mercoledì 11 novembre 2009

DA REPUBBLICA DI IERI SUL CASO CUCCHI.

Vi allego di seguito un articolo uscito ieri su Repubblica. Un pezzo durissimo e bellissimo scritto da Francesco Merlo sul caso di Stefano Cucchi.
Lungi dall’essere una novità, quanto sta accadendo, tra carabinieri corrotti che ricattano politici e transessuali estorcendo soldi ai primi e rubando cocaina ai secondi e poliziotti che massacrano fino alla morte un ragazzo trovato in possesso di droga, mi fa venire alla mente le tanto deprecate repubbliche sudamericane e mi chiedo se, anche in quella di Pinoscé, non si sia cominciati così, con una sfrontata perversione del potere resa ancora più arrogante da un’opinione pubblica sedata ed inerte. Rischio di sfiorare, se non addirittura di atterrare completamente nel deprecabile territorio della banalità ma non posso evitare di iniziare a credere che non sia questo il paese che vorrei fosse il mio paese. Uno stato biasimevole dove l’assenza di pudore e, ancor più, di pietà, fa si che Giovanardi possa esprimere opinioni tanto deprecabili senza che nessuno gli dia una sonora mattonata sui denti.


Il cattolico feroce
di FRANCESCO MERLO

Suscita rabbia e pena, una pena grande, il sottosegretario Carlo Giovanardi, cattolico imbruttito dal rancore, che ieri mattina ha pronunziato alla radio parole feroci contro Stefano Cucchi. Secondo Giovanardi, Stefano se l'è cercata quella fine perché "era uno spacciatore abituale", "un anoressico che era stato pure in una comunità", "ed era persino sieropositivo". Giovanardi dice che i tossicodipendenti sono tutti uguali: "diventano larve", "diventano zombie". E conclude: "È la droga che l'ha ridotto così".

Giovanardi, al quale è stata affidata dal governo "la lotta alle tossicodipendenze" e la "tutela della famiglia", ovviamente sa bene che tanti italiani - ormai i primi in Europa secondo le statistiche - fanno uso di droga. E sa che tra loro ci sono molti imprenditori, molti politici, e anche alcuni illustri compagni di partito di Giovanardi. E, ancora, sa che molte persone "per bene", danarose e ben difese dagli avvocati e dai giornali, hanno cercato e cercano nei cocktail di droghe di vario genere, non solo cocaina ed eroina ma anche oppio, anfetamine, crack, ecstasy..., una risposta alla propria pazzia personale, al proprio smarrimento individuale. E alcuni, benché trovati in antri sordidi, sono stati protetti dal pudore collettivo, e la loro sofferenza è stata trattata con tutti quei riguardi che sono stati negati a Stefano Cucchi. Come se per loro la droga fosse la parte nascosta della gioia, la faccia triste della fortuna mentre per Stefano Cucchi era il delitto, era il crimine. A quelli malinconia e solidarietà, a Stefano botte e disprezzo.

Ci sono, tra i drogati d'Italia, "i viziati e i capricciosi", e ci sono ovviamente i disadattati come era Stefano, "ragazzi che non ce la fanno" e che per questo meritano più aiuto degli altri, più assistenza, più amore dicono i cattolici che non "spacciano", come fa abitualmente Giovanardi, demagogia politica. E non ammiccano e non occhieggiano come lui alla violenza contro "gli scarti della società", alla voglia matta di sterminare i poveracci; non scambiano l'umanità dolente, della quale siamo tutti impastati e che fa male solo a se stessa, con l'arroganza dei banditi e dei malfattori, dei mafiosi e dei teppisti veri che insanguinano l'Italia. Ecco: con le sue orribili parole di ieri mattina Giovanardi si fa complice, politico e morale, di chi ha negato a Stefano un avvocato, un medico misericordioso, un poliziotto vero e che adesso vorrebbe pure evitare il processo a chi lo ha massacrato, a chi ha violato il suo diritto alla vita.

Anche Cucchi avrebbe meritato di incontrare, il giorno del suo arresto, un vero poliziotto piuttosto che la sua caricatura, uno dei tanti poliziotti italiani che provano compassione per i ragazzi dotati di una luce particolare, per questi adolescenti del disastro, uno dei tantissimi nostri poliziotti che si lasciano guidare dalla comprensione intuitiva, e certo lo avrebbe arrestato, perché così voleva la legge, ma molto civilmente avrebbe subito pensato a come risarcirlo, a come garantirgli una difesa legale e un conforto civile, a come evitargli di finire nella trappola di disumanità dalla quale non è più uscito. Perché la verità, caro Giovanardi, è che gli zombie e le larve non sono i drogati, ma i poliziotti che non l'hanno protetto, i medici che non l'hanno curato, e ora i politici come lei che sputano sulla sua memoria. I veri poliziotti sono pagati sì per arrestare anche quelli come Stefano, ma hanno imparato che ci vuole pazienza e comprensione nell'esercizio di un mestiere duro e al tempo stesso delicato. È da zombie non vedere nei poveracci come Cucchi la terribile versione moderna dei "ladri di biciclette". Davvero essere di destra significa non capire l'infinito di umiliazione che schiaccia un giovane drogato arrestato e maltrattato? Lei, onorevole (si fa per dire) Giovanardi, non usa categorie politiche, ma "sniffa" astio. Come lei erano gli "sciacalli" che in passato venivano passati alla forca per essersi avventati sulle rovine dei terremoti, dei cataclismi sociali o naturali.

Giovanardi infatti, che è un governante impotente dinanzi al flagello della droga ed è frustrato perché non governa la crescita esponenziale di questa emergenza sociale, adesso si rifà con la memoria di Cucchi e si "strafà" di ideologia politica, fa il duro a spese della vittima, commette vilipendio di cadavere.
Certo: bisogna arrestare, controllare, ritirare patenti, impedire per prevenire e prevenire per impedire. Alla demagogia di Giovanardi noi non contrapponiamo la demagogia sociologica che nega i delitti, quando ci sono. Ma cosa c'entrano le botte e la violazione dei diritti? E davvero le oltranze giovanili si reprimono negando all'arrestato un avvocato e le cure mediche? E forse per essere rigorosi bisogna profanare i morti e dare alimento all'intolleranza dei giovani, svegliare la loro parte più selvaggia?

Ma questo non è lo stesso Giovanardi che straparlava dell'aborto e del peccato di omosessualità? Non è quello che difendeva la vita dell'embrione? È proprio diverso il Dio di Giovanardi dal Cristo addolorato di cui si professa devoto. Con la mano sul mento, il gomito sul ginocchio e due occhi rassegnati, il Cristo degli italiani è ben più turbato dai Giovanardi che dai Cucchi.

8 commenti:

Salvatore ha detto...

un articolo magnifico!!! ho ancora i brividi

manrico ha detto...

Grazie per averlo pubblicato.

Anonimo ha detto...

Bravo: ripubblicarlo per esteso serve eccome!
L'articolo è splendido.
Si vede che l'ha scritto mettendoci dentro tutto lo sgomento che TUTTE le persone di buonsenso hanno provato ad ascoltare le parole di Giovanardi.

Di tutta la tristissima situazione capitata a Stefano Cucchi sai qual'è la cosa che non mi da pace da giorni? Che questi sedicenti difensori della 'vita' evidentemente considerano DIFENDIBILE solo alcuni tipi di vita...
Gli altri che si fottano. Tanto sono dei tossici, no? O donne che scelgono l'interruzione di gravidanza. O persone in stato vegetativo da anni che vorrebbero scegliere come andarsene...
Il titolo di questo pezzo usa l'aggettivo più azzeccato possibile: FEROCE.
Questa gente è feroce e pericolosa.

Grazie ancora per esserci, Insy.

Antonella

Anonimo ha detto...

L'articolo è davvero magnifico, forte almeno quanto il suo contenuto. Che dire di più? Il fatto che in italia esistano cittadini di serie A e B si sapeva già, ma qui stiamo davvero arrivando a finire l'alfabeto... Penso che in questo caso come in qualunque altro le etichette come "tossico, frocio, adultero, negro" debbano essere messe da parte per un istante. Magari bisognerebbe pensare di più alla persona omosessuale, alla persona tossicodipendente, ma pur sempre una persona. Non una persona migliore o peggiore di altre, non meno intelligente, ma una persona che ha fatto delle "scelte" di vita differenti. Credo fermamente che anche nel torto più cieco che queste persone possano commettere si debba comunque mantenere un alone di umanità.

Angelo Ventura ha detto...

Giovanardi e gli escrementi: stessa materia. ma che "cristiano" è? Perchè ha il feticcio del crocefisso?

Rosa ha detto...

Grazie per averlo ri-pubblicato, me l'ero perso.
Caro Insy quando sei così serio sei ancor più adorabile ;)

dario ha detto...

siamo noi che ci droghiamo per darci l'illusione di vivere dentro una televendita.

Davide ha detto...

Ma questo non è lo stesso Francesco Merlo che straparlava dell'arcigay come una associazione razzista? Non è quello che sosteneva che i gay strumentalizzano i morti? È proprio diverso Giovanardi da Merlo... oppure no?