martedì 4 dicembre 2007

IL BELLO DI UN VIAGGIO NON E’ LA DESTINAZIONE MA IL TRAGITTO.



Ho deciso cosa farmi regalare tra pochi giorni per il mio compleanno: una seduta spiritica per parlare con Torpalock, ovvero quello che la zingara di Piazza del Popolo, qualche anno fa, mi rivelò essere il mio spirito guida (sotto compenso di 5 euro).
Devo assolutamente chiedergli io nella vita precedente chi ero.
In ballottaggio abbiamo:
1) un negriero spagnolo che sterminò un intero villaggio africano gettandolo dalla nave durante la tradotta in America per alleggerire l’imbarcazione durante una tempesta;
2) Erode, per il ben noto fattaccio della “Strage degli innocenti”;
3) L’inventore della ceretta a caldo per le sofferenze inflitte a milioni di inguini femminili ogni anno.
Perché altrimenti il mio carma, nonostante le porcherie commesse in questa vita da me medesimo, non giustificherebbe tanta sfortuna.
Venerdì mattina arrivo con i miei amici all’aeroporto per prendere un volo diretto a Stoccolma che, in questo periodo, da il meglio di sé: temperatura oscillante tra i -12° e i -45°, con il sole che tramonta alle 2 e mezza e un’umidità da acquario dei pesci rossi.
Sapevamo che ci sarebbe stato lo sciopero quel giorno ma sarebbe dovuto cominciare un’ora dopo la nostra partenza, per questo eravamo già pronti a fare pernacchie mettendo il braccio a manico d’ombrello a tutti quelli che avrebbero visti cancellati i loro voli gridando sguaiatamente: “viaggiatori!!”, seguito da un elegantissimo pernacchione. E, invece, come Alberatone Sordi nei Vitelloni, alla fine c’è toccata la stessa sorte.
L’altoparlante ci comunica che, invece di dare la sola solo ai passeggeri dei voli che partono dalle 11 in poi, è segno di maggior democrazia cancellare anche quelli precedenti. Neppure ci avessero comunicato che la nazionale di Regbi Italiana l’avrebbe dato solo ai primi 7 che avessero raggiunto il banco informazioni, abbattiamo i record dei 200 metri di Liuis dell’ ’84 precipitandoci al banco delle informazioni per sapere per quale motivo fossero stati cancellati tutti i voli. Lì ho avuto la conferma: quando una compagnia aerea vuole fare tagli sul personale costringendo gli impiegati a licenziarsi o, come in questo caso, ad abbandonare il posto di lavoro con un teatrale suicidio lanciandosi nella turbina in azione di un 747, lo mettono al servizio informazioni durante i giorni di sciopero. Ma, poco prima del suo gesto estremo, l’impiegata della Raianer fa di tutto per trovarci una soluzione visto che avevamo deciso che noi, comunque, in Svezia ci dovevamo andare.
Da lì, il delirio di tragitti alternativi per aggirare il blocco degli scioperi. Ad eccezione del risciò a pedali e del carretto siciliano trainato da una coppia di poni, per il resto le abbiamo provate tutte. Alla fine le alternative erano: un Roma/Liverpul/Stoccolma con una sosta comoda di 10 ore nel aeroporto che, per varietà di negozi e possibilità di svaghi, è secondo solo a quello di Noril'sk, attracco dismesso dell’esercito sovietico nella regione settentrionale della Siberia, per poi ripartire in serata;
un Roma/Pisa/Stoccolma che avremmo potuto raggiungere in macchina in poco tempo (ipotesi poi sfumata a causa della sparizione della destinazione dal terminale della futura suicida che ormai, con un filo di voce e dandosi dei colpi alla testa con la cornetta del telefono, ci dice: “non capisco, Pisa era qui fino a un secondo fa!”, per cui non si è capito bene se Pisa sia stata risucchiata dalle viscere della terra o cosa);
Roma/Treviso/Stoccolma.
A quel puntolo sono rassegnato: inventerò di esserci stato lo stesso, mi leggo la guida di Stoccolma, e, se mi ci metto d’impegno, tra fotosciop e immagini scaricate da internet riesco anche a testimoniare il viaggio con degli scatti di me che insegno la tarantella a Victoria, l’erede al trono di Svezia, dandole delle pacche sul culo.
A quel punto, non so quale dei miei compagni di viaggio se ne esce con un’idea degna del reportag di punta del numero di gennaio di Nescional Geografic: “Beh, prendiamo una macchina in affitto, andiamo a Treviso e partiamo da lì”. Io ora di Treviso, so solo che sta a nord ma per me nord è anche Viterbo quindi non mi è subito chiaro dove sia e, sulla scia dell’entusiasmo (o più precisamente isteria collettiva) decidiamo di noleggiare una macchina e partire. Di minivan non se ne parla neppure, all’aeroporto la più spaziosa che ci possono dare è una Opel Zafira che ti vendono come omologata per 7 ma appena ce la danno salta subito all’occhio che questi 7 devono essere i nani di Biancaneve.
Essendo io e il mio amico “costumista quasi affermato” i più bassi del gruppo (primato conteso con metro alla mano e vinto per una manciata di millimetri con un altro amico), ci caricano dietro in uno spazio comodo come una vaschetta per fragole (Ballarò ha cambiato in corso d’opera una puntata dedicata alle condizioni disumane di viaggio in gommone dei profughi nordafricani verso la Sicilia con il nostro verso Treviso). Solo dopo essermi svitato le ginocchia ed essermele messe in bocca, partiamo. Dopo pochi metri un altro amico svolge la cartina stradale e, neppure ci avessi letto sopra la mia data di morte, mi prende un colpo quando scopro che Treviso è più a nord di Viterbo, più a nord di Firenze, più a nord di Bologna. Quando vedo il suo dito andare ancora più su, perdo i sensi e mi riprendo solo all’autogrill di Signe dove vengo fatto rinvenire annusando un Ortolana condita con aceto e smalto solvente per vernici.
Alle 23, finalmente tocchiamo il tropicale suolo svedese, solo 8 dopo il nostro previsto atterraggio.
L’aeroporto è quello di Svanska, una multiproprietà che la Raianer condivide con gli elfi assistenti di babbo Natale e, visto che non abbiamo ormai più neppure l’energia di svitare il tappo di una bottiglietta d’acqua, chiamiamo un taxi per evitare il letale tragitto in pulman fino a Stoccolma, a più di un ora da lì.
Arriva il tassista che ci carica sul minivan, destinazione Hotel Clarion. Dopo neppure 15 minuti di tragitto nel buio più totale visto che degli studi scientifici hanno appurato che la luce dei lampioni stressa gli alberi di betulla ingiallendone le foglie (questa è gente che si fa incatenare ai fusti d’albero per evitare che diventino delle mensole di Ikea) iniziamo a vedere che l’autista ci sta portando esattamente all’opposto rispetto alle indicazioni per Stoccolma. Nessuno di noi fiata visto che immaginiamo sappia quello che sta facendo anche se io gia mi vedo come un protagonista di “Ostel” mentre vengo seviziato da qualche ricco allevatore di renne in una fabbrica dimessa di slitte.
Alla fine avviene quello che neppure l’autore più sadico di “Scherzi a parte” potrebbe inventare: parcheggia sì davanti al Clarion Otel ma quello di Regenvart (o come cazzo si scrive), un paesino con solo 4 case e un negozio di armi e cappi in corda disperso nel nulla e il cui unico edificio era appunto l’albergo. Ora, dimmi che eravamo troppo tramortiti per cantare YMCA con la coreografia olimpionica durante il tragitto, dimmi che al buio non si vedeva il trucco sul viso de “La coppia da operetta” (due miei amici fidanzati e ultime spiagge sentimentali reciproche) intitolata da loro “Notti scandinave”, dimmi pure che per gli svedesi etero, ghei, bisessuali, cacciatori di renne o pervertiti vari sono tutti uguali, ma mi spieghi cosa ci dovrebbero fare 8 ricchioni italiani in un paese di 45 abitanti e con un tasso di suicidio annuale del 45%?
Risolta quindi l’incomprensione, il tassinaro ci porta finalmente a Stoccolma, davanti il “nostro” Calrion Otel, ma non senza prima essersi perso altri 20 minuti sulla tangenziale sotterranea della città, dal momento che, il navigatore satellitare, in quel momento, stava evidentemente trasmettendo l’episodio finale della quarta serie dei Teletabbis.
Comunque il viaggio è andato bene.

18 commenti:

Anonimo ha detto...

Dio, come ti amo. Mi vien da piangere.
Sei un maledetto genio.

Anonimo ha detto...

Quoto Unamela.
Son qui che rido come un matto!!!
beh a sto punto buone vacanze! :)

Anonimo ha detto...

Insy sei grande ahhahahah ma come sono gli svedesi?????

Anonimo ha detto...

bentornato!!!!!!ma nessun gossip????...gli svedesi???

INSY LOAN E LO STATO DELLE COSE ha detto...

gli svedesi? beh, sono gentili ed educati...:)

Anonimo ha detto...

"gentili ed educati": ve ne accorgerete quando insy narrerà le ultime ore in terra svedese passate davanti al Patricia! ma non anticipo nulla...

Anonimo ha detto...

io credo che certe cose accadano perché uno che ha un blog le possa raccontare.

Anonimo ha detto...

Molto bello il racconto del viaggio...però ora racconta quello che è successo dopo!!!!!!....daiiiiiii!

Anonimo ha detto...

nessuno poteva raccontare meglio le nostre peripezie...:-P
credo che anche Patricia meriti un post!!!

Anonimo ha detto...

Il viaggio stato una vera esperienza estetica , preciso una cosa! Non eravamo truccati , edu aveva una leggera base autobronzè e io un velo di creme idratante Eisemberg e un paio di pianelle.....sai che adoriamo viaggiare comodi. Hai volutamente omesso che parte del viaggio hai dormito rovesciato su una spalla con tanto di bavetta ascoltando l'i-pod cose tipo Rhianna oppure era Anna Tatangelo?E quando guardavi fuori dal finestrino e si percepiva in te le "grandi speranze"? e come sempre il pensiero che ti assilava era "sono solo perchè sono matto o sono matto perchè sono solo?"
ti amiamo così come sei...matta e sola

Anonimo ha detto...

è vero,proprio così,matta e sòla!:)

insy,piacere immenso che ti sia divertito,ma dopo una trasferta te la cavi sempre con un......è andato bene,ma trattasi di un"è andato bene".....potrei dover fare un test di gravidanza,oppure"è andato bene"....come quando da piccolo andavo a tabiano terme con i miei ed ero contento lo stesso come una pasqua?
I tuoi amici hanno già mezzo spifferato,confessa,canaglia!

Anonimo ha detto...

Insy, quando si apre un blog il Karma si appanna subito, solo per far sì che tu abbia qualcosa di divertente da scrivere...

Io sono andata immediatamente da ex-ragazzo infame a coinquilina zozzona, senza passare dal via.

Però se il risultato del tuo cattivo karma sono post eccezionali come questo, permettimi di dire: menomale!

M'hai fatto morire.

Dim.

Anonimo ha detto...

ciao.
io ho condiviso la camera con insy.

Ho dei suoi capelli trovati sul cuscino. prima che li metta su ibei, qualcuno vuole comprarli a perzzo fisso di 100 euro? guardate che dopo in asta il prezzo aumenta...

Anonimo ha detto...

mi è quasi venuta voglia di partire per la Svezia.... aspetto il prossimo sciopero e vado!!

Enrico* ha detto...

Ora devi raccontare il dopo...
Se queste sono le premesse, penso che leggendo il racconto del soggiorno mi potrebbe anche venire un infarto dal troppo ridere!!

Anonimo ha detto...

Anch'io l'anno scorso ho soggiornato al clarion! All'ultimo piano c'è sauna e piscina?

INSY LOAN E LO STATO DELLE COSE ha detto...

si c'è una pozzanghera che chiamano piscina e che noi romani ci siamo contesi all'ultimo ombretto con un gruppo di ricchioni scandinavi. una vera guerra tra poveri.
sul resto della vacanza non c'è nulla da dire. arrivati li ci siamo ammazzati di pizzichi. :)

Anonimo ha detto...

non è che esiste un insi fan cleb? no perchè dopo questo post sono disposta a tutto