma non si può fare di ogni erba un fascio. Sorry Insy, ma in un momento come questo, quando si fa di tutto per spingere gli omoricchioni a starsene invisibili a casa o in sauna, non è opportuna la lamentazione sulla inanità del Pride, si rischia di fare il gioco di chi ci vuole male. Poi... io non sono di Roma, ma mi sembra che anche là una frocetta con boa innamorata di Britney, se ha il coraggio di mettersi in Piazza nel paese più velato dell'Europa Occidentale, in qualche modo faccia RESISTENZA, perché è quello che è alla facciaccia di chi non vorrebbe che esistesse. Tiè!
Ciao Ale,solo per sottolineare che quello dell'atteggiamento di fronte agli eventi non è un problema dei froci italiani, ma degli italiani e basta (con la p piccola perché ce la meritiamo). È una attitudine con la quale conviviamo da centinaia di anni e ricordarlo non può che fare bene. Primo Maggio, Festa della Liberazione (o come si chiamerà), sono alcuni piccoli esempi. Le ultime elezioni uno ancora più grosso. Noi tiriamo a campare, sopportiamo, ci lamentiamo ma non facciamo altro. Sostanzialmente e perdonami la generalizzazione bassa e gratuita, lo prendiamo nel sedere e ce lo facciamo stare bene. Eppure gay o non gay, il partner ci piacerebbe sceglierlo, no?
Un abbraccio da DC.
http://it.notizie.yahoo.com/37/20090609/ten-zeffirelli-il-movimento-gay-mi-ha-se-ef693a4.html
che bella cosa eh?
Caro Insy, il Pride è nel miocuore e nella mia mente, e vorrei che ci fosse un Pride anche a Brescia, ci andrei!Sono d'accordo con quello che dici, e sono con il Pride romano al cento per cento! Buon pride a te, un arcobaleno di saluti! :D
Caro Insy, bel post. Sono del tuo stesso parere. Il problema in Italia per me è prima di tutto "noi gay". Come possiamo farci accettare se non siamo in grado di unirci e lottare insieme? Vai a leggere sui vari gay.it o gay.tv commenti a vari blog contro arcigay o circolomariomieli ecc.ecc. Non riusciamo a far fronte comune e combattere per i nostri diritti. In America se una stronza omofoba che vive grazie alla pubblicità di succhi di frutta è stata licenziata perchè tutte le associazioni gay hanno bloccato la vendita del prodotto, da noi non siamo in grado di bloccare uno stronzetto come Povia a Sanscemo. Anzi vince di tutto e di più. Da noi se una dice "meglio fascisti che froci" in TV si becca le copertine dei giornali e posso assicurarti che i suoi cari amici invertiti continueranno ad adorarla. Ma dopottutto se anche le donne hanno votato il nano da giardino malgrado quello che questo psiconano fa e dice distruggendo anni di femminismo, vuol dire che siamo proprio irrecuperabili. Ha ragione per me Aldo Busi: l'Italia deve scendere così in basso che poi forse non avrà che l'alternativa di risalire. Saluti da Berlino (ci siamo incrociati a Torino al festival, do you remember?), Chris
Anch'io sostengo che bisognerebbe chiamarlo party invece di pride. Per il resto magari intervistassero qualche frocetto: negli ultimi TG non si è praticamente fatto cenno delle varie parate e le foto dei trans le pubblicano anche su repubblica, in realtà.
By mad
Io anni fa ero contro il Pride perchè lo vedevo solo come party frociarolo fine a se stesso e avevo enormi pregiudizi in merito, condizionata anche dai media che riprendono e ripropongono dei vari servizi solo ciò che conviene propinare all'italiano medio gnurant.
Poi due anni fa ci sono andata e mi sono emozionata...è stato bellissimo vedere quella moltitudine di gente credere in qualcosa, vedere le vecchine affacciate che salutavano, le mamme con i bambini in braccio che applaudivano.
Ovviamente c'era anche una moltitudine di checche stupide che facevano la sfilta in mutande per farsi vedere il culo e fare le fighe ma poi scappavano davanti alle telecamere perchè avevano detto a casa che quel sabato andavano in pellegrinaggio da Padre Pio con la parrocchia.
Come ha già detto qualcuno io vado per rappresentare me stessa e la mia 'normalità'...e,sempre come ha detto qualcuno, il problema non è il Pride ma ciò che (non) si fa tra un Pride e l'altro.
Ordunque, il gay pride dopo 40 anni si svolge più o meno in contemporanea in più di 250 città del pianeta, quindi è diventato uno tra gli avvenimenti politici più importanti dalla seconda metà del 1900. I risultati sociali e culturali dopo secoli di soprusi sono sotto gli occhi di tutt* e basta un riferimento: la Spagna.
Nel caso vi chiedano o vi chiediate a cosa serve un gay pride questa è un'ottima e VALIDA risposta.
Riprendo il commento di Enrico:
'Il problema, come già detto, è che le stesse organizzazioni che organizzano il Pride poi non fanno niente altro!!'
LE ASSOCIAZIONI SONO COSTITUITE DAI SOCI. Se avete la tessera Arcigay o quella del 'Circuito uno' per entrare nei locali SIETE SOCI A TUTTI GLI EFFETTI. Se non siete mai andati a esercitare il vostro DIRITTO DI VOTO nelle assemblee per esprimere la vostra idea e (s)muovere le cose, il vostro diritto a lamentarvi si assottiglia verso lo zero (rispetto sacrosanto per la libertà di opinione ed espressione) Per le ragazze vale il discorso se avete la tessera di Arcilesbica.
Citando il noto filosofo Umberto Tozzi, 'Gli altri siamo noi'. Rimboccatevi le maniche. Io lo faccio da 10 anni.
sono una donna e sono un etero, ti leggo spessissimo e ho il tuo libro complimenti davvero divertente! non scrivo quasi mai commenti ma su questo argomento vorrei dirti che votai a sinistra quando si presento quell'accozzaglia di partiti capitanati da prodi sperando di avere negli anni seguenti qualche cambiamento tipo in Spagna..... visto come sono andate le cose schifata non ho più votato. E oggi mi ritrovo Alemanno sindaco di Roma che se mel'avessero detto 10 anni fa mi sarei messa a ridere.....boh a questo punto mi aspetto di tutto, anche che lo vietino il gay pride tanto ormai hanno capito ch a noi italiani dei diritti e del progresso non frega niente, basta intontirci di tv e trashume vario....
giulia
WOW! Quante cose, quanti pensieri, quante opinioni: tanti che condivido, tanti che non condivido. Per me il Praid, in Italia, è il momento più plateale e corale di quella lotta quotidiana che faccio con me e con il resto del mondo per insegnarci che quello che sono va bene così e non è una cosa sbagliata avere delle aspirazioni legate a quella sfera del mio essere.
La nostra italica cultura è ancora troppo intrisa del "si fa ma non si dice" in tutti i settori della nostra vita. E quindi chi alza la testa, chi grida la propria indignazione, chi chiede quello che gli spetta è sempre guardato male. Fa paura perché pensa. Perché è critico. Perché mette di fronte alle proprie responsabilità ciascun* cittadin*: chi sta al potere e fa di tutto per mantenere lo status quo, chi non esercita il proprio potere tramite il voto, chi ci chiama contronatura e poi va a Valle Giulia e paga le marchette, chi si pompa i muscoli e si ceretta e poi addita la "cretina che sculetta col boa di struzzo" come la causa principale della nostra discriminazione, e qualunque altra categoria di persone vi venga in mente.
Fuori dall'Italia ho partecipato a dei veri Ghei Parti: Madrid, Copenhagen, Amsterdam. Ed ho comunque sempre avvertito, al di là del divertimento e della celebrazione per quanto ottenuto, la consapevolezza che la lotta non si ferma mai: una volta conquistati i diritti bisogna mantenerli e dimostrare di esserseli meritati. Non è vero che una volta avuto qualcosa poi non ti verrà più tolto (Prop 8 vi fa venire in mente qualcosa?). Qui in Italia aspettiamo sempre che siano gli altri a rischiare per poi godere tutti dei benefici ottenuti e dare per scontato che tutto rimanga com'è fino alla fine dei tempi. Per poi fare spallucce una volta che quello per cui qualcuno ha dato la vita, viene revocato...
Quindi, caro Insy, condivido l'analisi e l'autocritica, ma cerchiamo di non darci sempre addosso e tentiamo di vedere le cose nel loro contesto: non ci giustifica, questo è certo, ma non possiamo pretendere di cambiare in 50 anni quello che si è sedimentato dentro di noi per secoli.
Credo che l'importante sia non arrendersi, guardare avanti SEMPRE a testa alta e contribuire ogni giorno alla lotta (anche con i nostri frivoli blogs).
PS: e poi ricordiamoci stiamo parlando degli americani, quelli che, magari non sono proprio il massimo, però già nel 1776 scrivevano nella loro Dichiarazione di Indipendenza "we hold these truths to be self-evident: THAT ALL MEN ARE CREATED EQUAL". Diciamo che hanno almeno un paio di secoli di vantaggio rispetto alla nostra gloriosa, ma a volte stantia, cultura classica.
sono sconvolto!
con il tuo post hai messo nero su bianco tutto quello che mi fa arrabbiare da 32 anni...
possibile che ci siano state tante interpretazioni diverse? chi l'ha presa sul personale chi proprio non ha capito che la tua era una piccola analisi della sfiducia che provi, ma la gente in nome di cosa si riunisce per un pride per difendere la propria opinione contro chiunque la pensi diversamente o per avere qualche ora per urlare nella maniera piu' dignitosa che come minoranza abbiamo bisogno di diritti e non solamente di critiche e doveri da contribuenti.
sempre piu' spesso mi trovo ad avere pensieri d'intolleranza nei confronti dell'opinione altrui... mi sto' lobotdigitaleterrestizzando anche io?
sono sconvolto!
con il tuo post hai messo nero su bianco tutto quello che mi fa arrabbiare da 32 anni...
possibile che ci siano state tante interpretazioni diverse? chi l'ha presa sul personale chi proprio non ha capito che la tua era una piccola analisi della sfiducia che provi, ma la gente in nome di cosa si riunisce per un pride per difendere la propria opinione contro chiunque la pensi diversamente o per avere qualche ora per urlare nella maniera piu' dignitosa che come minoranza abbiamo bisogno di diritti e non solamente di critiche e doveri da contribuenti.
sempre piu' spesso mi trovo ad avere pensieri d'intolleranza nei confronti dell'opinione altrui... mi sto' lobotdigitaleterrestizzando anche io?
Praid de che?...Di essere gay? Allora anche gli etero dovrebbero esserlo? A mio avviso, non c'è nulla di essere orgogliosi e ancor meno da festeggiare...è semplicemente NORMALE! Invece di carri e musica con "bambine" che urlettano e fanno gridolini qua e là (scusate ma che tutti siano liberi di esprimere sè stessi però se il tuo diritto di essere te stesso (?) (a mio avviso in molti casi è un eccedere per mettersi in mostra)mette in ridicolo un mondo intero di persone non mi va bene)ci vorrebbe un fiume di gente incazzata ma incazzata forte, quando poi un giorno si otterranno dei diritti fondamentali, quelli veri, non qualche metro di una via con due locali e qualche disco qua e là, bensì la possibilità di avere un compagno riconosciuto legalmente etc...allora si potrà anche fare festa!
Andy
Capisco in parte la posizione di Insy e di alcuni commenti precedenti. Purtroppo per arrivare ai nobili ideali che muovono il Gay Pride bisogna riuscire a guardare oltre le apparenze. In un paese dove tutto viene ben impacchettato mediaticamente, non è il modo migliore di presentarsi. Tuttavia se fosse una manifestazione di uomini e donne in giacca e cravatta scommetto che troverebbero da ridire sul colore delle cravatte... Il punto è che in Italia il Pride ha acquistato un poco il significato di un "ci siamo anche noi", che ogni tanto va gridato per farlo sentire anche a chi è più duro d'orecchi. Cercando di fare in modo con altri canali di farlo servire a qualcosa, anche se non ci sono forme di vita intelligente in ascolto... Almeno in questo governo.
Poi non dimentichiamo che il Pride ha anche un significato per i gay che vanno al pride (o che anche lo vedono da casa). In Italia (e non solo) c'è chi vive ancora ai margini (o poco ci manca) del mondo gay (parlo di associazioni, come di locali o in generale di occasioni di socializzazione). Non c'è modo migliore di far sentire la forza e la presenza del movimento gay che con un grande evento nazionale... E scusate se è poco! Sotto questo punto di vista credo che il Pride sia più utile farlo in Italia che in Spagna. Per questi motivi non credo nemmeno che sia giusto chiamarlo gay party... Somiglierà anche ad una festa, ma è una festa che facciamo marciando per le strade, facendo sentire la nostra forza alla nazione.
caro anton,
vedi io non sono mai stata a un pride, quindi ti chiederai che apporto posso dare alla discussione. Ti dico come lesbica io nn mi nascondo mai, bacio e abbraccio la mia ragazza dovunque sono, questo secondo me significa ricordare che ci siamo. Non serve a nulla farsi la "vacanza al pride" e poi nella vita di tutti i gg non esserci, non dirlo alle nostre famiglie, ai nostri amici, ai nostri colleghi. Noi trooppo spesso veniamo etichettati con stereotipi che un po' anche noi contribuiamo a creare. Più di una volta mi sono sentita dire "no dai ma nn ci credo che sei lesbica, cioè SEMBRI una donna a tutti gli effetti", e che cavolo SONO una donna a tutti gli effetti metto la gonna ecc, non siamo tutte camioniste. l'immagine che diamo nel pride è secondo me nociva della ns immagine, non verremo mai presi sul serio. Servono azioni, informazione, far capire alla gente che gay o lesbica o qlsiasi altra cosa lo può è chiunque panettiere, medico, avvocato ecc. i gay nn sono solo parrucchieri e noi lesbiche nn siamo solo camioniste. sfilare x le strade a che serve x i diritti civili? io m,i sono persa qualcosa
cara anonima (scusa, non hai messo nessun nick ;) ),
sono d'accordo su quanto detto nell'ultimo commento sull'importanza del non nascondersi nella vita di tutti i giorni. Se tutti lo facessimo potremmo spostare le montagne oltre che l'opinione pubblica.
Mi permetto di consigliarti di non farti lusingare da frasi "no dai ma nn ci credo che sei lesbica, cioè SEMBRI una donna a tutti gli effetti", non c'è nessun valore aggiunto, umanamente parlando, nel sembrare eterosessuali. Se sembri femminile è semplicemente perchè per te è stato naturale comportarti così, per qualcuno potrebbe non esserlo ma credo che abbia uguali diritti di mostrarsi al mondo con orgoglio.
Sono meno d'accordo sulla tua idea di inutilità del Pride. Come ogni manifestazione, quindi non necessariamente il pride, serve a mostrare la forza e l'unità di una comunità di persone. E' una piattaforma simbolica per fare la sintesi della condizione degli omosessuali nel nostro paese. Non escludo che col tempo possa diventare qualche altra cosa: se gli aspetti più "commerciali" del pride dovessero prendere il sopravvento, probabilmente sarei della tua stessa opinione. Ma ci sono ancora troppe cose buone per il momento, e troppe cose per cui serve ed è importante.
buon pride (vale anche per quello che fai ogni giorno ;) )!
ciao anton!! scusa ma nonostante la mia compagna sia un draghetto del pc x me è già tnt accenderlo :p
volevo solo precisare che io non mi sento lusingata dal fatto che mi dicano che sembro una etero mi stanno stretti gli stereotipi sempre..la mia compagna è meno femminile di me ma nn per qst ha qlk di meno o di + siamo diverse e io la amo e la adoro così com'è. qll che penso è che uno debba essere ciò che è io nn accetto lo stereotipo mai siamo tutti diversi, anche i gemelli. sentendo i commenti al pride sono una festa gioiosa, molto colorata animata. alla fine passiamo solo per dei festaioli che basta che li lasci una volta all'anno mettere su le piume e qnt altro e nn rompono le palle, io personalmente se andassi al pride sarei come sono sempre jeans, cioè porterei me stessa. + diamo un'immagine fuorviata di noi e + cmq ci considereranno una categoria a sè di mezzi squilibrati :D nn serve a nulla andare tutti in giacca e cravatta xò dovremmo portare ciò che siamo se tra qlk anno ci andrò ci andrò col camice e ci andrò con i bimbi che spero di avere :)buona serata
Secondo me il Pride è una manifestazione più che inutile. Non ha senso far sentire le nostre voci una volta all'anno, tentare di lottare per San Giovanni perchè a Piazza Navona non entriamo tutti. Una volta conquistata una piazza più grande che ci dovremo fare? Non è quello che ci serve; non ci serve un posto più largo per far vedere quanti siamo... secondo me quello che ci serve è che tutti questi BLGT facciano sentire la loro voce anche i restanti 364giorni dell'anno. Perchè è vero, il nostro paese è famoso per una politica di merda, per l'influenza troppo eccessiva del Vaticano nelle nostre decisioni politiche o per tutti i cazzi che ogni giorno ci fanno lamentare come vecchie zitelle sull'orlo di un infarto. Io ero al gay pride, ero fiera di sfilare in mezzo a gente "come me" ed ero fiera perchè per una volta mi sentivo a mio agio in mezzo alla gente. Eppure non è cambiato niente. Come da 20anni a questa parte il pride non ha cambiato assolutamente niente. Che il tg dedichi 4minuti del suo tempo alla prima frocetta che ama Madonna è irrilevante, perchè anche intervistare una persona sensata che non abbia stampato in testa solo il cazzo o la vagina non cambierebbe le cose. Dobbiamo smetterla di fare le vittime, di sentirci vittime e cominciare a lottare per i nostri fottuti diritti. Al 90% non servirebbe a niente comunque, ma almeno avremo la possibilità di dire di aver lottato per quello in cui crediamo, per quello CHE SIAMO senza dover aspettare una manna dal cielo che non arriverà mai. Scusa l'intrusione molto teatrale, buona giornata ^^
Posta un commento