martedì 13 settembre 2011

MISANTROPIA TURISTICA.




















Se decidi di vivere a Roma ci sono un po’ di inconvenienti che devi accettare.
Il traffico, le distanze siderali, l’indolenza dei suoi abitanti e, ovviamente, i turisti.
Come ormai molti sanno orami mi nuovo con i mezzi e credo che resterà una condizione permanente dal momento che il mio scooter ritrovato ma martoriato ha bisogno di una rimessa in forma della quale si è incaricato d’occuparsene mio fratello, il che significa che per allora avranno inventato il teletrasporto rendendo a quel punto definitivamente inutile l’uso dei mezzi di trasporto.

I turisti, come dicevo, fanno parte del panorama cittadino tanto quanto gli acquedotti romani e i campi nomadi sulla Prenestina.
In quanto romano li ringrazio per l’apporto economico che veicolano grazie al turismo ma detto questo, li detesto.
Ormai è guerra aperta tra me e loro.
Soprattutto quelli che incontro tra l’ultima fermata dell’85 e l’ingresso in ufficio.

Motivo d’odio numero I: le strisce pedonali.
L’autobus passa davanti al Colosseo che, intuirete, è l’attrazione principale della città insieme alle statue viventi vestite da sfinge egizia che continuo a chiedermi cosa c’entrino lungo i fori imperiali e soprattutto non mi spiego perché la gente li trovi tanto affascinanti da fare foto a nastro manco stessero paparazzando Madonna a culo all’aria mentre fa cicoria lungo una strada statale.
Ad ogni modo ogni mattina il carro bestiame perde almeno 15 minuti fermo per far attraversare i turisti sulle strisce pedonali che dalla fermata della metro li porta davanti all’anfiteatro Flavio. Voi avete idea di quanti siano? Credo che l’immagine del popolo di Abramo che attraversa il Mar Rosso sia un riferimento per difetto. Oggi ho sentiti una donna dal fondo dell’85 che giustamente esasperata ha incitato l’autista a premere sull’acceleratore gridando: “mettili sotto ‘sti stronzi!”. Poi ha detto anche altro ma la voce era stata completamente sovrastata da applausi, cori d’approvazione e trombette da stadio.
Quando con calma riprendiamo il tragitto arriviamo al:
motivo d’odio numero II: i macigni umani.
Insomma dall’interno i passeggeri intravedono la fermata e si preparano allo sbarco con lo stesso slancio eroico dei marines durante lo sbarco in Normandia. Sono lì, pronti a correre per recuperare il tempo perso davanti al Colosseo quando le porte si aprono e lì si assiste alla tragedia. I primi a scendere sono sempre i maledetti turisti che appena toccano terra si bloccano come dei dolmen, strabuzzano gli occhi manco stessero vedendo la luce del sole dopo un sequestro di mesi e spaesati aprono le loro mappe sempre formato un ettaro per un ettaro iniziando a guardarsi intorno come se fossero piombati nel mezzo di un deserto. Del resto vuoi possa essere indicativo della vostra posizione avere davanti il monumento del Milite Ignoto, unico edificio insieme alla muraglia cinese visibile anche dallo spazio?
Così tra imprecazioni e strattoni riesco a superarli per arrivare al
motivo d’odio numero III: i fotografi pittori di piazza Venezia.
Immaginate la situazione. Di fronte all’altare della patria hanno aperto un cantiere archeologico, una di quelle cazzate che magari bloccano la circolazione per 2 anni al fine di rinvenire una collanina di perline e il braccio di un anfora per l’olio. Avendo eliminato un accesso al marciapiede hanno messo delle barriere di cemento di quelle che usano per contenere la lava nei film catastrofici come Vulcano e che ha il nome di uno stato degli USA che non ricordo (ma che sono certo non è né California né Florida). Ad ogni modo questo corridoio è stretto come un ponte tibetano, si procede praticamente in fila indiana. Ma i turisti che fanno? Si piantano lì per fare la foto al monumento costringendo la gente a passare strisciando come in trincea per un eccesso di cortesia pur di non rovinare lo scatto. Tutti tranne me che me ne frego e entro nell’inquadratura senza farmi problemi.
All’inizio anche io aspettavo che facessero lo scatto ma solitamente ci mettono il doppio di quanto Michelangelo abbia impiegato per dipingere la Sistina. Ma cazzo, devi premere un bottone, mica fare un ritratto a carboncino! E poi per cosa? Per fotografare un monumento? Ma comprati 50 cartoline a un euro e non rompere le palle!
Se poi lo scatto prevede anche la moglie, il figlio o gli amici la cosa si fa drammatica e penosa. Insomma, siete sicuri di voler tornare a
Chattanooga, Tennessee e far vedere a tutti i vostri amici come siate ridicoli con il cappello di paglia con su scritto I Love Venezia (a Roma?), sudati e stravolti, con le caviglie gonfie per aver fatto il giro della citta con degli infradito?
Insomma lo stato di turista è qualcosa che tutti, prima o poi viviamo, la tolleranza e la cordialità sarebbero un gesto di grande civiltà ma non aspiro alla santità quindi: toglietevi dai piedi che faccio tardi!

7 commenti:

Enrico* ha detto...

New Jersey?

Enrico* ha detto...

E cmq sì, sono d'accordo con te. E solidarizzo, perché anche a Siena non è che ci mancano i turisti...

vix ha detto...

c'è grande serenità in questo post. ma fa ride'.

Simone ha detto...

New Jersey, corretto....
se ti puo´consolare (ma anche no...) almeno a Belrino i turisti peggiori sono gli italiani....se c´e' casino nella metro e´quasi certto che ci siano italiani in giro...il concetto di non fermarsi appena si scende o far scendere prima di saliere e´completamente estraneo!

La Nonna ha detto...

INSY, è un po' che ti dura il mestruo...
Che ti è capitato figlia mia?

Anonimo ha detto...

FA CICORIA fa sempre la sua porca figura! grande Ale :P

emy

Anonimo ha detto...

condivido ogni singola sillaba. Ma per come le scrivi tu le condivido ancora di più :-)