mercoledì 9 dicembre 2009

IL GIORNO DELL'ALBERO

















Stasera tocca all’albero. Lo so che tradizione vorrebbe lo si facesse l’otto dicembre ma ieri mi sono dovuto scontrare con il montaggio di 100 chili di armadio assemblato praticamente ancora ubriaco dalla sera precedente ed è già un miracolo che il risultato finale non sia stata una sedia a dondolo a tre ante.
Il mio coinquilino Last Dei da quando ha iniziato a lavorare davvero, torna sempre troppo stanco, l’altro, Il Turco, adduce motivazioni religiose alla sua riluttanza nell’aiutarmi a mettere palle sui rami ma giuro che se lo becco anche solo con una fetta di panettone in bocca scateno una guerra santa a colpi di torrone caramellato.
Evito di chiederlo agli amici perché lo so che lo farebbero contro voglia e minacciarli sotto Natale con uno dei video che ho girato di nascosto mentre, ubriachi, cantano e ballano in plaibec Crilù di Eter Parisi, non mi sembra molto nello spirito della festività. In più, non posso chiedere ad altri una cosa che non farei mai io per primo dato che montare è una cosa che mi scoccia a morte dai tempi in cui da bambino mi toccava farlo con i regali dell’ovetto Chinder.
Quindi stasera dovrò tirare fuori da solo un abete sintetico alto come uno degli Ol Blec della nuova zelanda e addobbarlo con la sobrietà della compagnia di danza folcloristica di pechino dato che ogni singolo pezzo, dal puntale alle luminarie, è stato rigorosamente realizzato dalle sapienti manine di minorenni dagli occhi a mandorla, utilizzando materiali che vanno dall’uranio impoverito alle vernici cancerogene. Gli addobbi che però più mi preoccupano restano le lucine. Ricordate l‘anno scorso quella cosa dell’acceleratore di particelle in svizzera che dicevano che, se fosse andato male l’esperimento, avrebbe causato un buco nero all’altezza di Chiasso? Ecco, non so perché ma quando mi trovo ad attaccarne la spina temo sempre di causare una sciagura di quel genere. Quindi se stasera, verso le 22, precipiterete in un medioevo teconologico dovuto all’esplosione di tutte le centrali elettriche italiane, saprete di chi è la colpa.

8 commenti:

Roccia ha detto...

A me montare è sempre piaciuto. Anzi, è la fase che mi diverte di più. È quando devi smontare tutto che ti viene l'esaurimento, sembra tutto intricato, le palline si sono fuse con i rami dell'albero e gli odiosissimi capelli d'angelo non vengono giù neppure bruciandoli.

Enrico* ha detto...

E che luci c'hai? Manco quelle della Casa Bianca causano tutto questo assorbimento!!

A chi piace montare ed a chi no: attraverso queste frasi si capiscono molte cose... :-)

Anonimo ha detto...

vero! ;-)
M.

dario ha detto...

anche a me piace montare. l'albero però.

phoebe ha detto...

Il mio problema a dire il vero è con i fili argentati. Non riesco a metterli, non c'ho modo nè maniera. Ma poi, vuoi mettere le candeline al posto delle lucine come nei paesi scandinavi? Incendio assicurato!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

perdersi tra palle e puntali... che vuoi di più!

Ominona

Roccia ha detto...

Enrico, stai sempre a pensà al sesso, eccheccazzo! (però in effetti montare non è che mi dispiaccia, anzi eheheh)

Anonimo ha detto...

Enrico* ma la cambi 'sta fotina e ti ci metti te per davvero? Dai... che alla lunga stufa.

Ominona