sabato 1 novembre 2008
SCIARA.
Il primo cane che ho avuto era un Colli, razza meglio nota come Lessi per quel misterioso motivo che vuole sovrapposto il proprio nome con quello del personaggio che si è interpretato. Stessa sorte sarebbe potuta toccare anche al Pastore Tedesco il quale però, essendo una razza piuttosto feroce, come tutti i tedeschi, nessuno si è mai sognato di chiamare Rintintin a meno che non volesse poi ritrovarsi le sue zanne conficcate nel braccio.
A regalarmi Sciara, la mia cane femmina (non so perché ma a me cagna suona sempre più come un’offesa) fu il miomiglioreamico quando avevo 12 anni.
Era uscita da una cucciolata di 6 e lei era la sola femmina sopravvissuta. E la cosa era piuttosto buffa visto che era poliomenitica, le mancava un dito della zampa posteriore e aveva pure la coda mozzata a causa di uno strappo troppo violento che la madre diede con le fauci mentre la stava tirando fuori dall’utero.
La prendo che ha 45 giorni e a quell’età ti ci fregano. Vedi un batuffolo di pelo fulvo e te ne innamori immediatamente senza considerare il delirio di piscio, cacca, vomito e vermi che ti costringerà a passare i prossimi mesi della tua vita a usare ettolitri di detersivo per pavimenti e disinfettanti come non se ne sono visti usare neppure nei bagni dei campeggi.
Sciara era il nome della cane femmina morta qualche anno prima al Miomigliormamico il quale mi aveva chiesto di darlo al mio cucciolo per una sorta di tributo. E questo ci risparmiò il rischio di cadere nell’errore fatale di appiopparle nomi infausti come i vari Punto e Virgola che in quegli anni si erano abbattuti come un flagello su tutta l’Italia a causa della Carrà.
Sciara ha condotto una vita lunga e serena. Abbaiava poco e non si lamentava mai, neppure durante la fastidiosa malattia che ce la portò via piuttosto anziana.
Le sole cose che la facevano sobbalzare durante le sue lunghissime ore di sonno (durante le quali, spesse volte passavo dandole un colpo con il piede per accertarmi che fosse ancora viva) erano le mosche, che adorava cacciare in giro per casa e alle quali non dava tregua fino a che, con balzi più tipici di un gatto che di un cane, riusciva a catturarle al volo e mangiarle con gusto.
Ci accorgemmo di non avere un tappeto ma un cane da pastore (Scozzese, questo se cercate sull’enciclopedia canina è l’altro nome della razza, non Lessi) durante un viaggio in autostrada. Come da formazione a me spettava l’onore del posto del passeggere anteriore ma anche la tortura di tenere in braccio Sciara (piacevolissimo d’inverno ma che d’estate si trasformava in un delirio di sudore e bava gocciolante). Lei, come al solito, guardava attraverso il finestrino il panorama che le scorreva velocissimo davanti, con l’espressione di chi è perso nei propri pensieri e che ti fa chiedere se davvero gli animali non ne abbiano di loro. Siamo in fasi di sorpasso e iniziamo a passare accanto ad un tir che porta un carico di pecore destinate al macello. Non appena Sciara si accorge di loro, inizia ad ululare ed ansimare. Era la prima volta che la sentivamo emettere quel verso. “Ma allora è vero che sei un pastore!”, esclamò mio padre con orgoglio come se avesse scoperto una mia, fino ad allora celata, passione per il calcio. Con un balzo Sciara raggiunse il lunotto posteriore travolgendo mia madre e mio fratello e, ad orecchie tese, continuò ad emettere lunghi ululati fino a quando il camion carico di ovini non sparì dalla sua visuale. Solo allora tornò al suo posto, sopra di me, in modalità pelliccia vivente.
Come tutti gli altri cani, anche la nostra aveva eletto il suo capo branco e questo era mio padre, per il quale nutriva una venerazione che sconfinava il puro istinto. Quando lui usciva di casa le i faceva il giro delle finestre affacciandosi per vedere dove fosse e noi ci accorgevamo dell’imminente rientro di mio padre perché iniziava a guaire minuti prima che suonasse al campanello. In tutti gli anni che visse con noi, non ricordo una sola volta in cui, aspettando che mio padre aprisse la porta di casa, non fosse pronta a saltargli addosso frignando fino a farsi la pipì addosso per l’emozione. Forse è per questo tipo di dedizione, assoluta e incondizionata che mio padre pianse la morte di Sciara per giorni e giorni mentre, alla firma dei documenti di separazione con mia madre, stappò una bottiglia di prosecco.
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19 commenti:
Ho l'impressione che nel tuo blog tu, piano piano, stia cominciando a parlare di te. Anzi, finora l'hai evitato in un modo anche piuttosto brillante :)
PAOLO, se cerchi ci sono nel blog altri brandelli di vita:) è che non credo siano interessanti:)
Chiusa geniale.
Comincio seriamente ad affezionarmi a tuo padre.
Mi hai commosso...
Donatella
E come tutte le famiglia che hanno avuto cani,anche la tua avrà detto dopo la sua morte:"Mai più,si soffre troppo";che poi bastano quasi sempre una leccata di mano ed un occhietto languido per fargli cambiare idea e prenderne un altro.
Si, ci ero quasi cascato ;-)
Elrohir
ho la fobia dei cani, una cosa davvero brutta e che mi mette in continuo disagio.
Mi piacerebbe trovare un modo per farmela passare..e mi piacerebbe avere un amico fidato.
sono cani bellissimi... a mia cugina è morta la sua collie circa un mese fa. aveva 15 anni umani!porella!
...come dice un vecchio pazzo del mio paese: gli animali son meglio delle bestie...
Buuuh!! Temo che anche il mio papà piangerà per giorni quando la nostra cagnolina (è un ottimo modo per non usare "cagna"!) spirerà :((
Che post tenero Insy!
Luciana
Perchè, i bagni dei campeggi li lavano?
il tuo blog mi accompagna durante i miei noiosi giorni d'ufficio..
e ti immagino a roma !
io ho un cagnolino,un bassotto nano(...) che si chiama ATTILA!
il nome non l ho scelto io,ho cercato di ribellarmi ma ninete da fare!
per me i cani hanno un anima,ne sono convinta.e il mio ricordo va al mio primo cane AKIM,un pastore tedesco di un intelligenza di gran lunga superiore alla somma di tutti i partecipanti dell'isola dei famosi,talpa,grande fratello,TG4 e studio aperto!
e mi chiedo ancora come mai in alcuni ristoranti non possano entrare ...mi è capitato persino che in una trattoria tipo GIGI il troione non accettassero il mio bassottino...vabeh!
buona giornata e buona settimana
Ely
Insy, o mia musa ispiratrice, so bene cosa provavi nel tenerlo sulle ginocchia per delle ore.
A me capitava col mio primo setter inglese, che viveva in perfetta simbiosi con mio padre.
Adesso però io mi consolo con un uccello di un metro...
Almeno tuo padre amava Sciara...
Mio padre manca poco non mi parla più perché ho portato in casa (mia non sua, io sto da solo) un gatto... Mah...
ci fossero anche "fidanzati" cosi fedeli! ehehe visti i blog precedenti eheheh!
tocca tenerli al guinzaglio... non trovi?
direi a questo punto di ricordare un altro "migliore amico dell'uomo! il cane della nana losca da dopo dipartito!!
che ne dici? un bacione!
"che era poliomenitica, le mancava un dito della zampa posteriore e aveva pure la coda mozzata "
non mi meraviglio che te l'avessero regalata...
insy, ti capisco in pieno, perche anche il mio primo cane è stato una femmina di collie. la descrizione è la stessa che hai fatto tu! era un amore di cane..12 anni meravigliosi! purtroppo è morta per un tumore all'utero 4 anni fa, ma ancora la sogno di notte.. :)
I cani che restano assorti nei propri pensieri è un immagine molto bella.
Il mio sogna, e scodinzola nel sonno, corre, salta, mugola.
Il mio cane sogna di correre.
Non so, ma questa cosa mi ha sempre riempito di allegria. Ha un cane ora signor Insy?
agostino
No, Insy, son sempre interessanti queste piccole schegge di vita.
Sai, anche io preferisco dire "cane femmina", ho la stessa sensazione tua.
Però cani non ne ho mai avuti, solo gatti. E alcuni han fatto una brutta fine. Però la casa senza di loro è così vuota...
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