lunedì 21 luglio 2008

INFANZIA DIFFICILE



















Io non ho mai capito ‘sto fatto della ricompensa ottenuta a seguito di un sacrificio. Francamente ancora oggi mi chiedo per quale motivo si attribuisca tanto valore etico all’impegno che pare essere il solo mezzo attraverso il quale ottenere (legalmente) qualcosa.
Da piccolo ho sempre avuto intorno compagni di classe ed amici che chiedevano giocattoli e venivano subito accontentati dai loro genitori se non vincolati da un blandissimo preambolo: “Sì, ti compro il castello di Greiscul (dei Master, per chi è nato dopo il 1988 erano dei mammozzi ipertrofici che in realtà sembravano tutti degli attori porno ghei) se prometti di fare il bravo”. E capirai che sforzo assecondare una richiesta così idiota!
Così i miei compagni si ritrovavano legioni di Master mentre io dovevo superare delle prove al cui confronto le dodici fatiche di Ercole erano giochi da colonie estive.
Io per cavalcare la mia prima bicicletta, una bmx nera con paraurti di gommapiuma gialli, non solo ho dovuto essere promosso agli esami di quinta elementare (“beh, ci mancava solo che venissi bocciato”, mi sono sentito dire da mio padre, l’ultimo degli spartani) ma ho dovuto superare un ulteriore prova.
I bambini di 10 anni solitamente leggono Topolino o, tutt’al più, si organizzano in mini gheng che si danno a soprusi e pestaggi, ma di certo non passano quello che ho dovuto subire io per quella cazzo di bicicletta.
Mio padre mi si presenta un pomeriggio di giugno con un libro bianco dalla copertina illustrata intitolato Iliade e già vedevo nubi gonfie di pioggia e lampi all’orizzonte. Mio padre avrebbe potuto vendere anche trucchi alle lesbiche per la sua capacità affabulatoria (“oggi il mei up lo usano persino i maschi quindi non è affatto un segno di effeminatezza”) e per il talento di minimizzare i rischi (“no, si figuri, anche con rossetto e rimmel, nessuno la scambierà mai per una donna”).
Insomma la cosa era abbastanza semplice: per poter avere la bicicletta avrei dovuto fare il riassunto, scritto, dell’Iliade. Una cosa semplice insomma. Io la bontà del mio carattere l’ho presa tutta da lui, infatti non era necessario che lo leggessi in esametro (alle elementari il verso più complicato che avevo imparato era quello per la festa della mamma “le rose sono rosa, le viole son blu, il mio amore per te è grande di più” quindi immaginate le budella come mi si contorsero quando provai a leggere: Cantami, o Diva, del Pelìde Achille
l'ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco
generose travolse alme d'eroi,
e di cani e d'augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (così di Giove
l'alto consiglio s'adempìa), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de' prodi Atride e il divo Achille.
E qual de' numi inimicolli?
Fatto sta che, minimizzando il supplizio, mi disse: “Guarda, basta che ti leggi il riassunto che anticipa ogni canto e tu poi, ne fai uno scritto. Uno al giorno che ci vuole?”
Questo significò che per un mese circa, dopo pranzo, prima di poter scendere in spiaggia a giocare a biglie come tutti gli essere umani della mia età che non fossero stati partoriti dal marchese De Sad, dovessi leggere ‘sta storiaccia di corna, battaglie e tradimenti.
Per chi non ci credesse, può trovare il mio quaderno di allora presso il museo delle torture del castello di Mazzé, in Piemonte nella sezione: “Il mondo prima del Telefono Azzurro”.

22 commenti:

Unknown ha detto...

quanti anni trascorsi a tentare di strappare le mutande dalle poderose coscie di he.man o di skeleton?

per ottenere quella giacca barbour (la bicicletta non la volevo) dovetti dimostrarne fisicamente la necessità, ammalandomi ad un ritmo che faceva impallidire il bambino di "incompreso". finchè non ne ottenni un modello più economico, avvitato ai fianchi, che mi fece chiamare "quello con la giacca da frocio" per circa 2 anni.

ha, quante vittorie di pirro!

INSY LOAN E LO STATO DELLE COSE ha detto...

Toh, OSCAR, quanto tempo dal tuo ultimo commento!!!

Anonimo ha detto...

Giusto per usare un linguaggio a tema : Tuo padre è un MITO,il mio EROE :D

Miei ossequi padre di Insy U__U

Anonimo ha detto...

Capisco..
tuttora mi racconto che la "parsimoniosa"
educazione che ho ricevuto dai miei
genitori mi è servita a dare maggior
valore alle cose..
L'unico dubbio che mi assale riguarda
quel ferro da stiro in miniatura,
completo di tavola da stiro con foderina,
che si scaldava davvero..
Loro sostengono che io l'abbia desiderato
ardentemente. Ma avevo 2 anni.
La mia domanda è:
"Se avessi chiesto un vibratore ricoperto
di strass, e con la mia condotta impeccabile
me lo fossi meritato?"

Anonimo ha detto...

Ciao Super Insy, torno a MilanoTwo dopo un mese di mare e prima del grande balzo verso gli Steits. Buon compleanno al blog (mi deve rileggere tutte le cose che hai scritto in mia assenza). Per la promozione ho ricevuto il pallone nuovo dell'NBA... troppo etero?

Anonimo ha detto...

Ma veramente De Sade a tuo padre ci fa un baffo!!! Sei stato buono, io avrei detto con voce melliflua "Oh che bella l'Iliade, e che bella idea che tu me la legga, così poi io ci faccio il riassunto..." (almeno si spatasciava i marrones pure lui, ecchecavolo!)
baci

Anonimo ha detto...

A questo punto, fossi in te, io ora mi vendicherei dicendogli che se sei quel che sei lo devi tutto alle letture pre-adoloscenziali dell'"amicizia" tra Achille e Patroclo...

Anonimo ha detto...

Mi hai ricordato di tutti i piatti di cavolfiore bollito che ho dovuto mangiare perché mio padre facesse riparare quel maledetto TV color che stava in camera mia (e che dopo la riparazione sì riguastò nel giro di una settimana)...
Sapere che tu hai passato di peggio mi rincuora, anche se, al posto tuo, con ogni probabilità avrei mandato Omero al diavolo con la bicicletta.

Anonimo ha detto...

E vabbè, ma che sei il figlio di Aldo Grasso??

INSY LOAN E LO STATO DELLE COSE ha detto...

ANONIMO dell 8.17: L'iliade non è un film...

Anonimo ha detto...

A casa mia il regalo da promozione non è mai esistito;eliminando il compleanno,il regalo bello lo ricevevo solo alla befana,che infanzia triste.
bagley

MyP ha detto...

Era meglio che ti chiedeva di andare con una donna ... almeno in quel caso chiudevi gli occhi e via!!! :-)

Massi ha detto...

al mio papà, per regalarmi la bmx, è bastato che gli promettessi di non "toccarmi lì" coi ragazzini del quartiere...facile:poi con la bici nuova andavo dai ragazzini del paese accanto!!!

Anonimo ha detto...

No infatti... ma per essere precisi e privi del minimo humour come sei stato tu nella risposta del commento, va detto che comunque Aldo Grasso è laureato in Lettere.

Ciao!

Anonimo delle 8.17

Anonimo ha detto...

e non ti ha manco interessato il rapporto Achille/Patroclo? Nonci credo!
Elena

Anonimo ha detto...

c'è un motivo ben preciso se ora appena vedo un rasaerba mi sento mancare il fiato e ho la necessità di sbattere ripetutamente la testa contro il muro.

Anonimo ha detto...

Quindi quando hai visto "Troy" hai pensato solo a valutare quanto si discosta il film dal testo originario e non a guardare i muscoli di Brad Pitt...tuo padre sarà orgoglioso di te...

Rosa ha detto...

Mi fai scompisciare dalle risate ogni volta...
"il mondo prima del telefono azzurro" LOL

Anonimo ha detto...

beato te...almeno tu i regali te li sudavi e li guadagnavi..anche con il sudore della fronte. io non ho mai visto un giocattolo o un regalo in vita mia...mamma e papà sostenevano candidamente che non c'erano i soldi ed io guardavo gli amichetti e sospiravo. quando oggi entro in camera dei miei nipoti e le trovo piene zeppe di giocattoli (in parte acquistati dai miei genitori che dilapidano il loro stipendio di nonni), vorrei avere un lanciafiamme ed incenerire tutto...nipoti compresi!!!

mrs scrotociclosi

Anonimo ha detto...

a saperlo ti lasciavo guardare il mio castello di Grayskull. Guardare e non toccare, che poi me lo spacchi, però.
alex

Anonimo ha detto...

Ahahahahaah!! Visto che t'ho scoperto da poco e chi son in piena fullimerscion per leggere tutti i tuoi post, non posso non scrivere (anche se non leggerai di sicuro i commenti ai vecchi post). Il punto è che alle elementari, esattamente in terza, mi venne una fissazione assurda per l'Iliade e l'Odissea; certo, era un'edizione illustrata e in prosa, ma tant'è: passavo tutti i miei pomeriggi sul letto a leggere snobbando i miei cugini e i mille abitini di Barbi che le amichette mi sventolavano sotto il naso. Ero in estasi e mi ponevo le mie prime domande esistenziali, del tipo: ma vedi come sono fighi sti déi..ma perché noi ne abbiamo solo uno e pure casto?! Vabbè, l'avevo presa più come una versione fotoromanzata di Dainasti, però il punto era che non mi schiodavo dalla camera e quando terminai i due tomi e iniziai ad implorare mia madre perchè mi regalasse un altro tomo della stessa collana, "Mitologia", lei mi negò e continuò a negarmi il libro....Che te ne pare come infanzia da Telefono Azzurro?? P.S. mi son vendicata qualche anno più tardi quando non poteva più negarmi e nascondere i libri (lo fece altre volte, anche se qualche volta con più merito..), scegliendo tra i libri casalinghi Nabokov e Marquez quando ancora m'arrivavano per natale May Alcott e Rodari...
Donatella

Anonimo ha detto...

I inclination not concur on it. I think warm-hearted post. Specially the designation attracted me to read the sound story.