Forse è vero, siamo tutti dotati di senso dell’umorismo. Il problema però è che ognuno ha il suo e non sempre riusciamo a capirlo e riderci sopra. Tanto meno mia madre. Tanto meno quando si trattava degli scherzi che faceva da piccolo mio fratello (o almeno lui credeva fossero tali) e che lei, con un maggior senso del tragico, definiva: degli inconsapevoli tentativi di diventare prematuramente orfano.
A quattro anni mio fratello aveva iniziato ad accendere nei miei il sospetto che “L’esorcista” fosse in realtà un documentario più che un film e che, tutto sommato, anche la nostra famiglia poteva essere colpita da una sventura del genere. E forse la stavamo già vivendo perché a quell’età i bambini raccolgono margherite da regalare alle mamme, disegnano con i pastelli una casa con quattro stecchi sorridenti che poi ti spiegheranno essere io, mamma, papà e Insy, non se ne vanno di certo in giro ad aprire i bocchettoni antincendio dei cinema allagando la sala e costringendo il pubblico ad una fuga in stile Titanic.
Bello di mamma (l’epiteto con cui mamma soleva chiamare mio frate nella illusoria speranza di rabbonirlo) doveva essere afflitto da una noia mortale quando, a poco più di 3 anni escogitò l’ennesimo e, per mia madre quasi fatale, scherzo.
Mamma preferiva tenerlo a casa piuttosto che mandarlo al nido. Diceva che presto sarebbe andato all’asilo e che quindi da lì in poi avrebbe passato così tanti anni nelle scuole che le sembrava crudele spedircelo anzitempo (mentre io invece c’ero finito già all’età di 2 settimane, per di più, in un istituto di suore e non sono neppure mai stato chiamato “bello di mamma”).
Questo però comportava che durante le ore di veglia di mio fratello mia madre avesse un ritmo cardiaco costante di 150 pulsazioni al minuto e non tanto per le faccende domestiche in sé ma per la velocità con cui cercava di sbrigarle sorvegliando contemporaneamente che mio fratello non si arrampicasse sulla cima della libreria di mio nonno (passione già raccontata in un precedente post), ne che iniziasse a smontare le prese della corrente, seviziasse i suoi orsacchiotti o lanciasse a terra bicchieri, bomboniere di cristallo, cornici d’argento o tutto ciò che poi potesse irrimediabilmente rompersi o infrangersi.
Il terrore però più grande di mia madre erano le sedie e le finestre. Due elementi che sommati all'interesse di mio fratello per il fri claimbing e il bungi giamping la costringeva a controllare in una ronda senza sosta che le finestre fossero sempre ermeticamente serrate eliminando del tutto la presenza di sedie in casa, costringendoci così a pasteggiare a terra, su dei pleid colorati in un continuo stato di pic nic.
Il quei cinque minuti al giorno di pausa durante i quali doveva fumarsi una sigaretta, prendersi un caffè e fare pipì con la stessa rapidità dei un carcerato nella mezz’ora d’aria, delegava mio nonno di controllare mio fratello e, soprattutto di vigilare a che le finestre restassero chiuse.
Fu uscendo dal bagno con la cicca da una parte e la tazzina dall’altra che mia madre, quasi automaticamente ormai, chiese a mio nonno “dov’è Bello di mamma?”. Il volto del padre assunse subito l’espressione di terrore e smarrimento di chi sa già d’esser colpevole di una mancanza.
“Bello di mamma, Bello di mamma! Dove sei?”. La voce le si andava facendo sempre più preoccupata. E sì che non occorreva molto per trovare qualcuno in casa. Erano non più di 65 metri quadrati.
Davanti la porta della camera da letto si pietrificò come Sara alle pendici di Sodoma dopo aver osato voltarsi per guardare la città colpita dalla punizione di Dio. Non solo la finestra della camera era spalancata ma a ridosso, c’era uno sgabello sfuggito all’olocausto dei sedili. In quei pochissimi passi che la separavano dall’affaccio la sua mente fu inondata da un unico pensiero funesto che aveva sommerso quasi del tutto la sua capacità di razionalizzare tranne un’unica plausibile considerazione: “fosse caduto di sotto sentirei quantomeno le grida dei vicini” e questa tragica speranza fu la sola che le diede il coraggio di sporgersi dalla finestra. Bello di mamma non era diventato una mattonella del cortile! Grzie Signore! La tensione si svuotò in una frazione d’istante e con lei venne quasi meno persino mia madre che dovette reggersi alla balaustra. Ma allora: dov’era? Nello stesso istante in cui la mente di mia madre aveva iniziato ad elaborare ipotesi come il rapimento da parte degli ufo, Bello di mamma spalancò le ante dell’armadio in cui si era rinchiuso con lo stesso scatto di uno di quei claun a molla pressati in una scatola a carion. “Sorpresa!”. Il piccolino, ben consapevole delle fobie di mia madre, aveva elaborato una perfetta scena del crimine e aveva pensato che mettere su un finto suicidio avrebbe divertito moltissimo la nostra genitrice.
Al ritorno mio padre ci mise un po’ per riconoscere il figlio dietro quella maschera di lividi sul viso che lo rendevano più simile al Toro Scatenato di De Niro che al secondogenito e quando mia madre giustificò la ragione di quella scarica di botte, ci mancò poco che mio padre non completasse l’opera.
14 commenti:
tuo fratello si è dimostrato un genio già da piccolo... questo devi ammetterlo ;-)
menomale che le botte eran per entrambi! Almeno in quello è stata equa devi ammetterlo!!!! hihi bellissimo come al solito il tuo racconto Debora!
Ti prego facci conoscere tuo fratello su Facebook :-)
Mi è venuto un dubbio...ma tu lo ami o lo odi?
Tuo fratello si chiama Stewie?
Esiste già un "Fratello-di-Insy Fan Club"??? :)
Insy -Tesoro di tutti Noi,
adesso raccontaci qualche Tuo scherzetto quando eri piccolo!
(a parte quelli che conosciamo bene già dal libro)
Le risate sono sempre benvenute!
ahahah tuo fratello è un genio! ha mai pensato di lavorare come sceneggiatore di CSI?
Scommetto che tuo fratello adesso è ingegnere...
Insy, raccontaci che ti ha fatto ultimamente tuo fratello, che dal nulla più totale è diventato l'eroe negativo del tuo blog, vogliamo sapere come mai????
Un genio! :-D
che dire...mi hanno regalato il tuo libro per il mio compleanno..uno di quei regali pilotati..della serie che erano settimane che dicevo "ma non regalatemi nulla, ho già tutto, però se volete c'è quel libro lì"...e la conferma è arrivata dopo averlo letto in un giorno:
libro s-p-e-t-t-a-c-o-l-a-r-e
bravo!
ENTONI: ne sono lusingato! addirittura regalo pilotato?!! Grazie:)
..c'è di peggio... giusto l'altro giorno (quasi a conferma del fatto che gli argomenti del mondo sono alla fine sempre gli stessi) un'amica a cena ci ha intrattenuto con i racconti dell'infanzia.. di quando scappò dall'asilo o di quanto adorava rompere le zuccheriere a casa della nonna. Ma su tutte, una storia mi ha colpito, quella della perfida cugina nei confronti della quale tuo fratello credo sia già stato santificato da anni. Pare che questa un giorno sia caduta dal tavolo all'asilo, facendosi un piccolo taglio sulla testa. Tornata a casa, ha poi raccontato ai suoi che era stata la cugina, la cui unica colpa era di essere sua coetanea e di essere stata messa nella stessa sezione del piccolo diavolo, a spingerla e falra cadere. Al che la madre della piccola innocente si è vista costretta a picchiarla, sperando che a froza di percosse, prima o poi confessasse. E questa, perfettamente inconsapevole, che veniva picchiata senza saperne la ragione. Una sberla dopo l'altra, la madre ha allora iniziato a porsi il dubbio che, forse, visto che questa non "confessava" magari c'era sotto qualcosa. Così il giorno dopo ha chiesto spiegazioni alla maestra, venendo a consocenza dell'amara verità. "Beh dai.. ti serviranno lo stesso per un'altra volta" ha sentenziato allora la madre alla figlia, giusto per non svillire il suo ruolo nonostante la montagna di sensi di colpa che mi sa che a quel punto l'avranno sommersa...
(si scusa.. sono logorroico per natura..)
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