Se l’effervescenza di una città si calcolasse in numeri di inaugurazioni settimanali da oggi Roma potrebbe cambiare benissimo il suo nome in Idrolitina Capitolina.
Solo in questo fine settimana infatti hanno riaperto i battenti il Palazzo delle Esposizioni, MuccaAssassina, Modo e la tintoria a gettoni di via Tiburtina, angolo via degli Ausoni, che era stata chiusa qualche mese fa dall’ufficio immigrazione per il ritrovamento di una famiglia di cinesi nel cestello di un’asciugatrice dove, in 12, fabbricavano le scarpine con la zeppa delle Braz per conto della Mattel.
Sorvolerei tranquillamente sulla riapertura del Palazzo delle Esposizioni nel quale, visto il mio interesse per le mostre pari a quello per il girone di ritorno del torneo di bocce su sabbia del circolo degli anziani di Villa Gordiani, credo ci entrerei solo se in prossimità del museo dovessi avere un attacco di dissenteria e i bagni di tutti i bar del Quirinale fossero fuori servizio.
Su Mucca anche sorvolerò più che altro perché alle tre una voce metallica sparata a un milione di decibel ha gridato: “Per Insy, l’avventura di MuccaAssassina finisce qui”. Quindi ho dovuto abbandonare di corsa il palaricchioni dove per l’occasione si era organizzata una festicciola intima per appena 300.000 persone. Insomma di quelle seratine di musica e magia davanti a un falò strimpellando una chitarra e bevendo vino novello.
Ma parliamo di Modo. E’ sicuramente il locale ghai più fighetto di roma e il primato, diciamocelo, non è difficile da ottenere visto che compete con altri bar come il Caming Aut dove ti servono i coctel nei bicchieri di plastica manco fossimo dei profughi di Mazzara del Vallo o con altri scannatoi dove rischi di essere servito da un barista a 4 zampe sul bancone vestito con borchie e cinture di pelle mentre viene fistato dal guardarobiere (se non sapete cosa significa “fistare” fate una ricerca su Gugl, da quando so che legge il blog anche la figlia adolescente di una collega di un amico mi rifiuto di entrare in dettagli da scabrosi). Il locale è comunque delizioso a partire dalla cassiera. Oddio forse è un termine improprio visto che “cassiera” mi evoca l’immagine di donnone in soprappeso con dita inanellate con pezzi da bigiotteria scadente e trucco spalmato con pennelli Cinghiale dal nome a scelta tra Silvana, Marisa e Felicetta mentre lei è deliziosa, biondissima, magrissima e con un sorriso sereno di chi non ha vissuto mai in vita sua un dramma più doloroso del veder bruciati i biscotti alla lavanda che aveva tentato di cucinare all’età di 12 anni.
Arrivo presto con “ilmiomiglioreamico” perché, avendo tra i vari eponimi anche quello vagamente allusivo di “gatta con il culo di piombo”, (che ricordo a chi mi segue da poco, mi è stato graziosamente attribuito da mio padre quando ero un ragazzino solo perché osavo accusare un filo di stanchezza dopo 2 ore consecutive di judo e una di nuoto ma, sulla mia educazione da Sparta ricevuta da fanciullo ne parlerò in un post dedicato) mi rifiuto di stare in piedi sgomitando per una fetta di salame o un bicchiere di vino. Quindi mi piazzo al centro del locale su un divanetto contornato da un’enorme cornice. Serbiamo un Tablo’ vivant che potrebbe intitolarsi tranquillamente “Il trionfo della pigrizia”. Si parte in scioltezza con un gin lemon e un piatto tipicamente estivo. Infatti visto che ieri facevano solo 27 gradi lo scef ha pensato bene di ispirarsi alla leggerezza preparando lasagne al forno con funghi e eliche al gorgonzola e noci, due ricette rubate al cuoco del Rifugio Locatelli delle tre cime del Lavaredo (alt. 1987 mt).
Verso le otto l’ambiente ha iniziato ad animarsi con i tipici ghei della domenica pomeriggio: camicetta, polo o maglioncino di filo, mento che punta verso l’alto, espressione felicemente sorpresa e ridanciana da tin eger del De Merode (n.d.r.: collegio a piazza di Spagna per ricchi rampolli intellettualmente vivaci come un giro di bingo a Trezzano sul Naviglio alle 5 di domenica pomeriggio). Riconosco molti di loro visti il venerdì sera a Mucca seminudi e completamente rintronati. Sabato devono aver avuto una chiamata dal Signore che li ha unti con il crisma dell’innocenza visto che oggi molti di loro hanno un’aria da “papa boi”.
Ma è mentre tracanno un secondo Negroni come fosse un chinotto Neri che mi sintonizzo sulla conversazione tra due ghei vestiti come Fred Perri durante un torneo di tennis agli inizi del secolo e una immancabile frociarola priva di vita propria che, mi auguro in preda ai fumi dell’alcol, parte con una Filippica sull’assenza di sciamapagn sul volo Roma-NY a capodanno, “una cosa intollerabile!” (adoro farmi i cazzi degli altri, è per questo che vado a teatro, mica perché mi piaccia lo spettacolo, ma per ascoltare i commenti, preferibilmente delle vecchie, tra un atto e l’altro, proporrei infatti una petizione per reinserire gli intervalli anche al cinema). Indignato anche io dal disservizio della nostra compagnia di bandiera mi volto verso “la donna senza una vita visto che di domenica pomeriggio invece di andare a rimorchiare i militari fuori dalle caserme va a bere con 2 ricchioni” e le suggerisco di chiedere un’interpellanza all’Onu che sarà ben lieta di sottoscrivere una risoluzione di condanna all’Alitalia, anteponendola in agenda a quella per quei 4 monaci birmani, questa sì che è un’onta che merita una reazione dura e compatta!!
Alle 9, qualcuno del F.L.E. (n.d.r.: la frangia armata del Fronte di Liberazione Eterosessuale) lancia una fialetta puzzolente nel locale che infatti si svuota tranne: la dj (che subisce danni irreparabili al cervello visto che inizia a mettere sta cazzo di Madonna dopo una selezione fantastica di musica alternativa), 2 baristi etero (quindi immuni all’attacco), Eleonora Brigliadori che esce dal bagno con un cicchetto di urinoterapia ed io afflitto sempre dalla culopiombite.
Veniamo alla fine sgombrati dagli agenti del nucleo antiterrorismo ed anche a me tocca uscire fuori dove aspetto da un momento all’altro il passaggio della Processione visto che c’è una folla da venerdì santo a Chieti. Aspetto un po’, sgomito per mettermi davanti visto che sono nano e non vedo, ma non sento nessun coro in lontananza intonare il “Dies Ire” quindi, un po’ deluso, un po’ ubriaco e un po’ stanco decido di mettermi il “miomiglioreamico” sotto il braccio e, sbagliando strada solo quatto, volte riusciamo finalmente a raggiungere la Insymobil.
Un appello a tutti gli esercenti e gestori di locali, se in settima inaugurate qualcosa, anche un’acconciatura nuova, vi prego, contattatemi, sarò ben lieto di presenziare.
5 commenti:
neanche un riferimento al momento piu' importante della serata: la nostra foto....il coccodrillo e il pulcino, il leone e lo gnu'!ciao e buona settimana R.
Ah, com'è che ammetti che sei nano, visto che di solito ami dare del nano a me?!:-)
dai che questo fine settimana di facciamo inaugurare noi la stagione invernale di Milano: un gang bang già in centrale!
grazie Dario, sempre elegante. tante volte volessi mantenere un'immagine dignitosa....
INSY
leggere l'intero blog, pretty good
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