Il mio sogno ricorrente, ogni qualvolta devo andare a trovare mio padre, è quello di essere in macchina con mio fratello. Aria condizionata sufficiente a farci viaggiare con il fresco di marzo mentre fuori è appena iniziato agosto. Roma è alle nostre spalle da non più di 100 chilometri quando su un pannello autostradale appare un avviso: “Strada interrotta. Tornare indietro”. Dopo un paio di imprecazioni (del tutto di circostanza) e una telefonata a nostro padre per spiegargli il motivo per il quale non ci vedremo (tirando fuori anche qui un “mannaggia, ci tenevo tanto”, credibile come Medea recitata dalla Dellera), giriamo le ruote e ce ne torniamo a casa.
Sabato il sogno non si è avverato quindi, alle 12 eravamo già a Chieti. Alle 12, 30 con le gambe sotto il tavolo e alle 12, 45 mio padre mi aveva già urtato ai nervi. A difesa del povero genitore devo dire che i nostri rapporti sono talmente compromessi da anni di incomprensione che mi manda fuori di testa anche se solo mi chiede di passargli il sale.
Poco dopo pranzo cerco comunque di instaurare un dialogo che non sia l’aggiornamento delle sue mille attività (“mi sono iscritto a tango”, “ieri ho fatto 25 chilomentri di corsa”, “il prossimo anno, vado in crociera”, “ho scoperto la cura contro l’aviaria”) e per avere un po’ della sua attenzioni tiro fuori il notizione: “pa’, devo cambiare casa. Mi hanno sfrattato”.
Pa: “davvero? E come mai?”
Primogenito: “boh, dice che gli serve”.
Secondogenito intanto sta elaborane un sistemone per il Superenalotto mentre mia nonna ascolta senza proferire verbo.
“Dove andrai adesso?”, il tono non mi sembra così apprensivo quindi rincaro puntando sul patetico: “non so ancora…”.
“Sai che ho finito la biografia su D’annunzio?”.
Deciso: la prossima volta gli dico che ho una malattia mortale.
La festa per il suo compleanno, si terrà in giardino verso le 20, 30. Ospiti previsti: tutti i parenti più stretti.
Nell’attesa che venga l’ora, mi metto a dormire in quella che dovrebbe essere la mia camera ma che ristrutturata da mio padre, sembra piuttosto una baita tirolese: soffitto in legno con travi a vista, un materasso di lana e una finestrella larga come la cruna di un ago. Ideale per trattenere il calore se fuori un asteroide ha colliso con la terra precipitandola in un inverno senza fine, ma se è estate e ci sono 300°, la sola incertezza è capire se morirai come un astice fatto al vapore o affogato nel tuo stesso sudore.
Mi sveglio di soprassalto tra le urla di mio padre e mio fratello. Loro lo chiamano “conversare” ma quando hai il tono di voce di un corno celtico per il richiamo delle mandrie, anche un sussurro può compromettere l’integrità dei tuoi timpani. Stanno disquisendo sui numeri da giocare per vincere 114 milioni di euro. Mi coinvolgono nell’affare minacciandomi che, qualora non li seguissi e loro dovessero vincere, non mi darebbero neppure un euro. Siccome so che sarebbe così, tento la sorte.
Risultato: su sei colonne, abbiamo preso un numero. Sfuma quindi il sogno di poter sospendere i colloqui per trovare lavoro e visite a case sgarupate per trovare un altro appartamento.
E’ sera e arrivano finalmente zii, cugini e fidanzate di cugine. Anche quest’anno sono il solo nipote zitello ma nessuno si azzarda più a fare commenti.
Argomento della stagione: le zanzare. Pare che da quelle parte ne girino di sfacciate ed ingorde. Dopo aver quindi disseminato torce alla citronella ovunque, la temperatura si alza ovviamente di almeno 12°, la puzza di pseudo bergamotto rende disgustosa qualsiasi cosa mangiamo e in sottofondo sentiamo comunque dei ruttini che sono quelli delle zanzare satolle di sangue, del tutto immuni a queste maleodoranti precauzioni. È tutto un aspergersi di Autan e un battito di mani che poi si aprono nella speranza di trovarci dentro il cadavere di una di quelle piccole vampire. Tutto questo però non serve a molto e, poco dopo, inizia una gara a chi ha ricevuto più punture, l’altro premio è per chi ha la bolla più grande. Io vengo risparmiato dalla mattanza (questione di odore della pelle, dicono) ma, sentendomi emarginato, millanto e mi gratto fino a procurarmi delle ulcere da poter sfoggiare anche io come ferite di guerra.
Verso mezzanotte scatta il dramma: come ogni anno io e mio padre litighiamo con l’eleganza di due vaiasse napoletane che si fanno lo “strascino”. Incuranti dei parenti ammutoliti ci mandiamo a fanculo a ripetizione e questi, ovviamente si affrettano a sottolineare quanto sia tardi per scivolare via lungo un fiume di imbarazzo. Tregua. Li salutiamo con affetto poi, riprendiamo il secondo e terzo raund.
Sfiniti andiamo a letto prima di scoprire chi dei due abbia vinto ma, chiunque sia, ha avuto la meglio sull’altro ai punti, non certo per K.O.
11 commenti:
bello .....ma con la durezza che contradistingue noi lesbiche ,vorrei chiederti se sai qualcosa di piu' rispetto alla voce insistente che vuole IMMA BATTAGLIA invischiata insieme alla muniez ai festini a villa Graziol, piu' di una persona mia detto che erano loro la famosa coppia di lesbiche...IMMA cara ora mi spiego tante incongruenze e volta faccia...
INSY i love you
grazie Lella.
Riguardo ad Imma e questa storia, non ne so più di quanto abbia letto in giro...
Divertente come al solito Insy. In gamba!
cacchio!!!!!!!!!!
mi dispiace x il tuo week end ,e' in momenti come questi che mi rendo conto di essere una persona fortunata.
ho tutto quello che quello che si potrebbe volere,ma una fottuta paura di perderlo.
che fare? igenitori non cambiano +, soprattuttose hanno passato i 60!
Anche io non ho un bel rapporto con i miei... adesso son tornato nella mia bella e doce, e calda (non solo per modo di dire) emilia, ma non ti dico che sopportazine... e guai a commentare il tg!
Mi spara a zero per poi litigare e finire dicendo "o disgrazia, mio filgio è comunista!" ... meno male ce non gli ho mai detto di essere gay!
Ma come? Vieni eletto persona più influente dell'universo e in famiglia non ti accolgono come il nuovo Messia? Mah!
Comunque faccio davvero fatica a immaginarti mentre litighi con chiunque, figuriamoci con tuo padre. Pretendo la prova filmata altrimenti non ci credo.
Ciao bello, i rapporti familiari talvolta sono un vero inferno... ti capisco!!!
Baratto volentieri una mia reunion famigliare con una delle tue.
Te la senti di far lo scambio a scatola chiusa?
Beh, almeno tu un minimo di rapporto ce l'hai...io dopo che mi ha cacciato di casa, è già tanto se a mio padre gli dico "BUONGIORNO" quando scendo a salutare mia madre ;) abbiamo abbandonato la violenza fisica per far posto a un più civile ignorarsi reciproco...però lo so che tutte le volte che mi vede mi darebbe volentieri fuoco con la suddetta candela alla citronella... :D
Ciao Insy!
è la stessa cosa che succede con mio padre.
Xò mi hanno fatto notare che in effetti parto sempre prevenuto e lo aggredisco spesso quando parliamo, x cui, ti consiglio di abbandonare i vaffa e provare un atteggiamento diverso! Solita solfa lo so, xò è così e non si può fare niente!
Ma scusa insy... Ma nella tua famiglia nessuno ha letto novella 2000?!
Hai dimenticato di dire che gli vuoi un bene dell'anima e che ha una testa durissima, proprio come la tua. :)
Come me con mia madre.
Posta un commento