venerdì 23 gennaio 2009

David contro Oscar















Sto preparando un battuto speciale a base di polvere di caffè, guaranà, metanfetamine e ‘nuja calabrese per tenermi sveglio il prossimo 22 febbraio in concomitanza della consegna degli oscar (anche se non ho ancora deciso se mi convenga di più restare alzato la notte precedente o caricare la sveglia ad un orario assurdo, di quelli ad una cifra, al quale non credo di essermi levato mai).
A me il cinema piace anche se non sono di quelli che ti descrivono un film parlandoti di piani sequenza o metodo strasberghiano: un film o mi piace o m’ha fatto schifo. Il motivo reale però di tanto sacrificio è che a presentare la serata sarà Iug Gecman che ricordiamo essere quell’attore che semmai decidesse di darsi al porno sarebbe la causa principale di migliaia di morti nella comunità ghei per eccesso di masturbazione.
In più, diciamocelo, la cerimonia degli oscar è sempre un gran bello spettacolo, soprattutto per quanti, in una notte di aprile, ad orari in cui solitamente mediaset manda a nastro le vendite di mediasciopping e la rai le lezioni per prendere la laurea in fisica nucleare per corrispondenza, si sono imbattuti per errore nella premiazione dei David di Donatello: una delle cerimonie più avvilenti dopo la consegna dei diplomi per sarte a Cabul organizzate dalle associazioni internazionali per lo sviluppo del lavoro femminile nelle aree depresse del mondo.
Ah, (ndr: è un sospiro. Lo specifico perché non so mai come si scrive e temo sempre uno la legga come mezza risata) quella sfilata di stelle ollivudiane su un tappeto di mochet rossa lungo come il percorso di una maratona con tanto di punti ristoro a base di Gatoreid ogni 3 chilometri: è una goduria per gli occhi. Dive del calibro di Nicol Chidman (con la sua cartucciera di fiale al butulino che si spara per darsi una rinfrescata nel bagno delle donne durante un brec pubblicitario) o Angelina Gioli (che prima di scendere dalla limusin ha ancora il tempo per adottare un altro terzomondista-vedi asterisco a fine articolo) sono tutt’altra cosa rispetto a vedere le omologhi italiane che si presentano al ritiro del premio vestite manco fossero scese di corsa, così come stavano, per comprare al volo il pangrattato necessario per cucinare il polpettone per la cena.
E poi la locascion. Los Angeles, il sole della California, il Codac Tiater: 300mila posti, un palco che tra che lo attraversi da parte a parte ti iniziano a spuntare i primi capelli bianchi, le performans di mega stelle della musica, della danza e dell’intrattenimento fanno perdonare quelle 8 ore di schianto sul divano che quando poi ti alzi ti ritrovi un culo buono solo da usare al posto dell’asse da stiro.
Invece il David? All’auditirium di via della Conciliazione, accanto al Vaticano. Un edificio austero che ricorda il palazzo di giustizia di Milano e che appena lo vedi ti viene subito voglia di confessare anche l’omicidio Matteotti. Con attori e trup che salgono scazzati a ritirare il premio mentre il conduttore si incarta goffamente visto che le mani sono solo 2 e lui deve gestire: il foglietto con su scritto a penna la scaletta, un microfono a filo che orma non usano più neppure i preti in chiesa per le omelie e in più sto cacatone dorato con base in marmo verde che se per errore gli cade a terra rispunta nel bel mezzo dell’oceano Indiano.
Ricordo ancora la fintissima ma adorabile emozione di Giulia Robers vestita da valentino, in una taglia inprecisata compresa tra la 20 e la 21 frutto di mesi di palestra, salti dei pasti e vomiti convulsi ritirare la statuetta alternando ringraziamenti, lacrime e sorrisi. E noi? Mediamente quando una delle nostre star sale per ritirare il David ha l’espressione felice di chi per turnazione familiare è costretto la notte di capodanno a badare al nonno scorticato dall’alzaimer e affetto da incontinenza senile.
E poi il premio: l’Oscar, che eleganza. Una figura stilizzata in pura art decò non come quella cosa orrenda che pare una statuina che trovi sulle bancarelle a piazza della signoria insieme ai sottopiatti con gli affreschi della Sistina con su scritto “in Italia sono andato e un pensiero t’ho riportato”.
Insomma, per chi fosse interessato, io il 22 notte (o come dicevo il 23, ma molto presto) mi piazzo davanti al televisore.
Chi viene? (dite che è davvero tanto patetico come tentativo per adescare qualcuno?)


*
intercettazione telefonica tra Angelina e il suo procuratore mentre è bloccata nella limusin la sera della consegna degli Oscar.

Angelina: "senti sono bloccata ancora in questa cazzo di macchina...
quella stronza della Strip sta facendo un intervista fiume.
Già che ci sono non è che mi si è liberato cessò, un ragazzino cingalese. Ce l’ho già?! Ah, vero…Un somalo? Ce l’ha già Madonna! Mmhhh…
E come si chiamano invece quelli grossi...
maori?
ok
me ne procuri 2?
Cosa!? E’ una razza che ha il gene dell'obesità congenita?
ma sei matto?
no no.
Lascia perdere che quella stronza ha fatto con i giornalisti e ora devo scendere"
Clic.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

http://gaynews.it/view.php?ID=80526
hai sentito? per te che sei una ex campionessa di pattinaggio sul ghiaccio....

angie ha detto...

io vengo se vuoi...
porto gli amici?

ciao scrappy!

Anonimo ha detto...

Miiiiilk! Oggi esce Miiiiilk!

E non intendo dalle mammelle di una mucca d'oltremanica...

Enrico* ha detto...

Mmm... Mi sembra di non avere impegni per la notte del 22 (o la mattina presto del 23, fai tu)...

INSY LOAN E LO STATO DELLE COSE ha detto...

allora Enri prendi le adesioni che preparo il rinfresco

Anonimo ha detto...

pare che gomorra non sia stato ammesso agli oscar perchè c'è questa causa tra la rai e la academy perchè quest'ultimi impediscono di usare la parola OSCAR in quel premio peggiore del telegatto: l'oscar della televisione.... tanto poté daniele piombi...

Enrico* ha detto...

Che ci prepari di bello?
Take-away da McDonald?

Anonimo ha detto...

Matta! io 18 torno a dublino....da buca a tutti e viè a vedertelo su..se vieni non ti scordare na mezzachilata di puntarelle che a dublino non esistono.
Ciao Angie! Ciao Dariush

Anonimo ha detto...

Sai che a San Francisco in "certi ambienti" la notte degli Oscars e' chiamata il "Gay Super Bowl"?
Filippo

INSY LOAN E LO STATO DELLE COSE ha detto...

io propongo tutti a dublino a vedere gli oscar!!!!

Anonimo ha detto...

cazzo non c'ho scai :_:

Anonimo ha detto...

Ma sai che a me Iug Gecman non mi dice tanto? Anzi, mi fa anche paura il suo sguardo...
(fantastica la telefonata della Giolì, hahaha, credo proprio che sia davvero così!)

Vogue ha detto...

Ma io adoro la Notte degli Oscar! E' una delle mie ragioni di vita, da 5 anni a questa parte la guardo sempre in diretta su Sky facendo nottata e il giorno dopo salto sempre le lezioni... Non c'è niente di paragonabile per glamour, spirito divistico, attesa dei premi, un condensato ultra favoloso di tutto ciò che è frivolezza e grande cinema, gossip e grandi attori, performance d'alto calibro e cocenti delusioni. Ricordo ancora il mio disgusto quando "Crash" fu nominato film dell'anno al posto di "Brokeback Mountain"!!! Alle 5.30 del mattino rimasi catatonico per circa 15 minuti! Non ci potevo credere! E quest'anno TIFIAMO PER MILK!!

Vogue ha detto...

p.s.
Hugh Jackman è un DIO! Ringraziamo l'Academy per cotanta scelta, si vede che c'hanno l'occhio queer e dopo anni di bravi (ma cessi) presentatori, si son decisi a prenderne uno sia bravo che BONO!