lunedì 27 agosto 2007
SE SEI GIUSTA, VAI CON I MEZZI.
Se c’è un esperienza in grado di cambiarti la percezione della vita a Roma è andare al mare di domenica. Se usi la macchina o scegliere di partire con disinvoltura alle 6 del mattino o, se per errore la sveglia non suona e parti anche solo 2 ore dopo, puoi passare le 5 ore successive incolonnato sulla Pontina sfogliando il dizionario sinottico delle bestemmi in 8 lingue diverse, pagando all’arrivo pure 5 euro al parcheggiatore abusivo che, non si capirà mai perché, nessun vigile osi dirgli nulla.
Se vai in moto, sei il re del mondo: ci puoi impiegare al massimo 30 minuti e per tutto questo tempo, tenere il braccio piegato ad ombrello nel simbolo internazionale dell’ ”attaccateve a questo”. Oppure potete fare come me che da anni mi batto per rendere di moda la più alternativa delle soluzioni: i mezzi pubblici. Vi chiederete perché. No, non lo faccio perché ho un motorino con una ruota nella fossa. No, non lo faccio perché nessuno è disposto a caricarmi in moto neppure sotto compenso di prestazione sessuali (forse dovrei barattare l’offerta con un ciambellone fatto in casa, avrei più scians). E non lo faccio neppure perché non ho i soldi per comprare uno scuter che mi garantisca un percorso veloce e sicuro. No, no. Lo faccio perché non c’è niente da fare: la nuova frontiera del radica scic sono i servizi pubblici (non i vespasiani però). Contrariamente a quanto afferma un mio amico avvocato affermato che mi dice di essere un cazzaro, ritengo che usare i mezzi sia romantico e avventuroso allo stesso tempo. Una sorta di viaggio attraverso se stessi. In effetti dopo un’ora e mezzo di viaggio (solo andata) il tuo carattere potrebbe venirne profondamente segnato un po’ come quelli che, tornati dall’india India iniziano a vedere il mondo con occhi diversi.
Quando però si decide di andare al mare con i mezzi è fondamentale organizzare il viaggio con la stessa dovizia che si impiegherebbe per affrontare una spedizione con “Avventure nel mondo” di dieci giorni chiamato: “I percorsi delle carovane Tuareg”.
Prima di tutto, la sera si va a letto presto, molto presto. Alle 9, 30 al massimo mi metto in branda. Cena leggera per evitare malori lungo il tragitto. Avere un attacco di diarrea all’altezza di Casal Bernocchi potrebbe essere fatale.
Munirsi di un libro e/o una rivista e/o un aipod caricato al massimo e/o lo speciale “un anno di parole crociate” e/o una tesi di laurea in filologia romanza da leggere.
Portare nello zaino: 1 o 2 barrette energetiche, una bottiglia con integratori salini, salviette umidificate e kit contro le malattie esotiche visto che l’ultimo occidentale che vedrete sarà il giornalaio presso il quale acquisterete il biglietto per la corsa. Altro vantaggio è proprio questo: al solo costo di un euro uno (potenza del lavoro di raccordo tra tutte le aziende di trasporto della “Greter Roma”) vi garantite più che un viaggio una vera e propria esperienza culturale, vedrete passeggeri di tutti i continenti e vi avvicinerete al loro modo arricchendo così la conoscenza etnica dell’”altro” (dalla sputazza per terra, allo scaccolamento selvaggio, alla preparazione di pollo speziato nell’attesa della partenza del treno).
Il percorso si suddivide in più cambi di mezzi: autobus (il mitico 71 che da casa mia ti porta ovunque, praticamente un taxi), metropolitana linea B (quella, dicono con l’aria condizionata), treno, ribattezzato “la freccia del mare” (se ti dice culo becchi una delle due nuove vetture ultramoderne che pare di stare sul modulo di trasporto della base lunare Alfa di “Spazio 1999” altrimenti se becchi le altre è come viaggiare su i treni piombati di “Scindlers List”), altro autobus: lo 07, che si fa tutti i cancelli di Torvajanica. Poi, quando lo sconforto e la stanchezza stanno per prendere il sopravvento come accadde ai marinai di Colombo al penultimo giorno di navigazione prima di avvistare le coste di San Salvador, approdi a Mediterranea (n.d.r. lo stabilimento ghei dove vado io). Se poi prendo il pattino “per vedere da lontano l’effetto che fa”, escluso l’aliante, mi ritrovo nel giro di due ore ad aver preso qualsiasi mezzo di locomozione inventato dall’uomo.
E poi c’è chi dice che sono una persona pigra.
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16 commenti:
niente..ormai è chiaro. tu stai male. c'è chi lo chiama masochismo. in compenso, non hai rischiato la mia scenetta di litigio con parcheggiatore abusivo che riteneva opportuno farmi pagare 1 euro per il parcheggio del motorino su bordo strada.
a seguire scena di svenimento di un amico al passaggio dalla zona mista di destra, alla zona gaiolandia di sinistra. della serie: nun se famo notare mi raccomando.
Caro Oscar, vai a cuba e non mi dici nulla? che mi hai riportato?
Hai capito se sta canotta era azzurra o scura?
INSY
bè dai, non puoi dire che lo tenessi proprio segreto.
la canotta poteva anche essere azzurra. per il brevissimo e fugace scorcio che ho visto, e nelle luci trombocosmiche poteva essere. il capello era quello, nessun dubbio.
c'è un che di familiare con quando vado a fare la spesa al lidl, che è un po' come viaggiare senza fare il biglietto (se escludiamo l'euro del carrello che casualmente non torna mai fuori quando lo rimetto a posto...)
sono sempre l'unico italiano all'interno. manco le cassiere. per non parlare dell'armadio a 4 ante della sichiuriti...
dimenticavo.. naturalmente ti ho portato un bel cubano. un mulatto di quelli che c'è venuto il torci-collo, altro che aria condizionata.
quando te lo vieni a prendere? che questo magna come una famiglia intera.
X Oscar: beh potevi venire a salutarmi! Per il cubano hai fatto bene. Quelli qui a roma li ho già finiti tutti...
INSY
X REDRUM: lo dici a me che quando vado a piazza vittorio mi devo portare un cingalese che faccia da traduttore. ma io dico dopo un milione d'anni che sei a roma "PANE" saprai come si dice e lo saprai riconooscesre se te lo chiedo o no? O forse sono io chwe non mi faccio capire...
INSY
bè, dopo un paio di birre già riuscire a scendere le scale a precipizio modello trinità dei monti del village senza strapiombare giù, lo considero una vittoria. ma rischiare di fermare qualcuno che hai visto solo di spalle per dirgli "ei forse io e te ci conosciamo", mi sembrava azzardatissimo. suonava un pò come uno squallido tentativo di rimorchio. e io faccio finta di essere più disinvolta, anche senza i tacchi 15 cm.
Ce l'ho, ce l'ho!! L'esperienza della domenica romana al mare ce l'ho pure io (milanese pentito)!!
Luglio di quest'anno, troppo caldo per stare a Roma nel giorno di non lavoro, mi godo un po' di mare; le acque turchesi del 'lido Roma' a Ostia Stella Polare. Tragitto da fermata di Castro Pretorio a Eur Magliana e poi una tradotta infinita sul trenino multietnico. La fermata e il posto me l'ha consigliato una ragazza conosciuta proprio sul Orient-Express Roma-Ostia. Se la ripijo l'acciacco...
Non sapevo ci fossero stabilimenti gay nella zona. Io ho visto solo mamme "magnabellodemamma"..
X OSCA: la prossima volta prova male che vada conosci uno nuovo.
X Francesco: stella polare? Ma sei matto? Dai ti ci porto via alla spiaggia ghei...
X OSCA: la prossima volta prova male che vada conosci uno nuovo.
X Francesco: stella polare? Ma sei matto? Dai ti ci porto via alla spiaggia ghei...
francè.. certo che pure te.. uno stabilimento che si chiama orsa polare? in montagna che fai? ti butti al lido bella napoli?
pardon.. stella non orsa. ma il succo è lo stesso
Per OSCAR: Da playa del Este ai lidi ostiensi: ho voluto provare il brivido. O meglio il vuoto d'aria. Mi sa che ne sai qualcosa, visto da dove torni tu..
Per INSY: allora accendo il mutuo per comprare il costume della Aussiebum; ho adocchiato un tanghino leopardato niente male!!
X Francesco: non temere te ne do uno io di costumi ossibum: ho quasi tutti i modelli
INSY
Insy: vanitossssa sei.
Francesco: da uno a dieci, ti capisco dieci. dal mar dei caraibi a mar di ostia, mi è venuto uno scompenso ormonale.
mi devi raccontare bene però
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