mercoledì 19 settembre 2012

SPOSERO' FLAVIO BRIATORE.



Ho sempre pensato che Flavio Briatore fosse un uomo borioso e arrogante, indeciso se disprezzarlo di più per non aver voluto riconoscere il figlio fatto con Heidi Klum o per aver sposato Elisabetta Gregoraci. Dopo aver visto la prima puntata di The Apprentice però, non ho cambiato di una virgola la mia opinione ma nonostante questo vorrei anche io un figlio da lui, anche se mi costringesse a chiamarlo Allodola Pancrazio.
In 2 parole il format: ci sono 14 aspiranti qualcosa-tipo-manager che ogni settimana devono superare una prova gestione di un business divisi in due team, che perde elimina un membro.
Il premio: lavorare con un contratto annuale (anche qui ormai sono a tempo determinato) con Flavio, il che, visto il tritacarne umano che è, mi sembra più come una punizione.
Ora uno si aspetta che siano state scelte 14 menti eccelse nel campo, dei giovani Zuckerberg, Brenson o Cook invece sembrano usciti da una classe di sostegno di un istituto Montessori. Ovviamente l’originale americano non ha nulla a che vedere con questo. Qui abbiamo Briatore che è proprietario di quell’area di servizio per troioni che è il Billionaire, Trump ha 4 grattaceli a New York City che con una buona dose di autostima ha chiamato: Trump Towers, o Trump Plaza, o Trump “It’s all mine!!”. The Apprentice USA ha come prova ad esempio la creazione di una stazione radiofonica nazionale, la realizzazione della campagna di lancio, la ricerca di sponsor e la quotazione in borsa. Qui li mandano alle 3 del mattino al mercato generale per comprare del pesce e rivenderlo alle vecchie che alle 8 del mattina sono già di ronda con le loro borse a rotelle. E la cosa più avvilente è che i candidati non sono neppure capaci di fare questo! Insomma come è immaginabile sono una ciurma di wannabe, cresciuto con il mito di “Wall Street” (quello di Olivewr Stone) ma le capacità organizzative dei criceti di Alvin Superstar. Insomma ho visto delle Coccinelle e dei Lupetti pianificare meglio un pic nic in montagna di quanto cerchino di fare loro tirando fuori le teorie keinesiane per vendere il branzino al mercato rionale. Le ragazze ovviamente credono di essere una miscela esplosiva di bonaggine da Costa Smeralda e una mente da nobel e il massimo della strategia è andare dai venditori e chiedere sconti perché “dai siamo delle belle ragazze!” (e vaffanculo 30 anni di femminismo), mentre ai ragazzi non gli chiederei neppure di fare il conto delle bollette in casa e dividerle tra noi coinquilini.
Il tutto è ambientato nei nuovi grattaceli di Milano: una down town Manhattan desertica e algida come Stoccarda ma sicuramente molto d’effetto. Il programma in se non è il massimo del brio e a tratti se la batte con le ricette di Benedetta Parodi se non fosse per le apparizioni appunto di Briatore che tratta, giustamente, i concorrenti come meritano: a pezze in faccia. Non cerca neppure di mascherare l’espressione di profondo disgusto quando il team dei ragazzi gli comunica che il nome da loro scelto è Il Gruppo che ha lo stesso guizzo creativo del chiamare un’acqua minerale “L’Acqua”. “Fa veramente cagare”, ha esordito Flavio appena gli hanno detto il nome e dopo le motivazioni strategiche, analitiche, sociologiche raccontate dal creatore del nome ha ribadito: “bella cagata”. Tante volte il concetto fosse stato precedentemente perso.
Insomma il suo sentirsi 100 metri sopra a loro (gli piace vincere facile…) ci regala uno spettacolo da antologia, degno di Blob dove ti da del “deficiente” se ti dice bene e dove lo sguardo vitreo da attacco di diarrea fulminate dei concorrenti durante i cazziatoni merita di sopportare 45 minuti di noia in attesa di questi 15 dove “the boss” prende la loro dignità e ci si pulisce i mocassini-pantofola scamosciati TOD’S.

Flavio Briatore
"Il boss ha sempre ragione, anche quando ha torto".

6 commenti:

Ale e Edu ha detto...

eh eh eh acuto e puntuale !!!

Aurora ha detto...

io, da un cesso come Briatore, non mi farei consigliare neanche un panino del mc donald, figurati altro....

Anonimo ha detto...

fantastico.
ma mi pare di capire che il Typo sia la tua cifra stilistica, nevvero?

mari

INSY LOAN E LO STATO DELLE COSE ha detto...

grazie, si, esatto, è il myo typo

Anonimo ha detto...

I "parvenu " non sono mai simpatici e, se sono anche arroganti, sono odiosi.L'unica cosa che non concordo con te è che non si può riconoscere ogni mocciosetto che ti vogliono appioppare. E poi ora con le analisi del DNA il vecchio detto che il padre non è mai certo sciupa un poco le tentate estorsioni.A proposito ,come è finito con Balotelli?Luigi43

Deus ex Machina ha detto...

Se Bobo Vieri ha potuto creare una sua Maison di moda urbana, questo programma è futurismo puro.