domenica 11 maggio 2008
UNA FAVOLA DI QUAND'ERO BAMBINO
Da piccolo c’era un episodio su mia madre che mi piaceva farmi ripetere in continuazione da mio padre. In genere i bambini tendono a farsi raccontare sempre la stessa favola perché sapere già come va a finire da loro sicurezza. La mia preferita era: la mamma e i tre ceffi nel bosco.
C’era una volta una mamma (la mia) che andava tutti i giorni a lavoro mentre il suo bambino era a casa che l’aspettava accudito dal nonno.
Per arrivare prima dal suo bambino, tutte le sere passava per il bosco (è per dare enfasi favolistica al racconto, in realtà era il parco vicino casa). Una sera d’inverno la mamma stava come al solito attraversando la radura quando tre brutti ceffi le si fanno davanti ed iniziano ad importunarla: “Ciao bella signora. Dove vai? Che bella borsa! Perché non ce la dai?”. La mamma continuava a camminare come nulla fosse cercando di raggiungere l’uscita del bosco stringendo a se la borsa.
“Dai bella signora, ce la dai?”. “Andatevene che è meglio”, rispondeva la mamma con sorprendente sicurezza. “Si ce ne andiamo ma dacci la borsa”. Se c’era una cosa che infastidiva la mamma era l’insistenza della gente. Insomma, quando uno ti dice di no è no, no?
A quel punto la mamma si fermò, apri la borsa e tirò fuori un coltello a scatto con l’impugnatura d’avorio verde bottiglia che portava sempre con se insieme alle sigarette e ai pesciolini di liquirizia di Castroni e, rivolgendosi ai tre balordi disse: “Se la volete, venitevela a prendere”. I tre, vedendosi brandire d’innanzi il coltello fuggirono a gambe levate e la mamma potè tornare dal suo piccolo che l’aspettava nel suo lettino.
Non so perché, ma ogni volta che mi veniva raccontata questa storia, sprofondavo in un sonno tranquillo e sicuro. Soprattutto se nella stanza accanto sapevo che c’era mia madre ancora sveglia.
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18 commenti:
Apperò! Che wonder-mamma! Ma esisterà mai un gay con una mamma apatica e remissiva?... Inizio a preoccuparmi.
un coltello a scatto? una mamma-killer! :)
il mio miglior amico sostiene freudianamente che la causa della mia omosessualità sia il mancato superamento del complesso edipico con mia madre.
(ahahahahahahahahah, tra l'altro)
Di sicuro in casa il modello di riferimento intellettuale era mia madre (non che mio padre sia ignorante o altro, da professionista sa molto del suo lavoro, ma oltre i libri di coelho non và, e la differenza di cultura è palese).
ed allora auguri alla tua super-mamma! mmmmmmh, i pesciolini di liquirizia di Castroni!!! ah, cosa mi hai ricordato... E perché le gelatine alla frutta?... ed il profumo di caffè... l'odore della torrefazione (quando c'era ancora in Balduina, poi la tolsero e fecero solo punto vendita e bar)...
Mia mamma mi raccontava sempre questa sua creazione "Cappuccetto Rosso e la lucidatrice", una perfetta crasi del mondo favolistico e delle ansie di ribellione femminista post sessantottina. Poi dice che veniamo su froci...
Bellissimo ricordo...
La causualità è che proprio ieri io ho scritto un post che è una favola inventata per la figlioletta di una blogger del nostro "giro"... ma in realtà si potrebbero raccontare ai nostri piccoli episodi veri...
i pesci di castroniii..troppo buoni!
Lo sapevo da quando mi strinse vigorosamente la mano che tua madre è Charles Bronson...forse è per questo che hai un passato da poliziotto!
di ritorno dalla kermesse catalana, approfitto dell'assenza della padrona di casa per broccolare consorziomanzetti: ma tu da dove salti fuori? anvedi!
detto questo, un commento sul post: mia madre non brandisce coltelli davanti a sconosciuti minacciosi, ma ha i suoi modi di sfogare l'aggressività. un giorno sfrecciavamo in auto su una strada di campagna (credo sarebbe la prima donna a qualificarsi a un gp Nascar) quando un fagiano ha avuto la pessima idea di attraversare poco davanti a noi. Io stavo per urlare "nnnoooooo!!! atttttentaaaa!!!" ma lei aveva già affondato il piede sull'accelleratore. Le sue uniche parole: "stasera pappardelle al ragu"
Mio padre per un periodo abbastanza breve della mia infanzia mi leggeva le favole "con morale" di Esopo.
Il passo successivo è stato la conversione alle favole su audiocassetta, una su tutte "Gobbolino il gatto di strega", una cosa tristissima con una musica straziante..
Che siano da ricercare lì le cause della mia depressione?
Che figa tua madre! :D
pensa che invece mia madre mi racconta di nonna che quando andava via la luce a loro raccontava le storie dell'orrore?!?!?! forse per questo che mamma e diventata psicologo non credi????
baci insy!!! comunque è vero che tua mamma a ispirato la scenegiatura per "MISTERY MEN"?!?!?
no, semmai per Miseri non deve morire....:)
ma tua madre spaccia?
no caro ANO, è soltanto una donna che quando dice no è no...
E'una favola molto attuale. Con tutte le paranoie sulla sicurezza che circolano oggi.. Ha un retrogusto di destra, ma ora che l'hai raccontata anche a me mi sento più tranquillo e vado a fare un riposino :-)
baci
Francesco
Ciao Primo!
che coincidenza...anch'io avevo quella cassetta del cantastorie...in effetti quella di Gobbolino era parecchio da taglio delle vene in lungo e in largo...ma io non sono depressa...a che età ha iniziato tuo padre a metterti su la cassetta?...
Tiziana
AnonimaAcidi: anche mia madre quando dice di no è no. ma quando fu aggredita dalla vicina di casa paranoica, che si nascose dietro la porta dell'ascensore con un mattarello in mano, non fece in tempo. saluti
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