lunedì 21 dicembre 2009

AMARA SORPRESA















Il venerdì era il giorno dedicato al merluzzetto. E io iniziavo a sentirmi male già dal mercoledì sera. Come non bastasse, la discepola del marchese De Sade, meglio nota come mia madre, poco prima di cena si divertiva illudendomi con una domanda che, secondo il suo particolarissimo senso dell'umorismo, doveva essere assai divertente: “indovina che ti ho preparato stasera?”.
Io sapevo bene cosa mi aspettava ma, per un secondo, mi confortavo nell’illusione di una risposta che fosse diversa da: “il merluzzetto!”. E invece niente, lei, perfida, si affrettava a scoperchiare la pentola mostrandomi l’esangue carcassa galleggiante di quell’inutile pesce.
Al solo vederlo, mi si serravano le mascelle e piuttosto avrei preferito cenare con una zuppa di segatura immersa nell’olio per motori. Era quindi per questa mia reazione che occorreva sempre il supporto di mio padre: lui infatti, maledetto complice schiavo del potere, con una mano mi teneva bloccate le braccia dietro la schiena (faceva il poliziotto, dunque non doveva far altro che applicare le tecniche d’arresto al figlio di 6 anni) e con l’altra mi comprimeva le guance mentre la mia aguzzina faceva leva nella mia bocca brandendo un cucchiaio colmo di quel pesciaccio come fosse un piede di porco. Visto dal di fuori la scena poteva essere tranquillamente scambiata per un interrogatorio negli spogliatoi adibiti a sala delle torture di un qualsiasi stadio non meglio collocato in una misconosciuta repubblica dell'america del sud. Il martirio poteva protrarsi ben oltre la mezz’ora e questo dipendeva quasi esclusivamente dalla mia scelta di arrendermi al disgusto del sapore ferroso del pesce piuttosto che contrastare i miei con una riottosità destinata comunque ad essere soverchiata.
Con gli anni ho cambiato i gusti, ampliandoli. Chi sta a dieta sa benissimo che la perdita di peso è un obbiettivo raggiungibile più facilmente se si sostituisce la carbonara con del pesce bollito e grazie all’applicazione di sapienti tecniche di visualizzazione, ho iniziato a mangiare merluzzo lesso che la mia mente si imponeva però di interpretare come un fritto misto alla romana.
Da lì in poi, sempre grazie allo stesso espediente, ho superato le mie difficoltà anche con i broccoli, la cicoria, i minestroni e tutta la verdura in generale (non credo esista un solo bambino al mondo che non la detesti) fino a vantami oggi di essere il vero onnivoro, pronto a lanciarsi nella cucina di tutto ciò che nuota, vola o cammina a 4 zampe, purché non sia un tavolino.
Cavallette fritte, bacarozzi arrosto e persino piatti cinesi a base di carne, non mi spaventano più.
Così credevo almeno fino a sabato scorso quando un amico fiorentino mi fa assaggiare una gloria culinaria della sua città: il lampredotto.
A vederlo sembra una sorta di Kebab. L’odore è buono e tutti gli altri ospiti ne mangiano con gusto. Inizio però a sentire strane battute, a dire la verità piuttosto volgari, su questo piatto. Inizio a insospettirmi e chiedo. “Sono delle parti molli del bovino”, mi risponde un mio amico, e giù a cucchiaiate. Sì, va bene, allora è come la pajata romana. Assimilarlo a qualcosa che già conosco mi da fiducia e ne assaggio un piccolo boccone, seppure con una certa circospezione.
Il sapore però è strano, non mi ricorda nulla che abbia mai provato prima e forse anche per questo, lo lascio quasi intatto.
Ieri rincontro per un aperitivo il mio amico fiorentino. “Ma lo sai che si sono finiti tutto il lampredotto l’altra sera”, mi fa quasi stupito. Mentre sorseggio un Negroni, che sto bevendo solo per contrastare il freddo preso per raggiungere il bar, non certo perché sono ad un passo dalla dipendenza, gli chiedo: “Io invece ho lasciato la mia porzione. Non so, non mi convinceva e poi a naso mi dava un senso di repulsione”.
“Ti credo”, e ride.
“Perché?”, e tracanno un altro sorso di liquido antigelo.
“Ma lo sai con cosa è fatto?”.
La sua risposta è attutita dalla confusione della sala ma tutti si girano quando sentono il mio urlo di disgusto e disperazione. Le papille gustative mi si accartocciano e le budella fanno un doppio scorsoio e pretenderanno da oggi in poi un certificato di garanzia per tutto quello che trangugerò.
“Ma stai scherzando?”, gli chiedo con un tono di sgomento avvolto da un velo di supplica.
“No, no. È la fica della mucca”, continua serafico. “Pensa che a Firenze ci sono un sacco di chioschi che vendono i panini con il lampredotto”. Subito mi viene in mentre il mostro di Firenze e molte cose mi si chiariscono. E soprattutto mi si chiarisce la mia istintiva riluttanza a mangiarne.
Partorito con un cesareo, mai toccata una donna più in basso del collo, mai vista una fica vera in diretta, figurati se potevo addirittura mangiarmene una.

14 commenti:

ersilia ha detto...

è solo uno dei 4 stomaci dei bovini, vai tranquillo :)

silvia ha detto...

http://it.wikipedia.org/wiki/Lampredotto

uahhahah!!!!
ti han preso in giro!!!
fossi in te ordirei una vendetta...
:o)

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Ma povero Insy!!!

leo ha detto...

insy, come si dice dalle mie parti, ti hanno contato una mussa gigante!! ;)

Watkin ha detto...

Ma non è verooooooooo!!!! XD XD XD E' lo stomaco, tipo la trippa!... A me piace da morire... (e fidati, non mi piacerebbe così se avesse ragione il tuo amico)

Anonimo ha detto...

Io ho sempre amato il minestrone, chiedevo sempre a mia madre di prepararmelo!
Dici che ero un bambino atipico? :p
Livio

Enrico* ha detto...

Ti hanno detto una cazzata colossale, comunque fa schifo lo stesso. Bleah...

lamifra ha detto...

il lampredotto non è quello che ti hanno detto ... è solo un stomaco ! ( noi di Pisa si mangia la trippa che è più bona !)

Rosa ha detto...

ahahahahahah!!
Che amico geniale :D

Anonimo ha detto...

Insy, scusami, io non sapevo cosa fosse il lampredotto ed ho la stessa tua frequentazione dell'anatomia femminile, ma ... considerato che trattasi di cavità e poco più ... come potevi pensare che ne avessero macellata tanta da riempirne un pentolone? Che poi, solo a pensare ad un pentolone pieno di fiche galleggianti mi vengono i brividi...che sia gay?

AtenaG. ha detto...

Altro che Carrie Bradshow.
Tu sei la risposta italiana a Stephen King.

Mr. Blunt ha detto...

Discorsi a senso unico...

massarosa ha detto...

ABBOCCONE!!!!!! ci sei cascato cò tutte le scarpe....
povero Insy, ti hanno preso in giro!