
Un mio ormai ex amico del blog, lui dice fuorviato dalla foto sulla mia pagina, mi dice qualche giorno fa: "sai pensavo fossi un bear" (ndr: tra poco capirete cosa significa). Il caro ex amico di blog deve ringraziare iddio che, facendo sto maledetto scarico di carborati, sono così debole che mi fa fatica pure salire le scalette del mio letto a soppalco sennò lo corcavo di botte, con tutta la fatica per stare a dieta mi dici una cosa del genere?! E se mettevo al posto della bocca un fiore? Mi scambiava per un colibrì? Comunque premettendo che gli Orsi (animali ed umani) li adoro, ecco una mia impressione su questa categoria non ancora universalmente famosa. Chiedo scusa in anticipo se qualcuno può sentirsi toccato da questo post ma lo tranquillizzo subito dicendo che tanto, questa è la fine mia.
L'orso è un grande mammifero dell'ordine Carnivora, famiglia Ursidae. Tutti gli orsi hanno in comune la pelliccia densa, un buon senso dell'odorato e dell'udito. Gli orsi hanno un grande corpo.
L’Orso ghei invece è sì anche lui un grande mammifero ma è soprattutto una delle categorie di nicchia che descrive corpulenti omaccioni, irsuti con una propensione per gli abiti da boscaioli, le salopette e i pasti a base di panini al colesterolo fritto. Però, paese che vai orso che trovi.
Infatti nelle culture anglosassoni gli orsi sono meglio identificabili come delle montagne muscolose dai baffono alla Stalin con braccia grosse come pali della luce, ben piazzati e dallo sguardo che sembra dirti “se metto le mani nel tuo vasetto del miele sta sicuro che non ti siedi per una settimana”. Il che potrebbe solleticare la fantasia erotica di molti di noi. Ma come si arriva a casa nostra il concetto di orso si allarga, soprattutto di taglia.
Qui pare che l’usitudine, più che una filosofia di vita, sia una scelta di ripiego per chi ha abusato rigatoni alla carbonara e merende fatte di anfore di Nutella tra due pagnotte di pane casereccio. Più che altro gli orsi italiani sembrano aver reinterpretato la dieta a Zona facendosi tutti i ristoranti delle città zona per zona appunto.
Arrivati quindi al quintale e visto che il mondo ghei, con le sue fisse per la forma perfetta, non rientra più nelle loro misure si sono visti costretti a cambiare nicchia, tentando oltretutto di dare una giustificazione culturale alla situazione. Il fatto è che semplicemente, dopo decenni di diete a base di cotone imbevuto con la vodka, dopo otto scalate del K2 e dodici dell’Imalaia a forza di salire e scendere dallo step e aver circumnavigato la terra strappando il record a Magellano correndo sul tapi rulan si sono arenati.
Ma il mondo degli orsi non è solo un mondo fatto di strutto usato al posto della vasellina e di morie di bilance suicide lanciatesi dalla finestra al solo sguardo dei loro padroni. C’è innanzitutto un forte spirito di gruppo e come per molte altre categorie ghei, vivono tra loro, e sempre tra di loro spesso si accoppiano, mangiano (tanto) e vanno (quindi) in letargo.
Persino in spiaggia li vedi fare comunella passando il tempo tra stampini per creme caramelle usati come formine per la sabbia e gavettoni di crema pasticciera. Sì, infatti la loro caratteristica principale è un’estrema quanto contagiosa giovialità fedele al motto “panza piena, cuore allegro”.
E se le “palestrate” tirare fuori i loro tristissimi contenitori della tapperuei colmi di riso conditi con aria di mare gli orsi danno il loro meglio. Mi ricordano tanto le gite fuori porta della mia famiglia dove le mamme, le nonne e le zie a ora di pranzo aprivano il tavolino pieghevole in alluminio con sopra stampata la scacchiera per la dama e per il filetto, lo apparecchiavano e poi lo ricoprivano di teglie di lasagne, spaghetti alla chitarra, insalate di pollo, patate al forno e crostate alla crema che avevano richiesto tre giorni di preparazione e le truppe cammellate di Lorenz d’Arabia per trasportarle. Allo stesso modo, verso le13 scatta, anche per gli orsi scatta l’operazione “calorie sotto il sole”.
Dopo un pranzo dove la cosa più leggera contiene il fabbisogno energetico per un villaggio di 35 persone nell’Africa sub saariana e con un caldo, pure quello subsaariano è possibile possa esserci la remota possibilità di venir colti da un leggero torpore che può sfociare in casi di svenimento iperglicemico. Ma siccome l’orso è un animale la cui intelligenza è pari solo alla sua stazza, si buttano all’ombra non di un semplice ombrellono (viste le dimensioni cosa pretenderebbe mai di riparare, una caviglia?) ma di vere e proprie tendopoli realizzate con 4 ceppi di legno raccattati sulla spiaggia e una cordata di gran fular Bassetti sotto le quali si adagiano mollemente per schiacciare, anzi stritolare, un sonnellino.
E’ quando li vedi lì sdraiati, seminudi, uno accanto all’altro che ti aspetti spunti da un momento all’altro Alberto Angela per uno speciale di Super Quark dedicato agli spiaggiamenti dei leoni marini durante il periodo dell’accoppiamento.
Negli ultimi anni si stanno organizzando sempre più incontri e serate in discoteca, tra l’altro molto divertenti, dedicate esclusivamente agli orsi. Elemento caratteristico d queste serate: la pista da ballo semideserta. Provate voi a ballare il remix di Junior Vasquez con una cena da banchetto di nozze, sposi compresi, sullo stomaco?
Al limite ci si mette a bordo pista ciondolandosi con la musica in sottofondo con un bicchiere di milc scheic alla vaniglia in una mano e una pentola di polenta e spuntature di maiale nell’atra.
Una volta ricordo d’essere stato ad una serata ursina. Bel locale, ottima musica e pista ovviamente vuota.
Saliamo al piano superiore per vedere se la festa non fosse una fregatura. No. Al contrario era piena di orsi buttati sui divani in fase di digestione.
La scena che ci colpì di più non era tanto il fatto che la serata prevedesse anche la cena i cui resti sul tavolo ormai sembravano il plastico della città di Niu Orlean dopo il passaggio dell’uragano Katrina, ma il fatto che vedessimo questi omaccioni nerboruti nelle loro camice di flanella a scacchi fare il caraoke con le canzoni della Pausini. Insomma uno si aspetta degli spaccalegna canadesi capaci di abbattere una sequoia con un sol colpo d’ascia e si ritrova invece gli orsetti del cuore con gli occhi umidi cercare di andare in sincrono con i sottotitoli dei Strani Amori.