lunedì 16 maggio 2011

OMO E TRANSFOBIA. DUE TERMINI ORRIBILI CHE MERITANO L'ESTINZIONE.














Domani 17 maggio si celebra la giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia. Sono due termini orribili, cacofonici e sarebbe una cosa fantastica non doverli più pronunciare ma perché questo accada occorrerebbe una epidemia “intelligente” che individuasse e colpisse una buona parte della popolazione. Al di la però della bruttezza del termine la cosa a cui pensavo proprio oggi è quanto queste parole siano concettualmente inappropriate. Fobia sta per paura, timore di una cosa. Gli aracnofobici ad esempio scappano alla vista di un ragno mentre gli omofobici sembrano non vedere l’ora di incrociare un gay per poterlo insultare, denigrare, accusare dello sfacelo della società e del crollo dei reattori di Fukushima. Forse si dovrebbe cercare quindi un neologismo più appropriato che sintetizzi i concetti di frustrazione, ignoranza, violenza e omosessualità. Ma temo che ne verrebbe fuori un termine tanto lungo da far passare la voglia di trovarlo a qualsiasi attivista politico con velleità di paroliere.
Ad ogni modo, che questa parola ci piaccia o meno, domani facciamo tutti un pensiero in più sulla condizione degli omosessuali in Italia e se ci riusciamo senza ricorrere a 20 gocce di Prozac, cerchiamo con ogni mezzo di cambiare le cose. Qui da noi, vale la pena di ricordarlo una volta di più, i gay, le lesbiche e i trasgender godono più o meno degli stessi diritti dei neri negli Stati Uniti di metà ottocento. E non perché uno voglia esagerare o punti a fare del facile vittimismo me è un dato di fatto: viviamo avendo gli stessi oneri degli altri cittadini ma godendo di meno diritti (campione su tutti: i matrimoni).
La visibilità è ridotta per lo più a brevi apparizioni di gay da circo nei salotti televisivi a uso del divertimento degli spettatori come i nani nelle corti spagnole il che non gioco molto a favore della causa. Quando il tono si fa più serio invece ci manca poco che si venga intervistati di spalle e camuffando artificialmente la voce neppure fossimo pentiti di mafia.
Al livello più comune, l’omofobia è talmente endemica da portare molti a vivere la propria omosessualità con vergogna, mentendo ai propri familiari e dissimulando sul lavoro.
Siamo tutti ben consapevoli che i cambiamenti epocali avvengono con delle rivoluzioni. Qui non occorre, sebbene l’ipotesi sia allettante, tagliare nessuna testa ma mozzare l’ignoranza è una cosa possibile e nell’attesa che i governi si sveglino e inizino a considerare il diritto come un bene assoluto che non deve sottostare a becere manovre politiche volte a consolidare il consenso degli inetti, possiamo fare una campagna più personale, rivolta a famigliari, amici e conoscenti mostrandoci fieri di quello che siamo. Siate sinceri, siate onesti e nessuno vi potrà attaccare. Vivete nell’ombra e resterete persone infelici e vulnerabili. Ricordate che si nasconde solo chi è colpevole di un crimine quindi uscite allo scoperto, lottate per i vostri diritti e lasciate le caverne ai trogloditi e gli ignoranti.

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