martedì 5 maggio 2009

TUTTI SUL 19.




A Roma se sei finito su un mezzo pubblico è perché sei uno studente calabrese fuori sede, hai 85 anni e non ti hanno rinnovato la patente, sei un senegalese carico di borse false e dvd taroccati che stai andando a vendere nelle vie del centro o perché la sera prima, perdendo a bacio o penitenza, piuttosto che sfiorare con le labbra la tua collega da tutti soprannominata il “cesso a pedali”, hai preferito pagare pegno raggiungendo l’ufficio con i mezzi.
A questa ristretta schiera di eletti, da un paio di mesi mi sono aggiunto anche io dopo la ben nota dipartita del mio motorino.
Contrariamente alle mie prime resistenze, mi sto però accorgendo che prendere i mezzi non è affatto male (anche perché altre soluzioni non ce ne sono dal momento che ormai i miei amici si sono abbondantemente scocciati di farmi da scioffer e scuse come la pioggia, il mal di schiena e la distanza sono state già abbondantemente sfruttate).
Come molti romani io non prendevo i mezzi più o meno dai tempi del liceo quando alle 7,30 del mattino, con il mio Rocci in braccio (ndr: vocabolario di greco maneggevole e pratico da portare con un dolmen di Stoneing), aspettavo che il 14 mi deportasse al cospetto di un professore a caso per prendere un voto spesso compreso tra il 3 e il 5.
Superato quindi il trauma della memoria causato dal rimettere piede su un mezzo pubblico, mi sono subito reso conto che alla fine è comodo ed economico. Certo il fatto che abiti in una zona centrale aiuta perché se stavo al Laurentino 38 era tutta un’altra musica visto che da quelle parti, come in molte altre zone periferiche, è più facile vedere dei Pegaso alati pascolare nel prato che un autobus di linea passare per la fermata e i tempi di attesa si calcolano in ere.
Ad ogni modo da quando anche io sono diventato assiduo frequentatore dei mezzi pubblici, sto scoprendo uno spaccato socioantropologico degno di una tesi di laurea.
Tra tutte quelle che sto prendendo negli ultimi tempi la linea più interessante è la 19. Un tram che cavalca attraverso razze, ceti e culture che non hanno nulla in comune l’uno con l’altra se non l’abbonamento dell’ATAC (intera rete).
Partendo da Piazza dei Gerani, che è il cuore pulsante di Centocelle, il quartiere dove ragazze spavalde sfoggiano luc arditi composti da top che lasciano scoperti ventri da sagra della carbonara alleggeriti da pirsing sepolti tra la seconda e terza ciambella di lardo e un trucco rimuovibile solo con una soluzione a base di acido muriatico, si viaggia alla volta della Prenestina. Qui, ormai enclave di immigrati cingalesi, l’aria cambia. Nel vero senso della parola. Molti di loro infatti ancora non hanno ancora assimilato la tradizione occidentale della prima colazione a base di latte e biscotti e continuano ad abusare di aglio, mettendolo praticamente ovunque. Il che, alle 9 del mattino, a finestrini chiusi e magari pressati come pecore al macello, assume dei risvolti potenzialmente letali.
All’altezza di Porta Maggiore il 19 fa una virata verso San Lorenzo, quartiere di universitari, zecche fannullone e anche mio. Qui la fauna cambia ancora una volta trasportando a lezione studenti ancora storditi dagli ettolitri di birra trangugiata la sera prima fino alle 3, chiacchierando per strada con gli amici a toni di voce da denuncia all’ARPA e, possibilmente, facendo tutto questo sotto le finestre della mia camera da letto.
Non occorrono più di 5 fermate per iniziare a vedere i palazzi che costeggiano le rotaie farsi più eleganti. Le scritte sui muri passano da semplici graffiti a inni dedicati ai camerati caduti negli scontri di piazza: siamo arrivati al Nomentano-Salario.
Un quartiere molto borghese, molto bene e anche molto fascista. Qualche impiegato, di quelli in giacca e cravatta, inizia a salire. Circondato com’è da qualche rimasuglio di immigrati, si tiene serrato tra i polpacci la valigetta del lavoro con una tenacia che lascerebbe sospettare che quella borsa in realtà contiene i codici segreti per il lancio di testate nucleari.
Subito dopo si raggiunge il top dei quartieri romani: Parioli. Qui veder salire dei ragazzi è praticamente impossibile dato che sotto i 15 anni vengono scarrozzati ovunque da madri platinate, alla guida di inutili suv di marche comprese nello spettro che va dalla BMV alla Mercedes, mentre allo scoccare del sedicesimo anno di età, dato che il rolex lo hanno ricevuto a dodici anni e l’aifon al battesimo, si vedono possessori di quelle orrende macchinine biposto che in mano a loro diventano la riedizione più pericolosa di Cristin, la macchina infernale raccontata nel romanzo orror di Stiven Ching. Le sole a salire sul 19 sono quindi ottuagenarie dai capelli celestinati, sempre perfette nei loro cappotti d’astracan di inizio novecento che si dirigono ad un appuntamento con altre figlie del risorgimento per prendere un caffè e rievocare i fasti dell’unità d’Italia.
Il percorso termina a ridosso delle mura vaticane, il che implica che, a qualche fermata da queste, possano salire schiera di suore: animali gregari che si muovono in branchi come i lemuri e la cui esistenza sulla terra è più o meno utile quanto questa specie di marsupiali. Quindi, se siete turisti o curiosi mossi da un daruiniano spirito d’osservazione, fatevi un giro a bordo del 19, costa solo un euro e il tragitto dura quasi un’ora. E in questi tempi di ristrettezze economiche, è anche un’ottima alternativa al ben più costoso cinema, garantendovi, a mio avviso, un divertimento persino maggiore.

22 commenti:

Anonimo ha detto...

se si è fortunati si può incontrare anche il famoso cantautore del 19! consiglio: non negategli una monetina,perché se sceglie di improvvisare lì per lì una canzone sulla vostra cellulite può essere spietato.

L'Ammaliapi ha detto...

Insy arrivi in ritardo, tutto già visto e sentito (con le orecchie e col naso..in circa 15 anni di mezzi pubblici ;-)

Anonimo ha detto...

ma non è comunque molto meglio che stare elitariamente chiusi soli in auto a scaccolarsi il naso, emettendo tonnellate di CO2 ?
E non è meglio che sfrecciare in motorino, ove s'impara a proprie spese che il mondo è fatto di pirati con 2 occhi bendati che danno alla vita umana un valore misurabile solo con sofisticati microscopi ?

Rf ha detto...

Beh, vedo ancora una volta che non è cambiato nulla da quando abitavo a RM. Chissà se esiste ancora "il rimorchione" del 310 di piazza Bologna?
Da questo punto di vista MI è molto meglio.
Per esempio, ho anche scoperto in occasione dell'ultima mia gita a RM che lì non esiste la regola "tenere la destra" sulle scale mobili in métro, così chi ha fretta di correre al lavoro viene ostacolato di continuo... si narra che si rischia di perdere finanche a 3' e 1/2 per fermata.
Me lo confermi?

Massi ha detto...

Beh continua a prenderlo a lungo se ti fornisce materiale per post così divertenti! :)

Anonimo ha detto...

Insy, che post meravigliosamente divertenteeeeee!!!!
Grazie!
Grazie!

Whity

Unknown ha detto...

bravo! devo dire che ci hai descritti bene..
quando ho visto "castro" nella foto, ho immaginato che il 19 fosse stato deviato fino a san francisco. poi mi son ricordato di pretorio.
non dimenticare di dire che dal 19, sempre dentro l'euro, puoi acchiappare anche il 3 e fare il giro completo.

Anonimo ha detto...

Divertentissimo il passaggio delle pecore al macello. :-)
Per il resto, più che ironico, ho trovato il tuo scritto odierno molto romantico: sarà che, quando si parli di Roma, accantono l'obiettività e, più che al racconto, mi sia affidato alla piacevolezza d'alcuni miei ricordi.

Rupert

Anonimo ha detto...

insy..sei fenomale..con questo post io ti darei immediatamente la laurea honoris causa in sociologia...la tua non è una semplice descrizione da profano... è un divertentissimo trattato sociologico incisivo e straordinario nella sua semplicità e simpatia...ferrarotti ti fa un baffo. sempre tuo devoto sostenitore.

mr scrotociclosi

Miss California ha detto...

CavoloInsy, ci hai preso proprio in pieno con la descrizione della fauna tramviale!riconosco taaanti tipi...:P
bella la descrizione delle ragazze di centocelle...purtroppo qui a roma ormai sembra si stia diffondendo questa moda oscena... io aggoungerei anche i capelli neri, con ciuffo di lato e mollettina... tutte uguali ste ragazze!

Fräulein Donnutellina ha detto...

ma che carino!peccato davvero che non hai beccato il musicista pero',senno' sai che serenata!

Anonimo ha detto...

Scusa, ma non ti eri trasferito a Roma dopo la maturità? Oppure ho letto male il tuo libro...

giacomo (blog bellissimo, complimenti!)

Memole ha detto...

Che cosa fantastica i mezzi a Roma... aspetti per venticinque minuti il 714, e ne arrivano due uno dietro l'altro, stracolmi di gente... La regola di tenere la destra e' impossibile a Roma, ma anche a milano non la rispettano!

INSY LOAN E LO STATO DELLE COSE ha detto...

ciao giacomo, il libro ha delle parti di fantasia;)

Anonimo ha detto...

Oh, che delizioso spaccato di umanità! Prenderei volentieri anche io un 19N. Ma quel tram ormai non fa più fermate, ahimè.

La Nonna

eppifemili ha detto...

bello! Io il 19 lo prendevo sempre da bambina con mio nonno dopo la scuola...che meraviglia...oh! comunque siamo quasi vicini di casa....SE VUOI TI PRESTO IL MIO DI MOTORINO...tanto pure lui sta lì lì per spirare...

Anonimo ha detto...

Enno' eh! leggendo mi sono imbattuto sul post di Erri Potter...eccheccacchio! hai smerdato l'unica certezza della mia vita!la giornata è rovinata, chiedi scusa su'!
per farti capire la gravita' della situazione: m'è rimasto solamente la possibilita' di fare la doccia in palestra e spalmare lo sguardo su chiunque senza collezionare denunce alla boncostume...me chiedi scusa mo'??
max

Dejavu ha detto...

Dì la verità quanto ti ha pagato l'ATAC per scrivere questo post? :D

gipris ha detto...

Fantastico! sembra davvero il racconto dell'evoluzione della specie...

Enrico* ha detto...

Davvero Insy... Non ricomprare mai più un motorino e continua sempre a scrivere dei post così!! :-)

MirkoS ha detto...

Sono da 4 anni a Roma e giro da sempre con i mezzi. Non uso l'auto per paura di perdermi nel traffico romano, nei sensi unici, nelle ZTL e via discorrendo. In effetti ci si trova di tutto, ma il giro turistico sul 19 non l'ho mai fatto...proverò :D

KD ha detto...

Frequento i mezzi pubblici da molti anni ed è vero che c'è una flora e fauna vastissima che gira su essi. Quando non sono rimbambita da sonno o dai miei pensieri (un turbinio di chiacchere nella testa :-P) decisamente l'osservazione del mio stesso 'genere' umano è interessante! :)

ciao