giovedì 15 settembre 2011

GRINTA

























Più che una parola per me ha significato per anni uno stile di vita. Nello specifico era quello di mio padre che però sin dalla nascita ha cercato di instillare anche in me ripetendomi come mantra esortativo la frase: “Alessandro, grinta!”.
Per papà ad esempio “grinta” significava obbligarmi a correre insieme a lui d’estate, possibilmente alle 2 del pomeriggio, meglio se in prossimità della spiaggia, senza bere un sorso d’acqua e se mi vedeva arrancare, mi gridava: “muovo quel culo di piombo. Un po’ di grinta!”.
La mia prima e unica bicicletta la ottenni solo in cambio di un riassunto scritto dell’Iliade, un capitolo al giorno durante le vacanze di Natale. E se mi vedeva scoraggiato davanti a quel librone, mordicchiando pigramente il tappo della bic mi faceva un agguato da dietro gridandomi nell’orecchio: “Mettici un po’ di grinta avrai la tua BMX”. Ok, va bene tutto ma volgiamo anche dire che all’epoca frequentavo ancora la quinta elementare?
“Dai muovi quelle braccia, mettici grinta”, mi urlava dagli spalti della piscina mentre le roteava come pale di mulino per farmi vedere come dovevo fare. Pretesa assurda visto che io ero in vasca troppo impegnato ad arrivare ultimo durante una delle mille competizioni perse nella mia carriera.
Per lui non esiste riposo, tregua o resa. La vita va presa a morsi e ogni lasciata è una sconfitta. Uno stile di vita che purtroppo ho fatto mio. Anche per me il sonno è una perdita di tempo, le ore sono sempre troppo poche e il divano è il mio nemico solo che con l’età ho imparato a dare a tutto questo il giusto nome: “nevrosi”.

Altre voci scritte da altri autori le trovate sul Dizionario Affettivo della Lingua Italiana 2.0 curato da Matteo B. Bianchi.
Potere scaricarlo in .pdf a questo link:

http://www.matteobb.com/tina/home.html

1 commento:

vix ha detto...

osteria che traumi! un capionario perfetto per un gruppo di primal deconditioning _ con tutto il rispetto e la comprensione :)