martedì 6 ottobre 2009

NEL PARADISO DEI MOTORINI












Il fido scudiero è definitivamente dipartito, sgommando verso il paradiso dei catorci. Dopo quasi 9 anni insieme, stamattina l’ho consegnato allo sfasciacarrozze che aveva la barba incolta come solo la può essere quella di chi la mattina si sveglia all’alba e, sapendo che dovrà passare tutta la giornata tra carcasse d’auto informi, se ne frega del pelo e contropelo.
In tutti questi anni, non ha mai subito un incidente eppure, stamattina, la sua carrozzeria sembrava la buccia di un’arancia dopo esser stata spremuta fino all’ultima goccia.
Gli specchietti non c’erano più. Uno rubato, l’altro divelto da un tubo Innocenti che mi cadde addosso da un ponteggio lo scorso anno, mentre me ne stavo fermo ad un semaforo, e che per poco non mi trafisse.
Del parabrezza ne restava solo metà dopo esser caduto una sera in cui qualche culone fuorisede, di quelli che bivaccano solitamente nel bar sotto casa mia, aveva confuso lo scuter per una sces long durante uno dei loro interminabili aperitivi.
Il cavalletto aveva perso una delle 2 staffe e, di conseguenza, il suo equilibrio instabile mi aveva costretto negli ultimi mesi a parcheggiarlo appoggiandolo ai muri.
Anche del freno sinistro, che poi è quello che serve ad avviarlo, se ne persero le tracce una fredda notte di febbraio. Spezzato di netto, non ne ritrovai neppure i resti.
Il sellino squarciato, ormai esponeva la spugna dell’imbottitura quindi immaginate che piacere fosse poggiarci il sedere dopo una bella pioggia.
Le frecce si accendevano solo in rare occasioni e, possibilmente, non quando dovevo fare una curva. L’unico elemento integro era il faro, che avevo rimesso 2 volte perché altrettanti me ne avevano rubati negli anni passati.
E per finire, il bauletto, volatomi via, e mai più ritrovato, la notte di capodanno del 2006 mentre schizzavo a tutta velocità verso Muccassassina.
Avrei voluto fargli una foto, così, per ricordo, ma mentre il signor Sfasciacarrosse lo trascinava oltre le alte mura fatte di macchine accatastate l’una sull’altra, mi sembrava di dare troppo peso ad una cosa e, sebbene non sia mai arrivato all’eccesso di darli un nome, insufflandogli così la dignità che spetterebbe solo agli esseri viventi, devo ammetterlo, quando sono andato via, ho provato tanto dispiacere.

10 commenti:

Enrico Siringo ha detto...

beh lo hai soppresso per nn farlo piu' soffrire ;)

Poto ha detto...

Magari lassù ritroverà il tanto amato freno mancato anni prima, o parte del cavalletto...
Peccato non ci sia la De FilippA a farne una trasmissione delle sue..
Lacrime a gogò...

Maya ha detto...

:(, ma quanto Ti capisco!
un periodio di cambiamenti,speriamo sempre per il meglio.
Have a nice time!

Gipris ha detto...

Diciamo che c'era rimasto poco da rottamà ormai...

MIichele ha detto...

ma la vera sfiga è che a Roma non puoi usare la bicicletta!

eppifemili ha detto...

ma ci credo!

il giorno in cui rottamerò il mio Fiorello (che non sta messo tanto meglio del tuo), fido compagno di avventure e amico fedele....
sono sicura che piangerò.

Morgana ha detto...

io ho addirittura pianto (2 lacrime) quando ho dato via la mia prima auto: la vecchia cara 500!

Enrico* ha detto...

...la notte di capodanno del 20006...
L'ho sempre detto che sei troppo avanti!!

P.S. Sfasciacarrozze, non sfasciacarrosse... Dove'è finito il correttore-di-bozze-Redrum??

daniele ha detto...

Il mio old scooter distrutto lo conservo ancora, pensa un po'!
Non ce la facevo a darlo allo sfasciacarrozze.

dario ha detto...

il motorino è morto: viva il motorino!