sabato 22 settembre 2012

IKEAL POLITK

il nuovo spot di Ikea sta avendo un successo incredibile, soprattutto tra i gay. Per la prima volta in Italia viene rappresentata una coppia omosessuale che, lungi dall'essere Renato&Alben, incarna il desiderio di moti di essere coppia senza fingersi altro. E quel “E’ arrivato il momento di dire basta” da slogan commerciale diventa quasi un incitamento politico. Lo speker prosegue spronandoci ad abbattere le convenzioni con quel filo di retorica che potrebbe sembrarci eccessivo se pensiamo che lo sta dicendo con l’intento di farci comprare il divano Granculla, ma noi, forse davvero stanchi delle porcate che ci circondano, vogliamo leggerci anche dell’altro, e ci piace così. L’obiettivo di un’azienda, si sa, è vendere e il suo successo è tanto più certo quanto maggiore e la soddisfazione di un cliente. Se ci penso, è un po’ come dovrebbe essere la politica e i nostri partiti e a prescindere dagli assunti ideologici, quello che ci aspetteremmo da uno schieramento dovrebbe essere la soddisfazione dell’elettorato ma: “chete lo dico a fare...”. Alla fine della fiera, a prescindere dagli obiettivi commerciali, mi dico che Ikea ha avuto il coraggio di schierarsi più di quanto facciano i partiti della sinistra. E’ vero, se i gay smettessero di compare da Ikea questa finirebbe a vendere canestri di vimini intrecciata nei mercatini paesani ma intanto hanno preso una posizione, senza dover “riflettere”, come affermano i nostri politici, su questioni “delicate” che sono tali solo per le loro pavide manovre di potere. Ora non che pretenda che il quadro dirigenziale del mobilificio svedese prenda d’un colpo il posto di Bersani, Alfano e Di Pietro ma fossi in questi ultimi ragionerei sul fatto semplice, evidente, lampante che la gente è ben più avanti di loro e che anche il marketing (che per suo mandato naturale segue i gusti del pubblico) si volta indietro e gli fa “ciao, ciao” con la manina. Sospettare con scetticismo che lo facciano perché ora i gay sono di moda (?!), per quanto assurdo è comunque lecito ma è pur vero che schierarsi a favore delle “diversità”, compiace tanto pubblico quanto altrettanto ne dispiace (e questo significa boicottaggio e perdita di clienti). Io, troppo spesso purtroppo, sono l’esempio vivente dell’effetto seduttivo della pubblicità (comprerei anche assorbenti interni se facessero uno spot che mi piace) ma, sarò scemo, se un’azienda mi gratifica sostenendo quelli che sono i miei principi politici (oltre che i miei gusti nell’arredamento), anche se ormai non ho più mobili da comprare ne spazio dove eventualmente metterli, sono comunque disposto a farmi 40 minuti di macchina, 30 di ricerca del parcheggio e 20 di fila alle casse (tanto di meglio d fare il sabato sera non ne ho quasi mai…) anche solo per comprare 3 tazze, 2 candele profumate e 12 pacchi di biscotti al zenzero.

4 commenti:

Karma Kooning ha detto...

Veramente qualcosa che rispecchia la normalità della vita... grazie IKEA, grande coraggio in questo paese dove in pochissimi hanno preso una posizione, spesso però contraria e schifata!!!

Karma Kooning ha detto...

oltremodo meravigliosa questa pubblicità specie quando uniscono i letti!!! Che dolci!!!

Anonimo ha detto...

Leggerti e' sempre un piacere,Andrea

NYNY ha detto...

mi piace questo tuo post, concordo con le tue considerazioni.

una vera casa democratica dovrebbe essere capace di accogliere tutti