martedì 8 marzo 2011

8 marzo: tra mimose e Minogue.



















L8 marzo e il gay pride in Italia cos’hanno in comune? La loro totale inconsistenza e l’amara ironia di voler celebrare un’emancipazione che non solo non sta avvenendo ma che negli ultimi anni, se è possibile, si è involuta.
Prendete un quotidiano qualsiasi, leggete tutti i fatti di cronaca e vi renderete conto di quanto questo sia vero. Non ci sono avvenimenti nei quali le donne o gli omosessuali non ne escano malamente. La politica è sempre più impigliata tra le mutande delle mignotte televisive che con il loro comportamento fanno più male alla categoria di quanto possa il maschilismo più becero. Le cronache nere dei settimanali cartacei e televisivi campano di stupri, omicidi e soprusi come se le donne fosse state messe sulla terra per assorbire la frustrazione violenta o libidinosa degli uomini. E persino nelle rubriche più frivole è tutto un mostrare tette al vento in prove ricompensa isolane.
Gli omosessuali invece sono ormai uno spauracchio politico da sacrestia, perfetto da sventolare come lo straccio di un untore ogni qual volta che un deputato deve fare un carico di voti. La crisi della famiglia? Colpa dei gay. Il prezzo del greggio? Colpa dei gay lo stesso. Le motivazioni? Sempre vaghe, fumose se non surreali. Quando poi abbiamo l’opportunità anche noi di essere protagonisti della cronaca ci riusciamo solo grazie a qualche pestaggio o accoltellamento.
La storia dell’altra faccia della medaglia delle donne e dei gay che si fanno il culo per emanciparsi (scusate l’involontaria allusione) è cosa altrettanto nota e ugualmente retorica: ci mancherebbe pure non ci fossero e di sicuro a loro va tutto l’onore e il merito che daremmo a Don Chisciotte, se davvero fosse esistito. Ma il problema è più grande della somma di tutte le loro buone volontà e se oggi importanti e preoccupanti movimenti sociali e associazionistici spingono con arrogante ignoranza verso una “rivisitazione” delle leggi sull’aborto e il divorzio vuol dire che in 30 anni, incredibile ma vero, la marcia innescata è stata la retro.
Otto marzo: la festa delle donne. Verranno sradicate piantagioni di mimose, comprati chilometri di tubi di Baci e così la coscienza dei coccodrilli sarà placata. Femmine sguaiate e inconsapevoli assieperanno pizzerie allietate da spoglarellisti dai nomi di tamarrissimi venti sahariani, fingeranno pudore quando si strusceranno ai loro corpi oleati come pistoni di un motore e poi a casa prima di mezzanotte perché il “negro day” è finito ed è arrivato il momento di mettersi a pulire i piatti della cena preparata prima di uscire e lasciata in frigo per il marito.
Qualche politico, meglio se uomo, farà dichiarazioni sulla necessità di una parità numerica in parlamento, i sindacalisti: copia e incolla, badando soltanto a riportare il discorso in ambito lavorativo davanti a un pubblico interessato quanto i ragazzi de Il Grande Fratello a un simposio di semiotica tenuta da Eco.
Otto marzo: concerto di Kylie Minogue. Altra data miliare per quel milione di gay che sta dando vita ad un esodo lungo il paese per raggiungere Milano come non se ne vedeva dai tempi di Mosé e che non vedremo mai in nessuna manifestazione di rivendicazione politica. Lo so che tra di loro ci sono anche attivisti pluridecorati sul campo e sarebbe ridicolo e veteroattivisa se pensassi che non si possano conciliare un sit-in davanti al Parlamento con 2 cocktail in discoteca ma è proprio questo quello che ci manca: la versatilità (non quella sessuale). La capacità di poter essere impegnati e frivoli, senza temere che l’una cosa limiti o infici l’altra invece, mia sensazione, per carità, sembra che tu possa indossare solo o la kefiah o le canotte strippate e che sia impossibile far convivere una coscienza per indignarti davanti ai soprusi con un incredibile senso del ritmo per ancheggiare in discoteca.

7 commenti:

tiziana ha detto...

Che dire, Alessandro? le tue analisi sono sempre lucide e puntuali, come non condividerle? Estendendo quel che hai detto dei gay alle donne, sembra anche qui che non possano convivere limpegno politico con l'ironia e la (vera) femminilità...
Posso condividere il tuo post su FB?
Un abbraccio

INSY LOAN E LO STATO DELLE COSE ha detto...

certo, fai pure. Grazie

Anonimo ha detto...

Sono assolutamente d'accordo su tutto quello che hai scritto. Sull'involuzione della nostra società civile, sui finti ruoli che si declamano in politica e sui reali nel quotidiano. Sono donna e accetto gli auguri ma rispondo in maniera diversa a chi me li fa, a seconda se quell'uomo lotta con me tutti i giorni oppure no.
Complimenti
Marina (scusa ma la registrazione mi da problemi)

La Nonna ha detto...

Beh Insy, sai che in questo siamo in sintonia. Ti stimo per quello che ha scritto ed ammiro che tu abbia ancora voglia di scommettere sulla solidarietà tra i gay. Ma cuore, lasciatelo dire da uno che ha ballato Tarzan Boy dei Baltimora, impegna meglio tempo ed energie. Tra poco arriva l'estate, e ci sarà la transumanza in quel di Torre del Lago: fresche frasche e culi in attesa. Fino ad allora l'unico argomento che catalizzerà il pederasta italico è il catalogo aussieboom. È tutto quello che il movimento ha da offrire e su cui puoi contare. Quanti sono ad oggi i marito&marito della tua pagina FB?

INSY LOAN E LO STATO DELLE COSE ha detto...

la nonna, lo so, hai ragione. e io ancora che mi stupisco. la pagina dei lue&luine è una prova deprimente

Anonimo ha detto...

Ci pensavo proprio in questi giorni guardando la tv, vedo la Libia, il Barehin,penso alla Grecia e ricordo le manifestazioni in Francia di qualche anno fa...Per motivi diversi,è chiaro, ma ad un certo punto la gente s'è rotta e ha detto basta! si sono mossi, hanno cambattuto... ma qui da noi per avere la rivoluzione,per far incazzare la gente davvero, per cambiare qualcosa, ma a cosa si deve arrivare?
Quando accendo la tv e vedo certi programmi mi vergogno di appartenere ad un genere che se non hai una taglia 38 e una quarta di tette non sei considerata , i gay sono macchiette o tutt'al più cortigiane per allietare i salotti: pare che non possiate avere valore di persone normali fini a se stesse.
Di fatto poi, nella realtà le cose sono un pò diverse, ma mica tanto.


SW

Unknown ha detto...

Le opinioni espresse in questo post e i commenti lasciati, sono più che condivisibili.
Da presidente di una piccola associazione glbt e da gay che appena arriva l'apertura del mama mia a torre del lago fa di tutto per andare a sculettare, penso che invece di stare qui a dire queste verità che oramai risultano quasi ovvie a tutti, dovremmo interrogarci su come trovare una chiave, una maniera per coinvolgere quelli che sembrano non poter conciliare le due cose.
trovare un modo per rendere l'attivismo non solo interessante ma come un dovere civico. Se parlo della realtà in cui vivo e faccio attivismo (siena), sento che la gente ha bisogno di battersi per qualcosa, di ribellarsi, sento che le persone hanno voglia di cambiare le cose ma molto spesso si sentono da sole e pensano che da sole non potranno fare niente. Non so qual'è la chiave ma per il momento non mi sono ancora stancato di cercarla.

Alessandro