martedì 1 settembre 2009
MIO FRATELLO, MEGLIO NOTO COME UNO DEI CAVALIERI DELL'APOCALISSE.
Probabilmente, anche se a quei tempi l’abitudine di affidare i figli a delle bebisitter non era ancora così diffusa, grazie a loro, i miei avrebbero potuto comunque continuare ad avere una vita sociale da condividere con i propri amici. Ma non richiedere i loro servigi non era tanto dovuto alla scarsa fiducia nella professionalità di qualche studentessa di 18 anni nel prendersi cura di due ragazzini, quanto alla certezza che una serata con Stefano, mio fratello, avrebbe trascinato i nostri genitori in tribunale come responsabili nel primo caso di sevizie domestiche causate da un bambino di 5 anni nei confronti di un’adulta.
In effetti fintanto che mio fratello era costretto in ceppi nella culla, la possibilità di ricevere ed essere ricevuti dai nostri amici era ancora un’occasione proponibile a patto che si ignorasse il fatto che la carrozzina sobbalzasse come il letto di un esorcizzato a causa della vivacità del pargolo. Ma con i primi passi mossi da mio fratello e soprattutto l’uso della parola (la sua prima infatti non fu “mamma” ma “vaffanculo”) iniziò ad essere sempre più difficile gestire la sua esuberanza, soprattutto in presenza di altri, a meno che non si volesse ricorrere a massicce dosi di chetamina sparate con un fucile di precisione, operazione pressoché impossibile date la sua agilità e rapidità di movimento. Del resto, risultava quanto meno disagevole per i miei intraprendere con chi che sia una piacevole conversazione a base di pasticcini e the se nel frattempo tentavano con le braccia, viola per lo sforzo, di bloccare un ragazzino di 4 anni che cercava di divincolarsi urlando, fino a diventare cianotico, frasi come: “lasciatemi, sangue di Giuda!! Lasciatemi!!!”.
La scelta da parte dei miei di ritirarsi a vita privata fu comunque agevolata anche dal diradarsi degli inviti delle coppie di loro amici che erano direttamente proporzionati alla conoscenza di quell’invasato di mio fratello.
Neppure il metodo della trucidazione, che pure aveva dato ottimi risultati applicato su di me, era riuscito a scalfire la sediziosità di Stefano. Anzi, sembrava che traesse energia dalle botte che prendeva grazie ad un singolare, quanto unico, caso di termoconversione e, sia pure tra le lacrime che gli scorrevano sulle guance, era piuttosto inquietante sentir dire da uno che ancora doveva varcare la soglia della prima classe elementare: “menami pure, tanto non mi hai fatto niente!”.
L’ultima volta che i miei fecero una cena in compagnia di altre persone che non fossero i propri figli fu a casa di una cugina di mio padre. Non ricordo il motivo dell’invito ma per ignorare la fama di mio fratello che ormai serpeggiava fino alle propaggini estreme dei gradi di parentela, doveva trattarsi di una ragione assai importante.
L’espressione di mia madre ormai era invariabilmente la stessa ogni volta che usciva con mio fratello al seguito: terrorizzata. Ormai aveva sviluppato la capacità di svincolare i due occhi dalla vista stereoscopica, e se con uno seguiva i discorsi dell’interlocutore, con l’altro monitorava mio fratello che nel frattempo seminava panico e devastazione.
Durante la cena siamo tutti riuniti intorno al tavolo, mangiamo ma la conversazione non è particolarmente effervescente. Forse è per quello che mio fratello, nel silenzio dei commensali, guarda la padrona di casa, che a onor del vero non la si poteva certo dire una bella donna, e le dice: “tu hai la faccia da porco”. E’ vero che per educazione e cortesia si cerca sempre di indulgere sulle marachelle dei bambini e la parente fu tanto magnanima da glissare sull’accaduto, forse mossa a compassione tentativo di mia madre di soffocarsi con una forchettata di fettuccine, ma l’aria si era fatta in effetti piuttosto tesa. “Ma no, è che Stefano ha visto il viso di XXX (nonmiricordoilnomedellaparente, dato che fu l’ultima volta che la vedemmo) attraverso la bottiglia dell’acqua e ha visto il suo viso deformato”. Ora ditemi se voi avreste creduto ad una scusa del genere, neppure Taormina per la Franzoni si sarebbe spinto così in là con la fantasia. “no, ha la faccia da porco!”. L’affermazione proveniva sempre da mio fratello che troneggiando con la bocca sporca di sugo e il tovagliolo legato intorno al collo, come un piccolo tiranno che godeva dell’imbarazzo che stava causando, confermando così la teoria che vede nei bambini una naturale tendenza al diabolico.
In qualche maniera, che lo scioc dell’episodio non mi ha permesso di ricordare, riuscimmo a congedarci da quella serata con una certa disinvoltura.
Varcata però la soglia di casa dei nostri ormai ex parenti, mio fratello fu pistato come si fa solo con l’uva ad ottobre ma tollerante al dolore, come ho già detto, al termine della mattanza, sputò un fiotto di sangue dalla bocca, e con lo sguardo traverso degno di un primo piano di Sergio Leone, si rivolse ai miei dicendo, anche questa volta: “tanto non mi avete fatto niente”.
correzioni eseguite da REDRUM.
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21 commenti:
Ahahahah la vostra è una famiglia di matti, peggio della banana dura di mia madre e i colpi di karate di mio padre. E' sempre un piacere leggerti.
La banana dura di tua madre?
Non suona bene Helicomarion...
Complimenti per la famiglia Insy, davvero!
Ma più che altro complimenti a Redrum per le correzioni! :-)
enry: è un duro lavoro ma qualcuno deve pur farlo...
redrum cmq qualche refuso c'è...
E' scritta meravigliosamente e gradevolissima da leggere. Ma, a parte queste valutazioni estetiche, come diavolo hai fatto a sopravvivere a una famiglia cosi'??
Ho solo una curiosità... ma oggi da adulto, tuo fratello che tipo è??? Come ha organizzato la sua vita??
Ma nooo, sono sicuro che stai esagerando, Insy. D'altra parte i bambini sono soliti chiedere cose come "Ma sei un maschio, tu?" o "Perchè i tuoi capelli cominciano neri e finiscono biondi?". Meglio lasciare che i piccoli Sherlock ci arrivino da soli. Quanto alle "facce da porco", invitare il ragazzino a guardarsi allo specchio...
Temo che tuo fratello abbia dei geni in comune con la mia famiglia.
Ma io credevo che la pecora nera fossi tu,non "coccodimamma"!
Insi di la verità che è un post-vendetta su tuo fratello per qualcosa che t'ha fatto.. su avanti, confessa!!
Comunque speriamo che tuo fratello non abbia perso spirito :-D
mi ha fatto sentire felice di essere figlia unica per un attimo...
:)
Stupenda e cinematografica. A sto punto la prossima volta che capito a Roma devo assolutamente conoscere tuo fratello.
Si ma... ORA che fa???
Che ridere... stupendo!!! Comunque, meglio un bambino pestifero che uno inerte, che dove lo metti là sta!!! :-D
anch'io.... anch'io voglio sapere cosa fa ora.... stuntman? recupero crediti? animatore di villaggio turistico? che fa?
molto intiresno, grazie
molto intiresno, grazie
ke fa stefano adessooooooooooooo?
cmq poveretto x il fiotto di sangue :(
Emy M.
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cmq poveretto x il fiotto di sangue :(
Emy M.
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Emy M.
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Emy M.
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